PASSANTI

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Sono tra la folla, un’immensa folla e mi sento ghiacciare.

 

Coloro che passano rimangono indifferenti a qualunque condizionamento di movimento, coinvolgimento passionale collegato al circostante. Vanno come automi. Passanti quindi, solo frettolosi, distratti passanti che non incidono sul vissuto ne modificano qualsiasi alternativa. Quello che non mi quadra nell’indifferenza dei passanti sono i pensieri. Dove va la loro energia? Tutta la folla anonima che va su e giù e incrocio, porta con se un bagaglio di vivacità intellettiva che lavora e si logora indipendentemente dallo sguardo asettico che posa sul circostante. Di sicuro cammina rimuginando una serie di considerazioni, avverto che queste si sparpagliano nell’aria rendendola satura e densa, effondono segnali variabili che guizzano e ricadono qua e il senza un nome, senza un volto.

Guardo e scruto quella folla, non si lascia turbare da nessun tramestio che la strattona, la spinge, la detesta. Va e passa come se seguisse una scia, un fluido misterioso che la porta verso un luogo meraviglioso. Per brevi attimi rallenta l’andatura e il turbinio dei pensieri si placa, sembra seguire un ritmo, sia tirata da  un filo conduttore invisibile verso una meta,  non è una folla ordinata, è un insieme di ammassi sparsi che non si distoglie e non esterna, cavalca sopra tutto e travolge tutto quello che l’intralcia. Una folla che inghiotte senza pietà, una folla che nessuno è capace di arrestare,  un fenomeno inspiegabile del collettivo umano: passare senza concedere un granello di se.

 

Provo a spintonare un passante per vedere se mi guarda o reagisce, niente, mugola qualcosa di incomprensibile e va con le sue sporte colorate come se non avesse corpo e vivacità ma solo piedi, immensi piedi che lo trasportano. Rabbrividisco di orrore, chi ha inghiottito  l’energia motrice dell’essere umano? Tutta quella folla sembra formata da tante macchie opache senza connotati, vapori insulsi che ondeggiando si sono uniti per formare un accozzaglia eterea  che vaga  senza più sogni e speranze, senza un guizzo ricettivo a quel che le gira intorno. Eppure vi sono luci che roteano e feriscono le pupille, musica a tutto volume che entra nelle orecchie peggio d’un ago acuminato, immagini che scorrono su un grande schermo e rimbalzano sui volti scialbi come onde psichedeliche.

 

Mi assale una strana sensazione, non è ira né turbamento soltanto freddo terrore, cerco un contatto, un sorriso qualsiasi che interrompa l’orrido incantesimo di un maghetto burlone che ha reso incorporeo l’andare della folla, urlo, mi affanno tra i passanti, nessuno si gira, nessuno accenna una reazione Passanti, solo passanti transitano, forse di una realtà a me sconosciuta, forse di una dimensione trasparente senza un briciolo di calore e passione eloquente.

 

O…forse fantasmi di gente oppressa da un sacco di problemi per tirare avanti, con in  testa solo il frullio di come arrivare alla fine del mese con dignità, indaffarata a fare conti e conticini per pagare mutui, affitti, bollette, scarpe ai figli, rette di asili nido. Gente intontita da assilli che vengono ogni giorno sbandierati da chi non ce li ha sui media: recessione, precariato, cassa integrazione…. Gente evanescente per politici e politicanti che ha consistenza fisica sola durante le campagne elettorali.

 

Quello che vedo non è un ammasso automatizzato e gelido di passanti, è una folla stremata, perplessa, concentrata ora dopo ora a spremere le meningi su come sbarcare il lunario della vita, non può distrarsi, non può concedersi il lusso di girare la testa a chi urla per carpire un’espressione, non può dar segni di umanità, può solo camminare con i suoi enormi piedi fissati al piancito lustro d’un supermercato.

 

 

 La foto è del “principe”GE&GE

 

PASSANTIultima modifica: 2010-01-29T21:50:00+01:00da difda4
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16 pensieri su “PASSANTI

  1. Beh si ,spesso mi chiedo ,dove avranno mai da correre ,non penso che lo sappiano ,lo fanno e basta .
    Io per indole non mi trovo bene in questo ritmo frenetico ,ho bisogno dei miei temi e troppo spesso mi sento fuori luogo 🙁

    Buon week end
    con o senza follia ,mi basta che sia sereno ,cosi lo auguro anche a te:)

    kicca

  2. siamo noi
    la stessa folla che osserviamo
    siamo noi
    visti da un altro che fa le stesse considerazioni
    ci siamo dentro perchè dobbiamo
    o perchè ci piace
    ma ci siamo
    e ci guardiamo senza spostare gli occhi
    ci chiediamo le stesse cose che si chiedono anche altri
    e tutti
    a torto
    pensiamo che siamo gli unici a rifletterci su

    il mio mare è in tempesta
    e non finirà presto questo tempo di onde alte
    ma lo amo così tanto che non potrei farne a meno
    neppure quando schiuma così
    la mia grande madre: la notte
    la mia amata sorella: la luna
    e il mio amante per sempre: il mare

    Buon fine settimana anche a te
    :-)mandi
    e che sia come lo desideri
    🙂

  3. La Folla… frenesia di vissuti che fanno a botte per ritagliarsi uno spazio… ossessione di fare…fare…in una fuga sfrenata all’immobilismo che fa paura… lugubre spettacolo di chi non vive…sopravvive… legami che muoiono sul nascere… anime in pena che si trascinano a fatica chiedendo solo di essere se stesse…e di essere AMATE.

    Ciao Difda, ti auguro un fine settimana per come lo desidera il tuo cuore.
    y-w

  4. Ciao ”Diffy”…A dir la verita’ fino a poco tempo fa,tipo l’anno scorso,fermavo la gente per la strada regalandogli un mio libro di Liriche(di solito quando uscivo ne portavo sempre qualche copia),ma aime’,ben rendendomi conto che questi libri sono preziosi,poiche’ pubblicati in poche copie,ho deciso di fermarmi,anche perche’ avrei rischiato di imanerne senza io….E poi credo che le ragazze di cui mi aveva colpito il volto,siano rimaste un po intimorite dal mio modo di fare….Non per questo qualcuna o qualcuno mi ha ricontattato dopo aver letto queste Sillogi,del resto ci sono pure le persone intelligenti…Al supermercato dove vado a fare la spesa tutte le commesse e le cassiere hanno un mio libro,eheheh,lo so,sembra strano,ma come diceva Truffaut,tutto passa,tranne lo scritto…..Dolce Giornata
    p.s.In effetti quella Lirica su Roma e’ ”quasi” un Inno,e poi in effetti Roma e’ come il sale,insaporisce il gusto dell’Arte….
    p.sanche se ti sconsiglio lcune zone di notte,ma questo vale pr tutto il pianeta ahahhaha,e pure di giorno secondo gli individui….

  5. I loro pensieri sono
    i nostri pensieri
    le energie che saturano l’aria
    sono simili
    per questo a volte forse
    la folla ci soffoca…
    vediamo in loro
    quella parte che nascondiamo

    Mi piace condividere le “illusioni”
    ed è quella parte che vedo che più mi piace

    Serena settimana difda
    Bricciole………………….

  6. Ciao Mia cara Difda!
    Sempre è un piacere leggerti!
    Sai ha volte mi viene da pensare lo stesso sulla folla.È penso si offro un sorriso a qualcuno e mi vede mi darà un altro. Ma a volte mi guardano e pensano questa è pazza? Ma io continuo la buena vibra come si dice quì si contagia.
    La mia frase è “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo” di Gandhi . E certamente è così!
    Ti voglio tanto bene!

  7. weeeeeeee ciao difda il tuo post pare descrivere dei contenitori deambulanti di futilità, epperò dai da sempre l’uomo cerca da camminare sempre più veloce, com ese il suo nemico numero uno fosse il tempo, per le mutande avranno anche loro lo spazio necessario

  8. in quanti modi possiamo guardare gli altri, facile distaccarsi,magari giudicarli e perche no, fare un po gli snob o i superiori, abbondano ora coloro che descrivono le folle, tu invece ti sei fermata a guardare, e hai visto il tuo prossimo, un po di ognuno di noi, cciao buona settimana!!

  9. Ciao Diffy.
    Chi e’ l’Aquila Solitaria del 6 Giugno,scusa sono veramente curioso….
    Mi dici che potrebbe essere ”l’Anima Gemella del Mio veemente Cuore”…..
    Sono Lusingato….
    Ma quest’Aquila da quale Pianeta Arriva…E Quando Atterra?
    Comunque ti dedico ”La Donna del Poeta”,a Te e ”All’Aquila del 6 Giugno….
    Baci sulle tempie….

  10. Francamente ripensandoci,”La Donna del Poeta”,non ti si addice,credo ce per Te, solo Per Te,scrivero’ qualcosa,che provenga dal mio ”veemente” Cuore…..
    Baci sulle Tue Tempie che sognano……..

  11. Ancora io Diffy…Era per dirti che ti ho scritto la Lirica,dedicandola esclusivamente a Te,non so come sei fatta fisicamente,magari hai 4 figlietti o 4 aquilotti,comunque,importante e’ che rimarra’ spero sempre con i Tuoi voli al ”confine di questo triste Mondo”……
    Kisses
    Ray

  12. Ciao….Diffy….
    Hai 2 Aquilotti e 2 Aquilette,il che mi fa pensare che sei sposata con 4 figli…..Purtroppo la mia ricerca della ”Donna impossibile deve continuare”
    kisses

  13. Ciao DIFFY,ok…ma i bambini…..Bello pero’…Mi piacciono i bambini ma le sare simpatico secondo Te?
    Comunque grazie della precisaziuone mi ero gia’ ”abbattuto”,pensa quanto sono stupidamente fragile…..
    un Bacio sul gomito
    kissssssssssssssssssssssssssssssssssssssss

  14. Non sono ‘abituale’, non solo al tuo ma a tutti i blog e altro, che reliquiano in adorazione le loro parole interiori… rischierei l’ABLEFARIA. Scusami quindi se mi permetto di interferire nel Vostro ripetitivo cerchio di elementi che ne compongono la seduta ad oltranza.
    La gente non ha un limite di se e in se verso gli altri. La gente vuole e non vuole. La gente non è un NOI… la gente è un IO per ciascuno non individuabile. Diviene un insieme, a volte cotrapposto, solo ed esclusivamente in ordine giustiziale o di regolamento sociale. La gente non ha UN colore, la gente ha i suoi colori. La gente esce ed ha le sue mete, non ha una meta, non ha una pietra fondamentale – scopo unitario di tutti- da raggiungere o da visionare in un virtualismo circoscritto da esporre ed esponenziare ad una parte di altri che sono ‘gli altri’. La città è un noi… di cui tutti gli IO se ne servono.
    In poche parole tu hai descritto la solitudine tua o degli altri?
    Hai descritto la paura tua o degli altri?
    Hai sfiorato l’orrore tuo o degli altri?
    All’inizio hai parlato di una specie di ‘globo’ meraviglioso dove loro si rinchiudono e che non riesci a penetrare, sia tu che altri, e la stessa città, poi li hai descritti atterriti quasi commiserandoli per questa loro chiusura e impenetrabilità.
    Ma ti sei descritta o hai descritto loro? sono loro, loro? o sono come tu li vedi?
    Pessimistica comunque. Si è vero che i tempi sono esigui e tetri da tante facciate, ma da qui a raggiungere l’anima di tutti si dovrebbero fare corsi e ricorsi d’immersione psicologica. L’apparenza a volte inganna e comunque resta il fatto che se spesso si osservano gli altri non si è assolutamente contenti di se stessi.
    Fose le tue lenti sono nere e grigie. Ma forse sei tu che traduci tutto male… lasciando da parte ovviamnete il denaro o le reti occupazionali o la politica dove oggi tutto è nero ecc… eccc.
    In fondo diciamolo piano piano… ma le chat, i blog a che servono? Anzi a chi servono? E’ solo ed esclusivamente un principio di protagonismo per chi vorrebbe raggiungere vette, o un maniera per uscire dalla solitudine, o addirittura un modo per chi si vergogna di esprimere di persona le proprie idee.
    Forse, permettimelo di esporlo, tu hai semplicemnente descritto questo mondo virtuale, che è per tutti voi che vi incontrate qui, in sostituzione di un meraviglioso salotto con dolci e spumante o spaghettante, della ormai ‘defunta’ nonna, una fonte VITALE.
    Parlo dei tempi in cui la video scrittura in rete non era ancora nata, e si stava fino a tarda notte con gli amici accoccolati su divani e poltrone a gambe incrociate a ridere o fare discorsi meravigliosi socio culturali, prendendoli e perchè no, dai diari o anche da nostri appunti di vita.
    In fondo cos’è che ti spinge a scrivere qui? Perchè non parlarne di presenza dove sguardo e intonazione di voce fanno una comunicazione? C’è la città per raggiungersi e vedersi. C’è il telefono per sentire la tonalità di voce.
    Lo sai che questo genere di comunicazione allargato alla massa, alla folla di tutti … in un certo senso porta a vedere tutto e tutti sotto l ‘aspetto che tu hai descritto? all’inizio ti gasa e poi… poi diviene come una droga e tendi a esiliarti aspettando che qualcuno ti inoltri un tuo pensiero… e se nessuno lo fà, inizia un pò a sentirti più sola e se questa non sei tu …. ne ho descritto altri.
    Chi è felice, chi ha una vita normale, chi ha un uomo o una donna con un rapporto ,meraviglioso, chi è realizzata non pensa a sedersi per ‘imporre’ in attesa le sue parole ad altri. I pensionati, le casalinghe o i ‘soli’. I pensionati e i soli sono ‘il mondo che hai descritto’… le gasalinghe a lungo andare ‘rubano’ al patner. (si diciamolo piano se no si arrabbiano).
    Non sono tanto contenta di vedere questo… si, faccio una pubblicità negativa e una critica molto dura… ma ti sto spiegando anche il perchè.
    Questo sistema di comunicazione è stato creato da nmani non BUONE. Che dà un modo di uscire facilmente raggiungibile, da una situazione, o corrompente per latri casi, ma lo scopo e il fine è OSCURO ed è difficile da spiegare… anche perchè sarebbe DIFFICILE da comprendere.
    Continuando con la tua descrizione, è il famoso bicchiere con l’acqua a metà. Chi lo vede mezzo vuoto, chi mezzo pieno. Tu la gente l’hai vista così, mezza vuota. (mezza?)
    Io quando scendo di casa la città, la rispetto ma la uso. La uso per camminarci su, per trovare ciò che mi serve, per respirare o spostarmi o raggiungere ciò che devo o voglio raggiungere. Ma vedi un pò gli altri non li vedo, anche perchè non c’è nulla da vedere negli altri… tranne che non ci siano delle cose che stranamente sono degne di essere osservate, attimi, momenti, passaggi di un qualcosa di speciale e non parlo certo di fisica estetica in bellezza. Ma aleggi di sensazioni particolari, di inafferrabili significazioni dove comprendi l’esistenza di sentimenti, volonta, espressioni che ti danno qualcosa o per lo meno ti attestano un fondo di umana leggiadria dell’essere nella sua essenza. Non è un discorso o un comportamento negativo, assolutistico, o pessimista.. anzi! Porta all’interiorità, al rispetto del privato e anche ad una certa elevatura morale…. che vorrei ancora aumentare.
    Perdonami se mi sono ‘permessa’ di dirti gli altri non sono una proiezione di te… e fanno benissimo se a te NASCONDONO ciò che di privatissimo hanno. Non sempre tutti i sentimenti positivi si portano a spasso davanti a tutti, anzi al contrario più intimi e meravigliosi sono, più intrapelabili sono.
    La città cosi ti appare, per l’incognita del nostro futuro. Diciamolo pure ci circonda una ‘rete’ incognita e oscura… ma è quello che tutti o chi per noi, da poltrone COMODISSIME, ci ha fatto scegliere… non confondere questo con l’intimità di ognuno di noi… che non si porta a spasso, anzi che non si deve assolutamente portare a spasso.
    Hai dimenticato di descrivere la speranza. Hai fatto bene…. la fotografia che presenti è ‘orba’, miope e presbite. E non la possiamo cambiare ne tu ne altri. Potrebbe migliorare….. ma dovrebbe cambiare la lente ottica un bel pò di gente ‘ mportante’… e qui il discorso e lungo!
    Ciao e gradisci un monologo da una persona che non è abituale a questo generen ‘inusitato’ di non comunicazione.

  15. @ per taniab.
    Grazie del commento, cercherò di risponderti in modo sintetico.
    Ho espresso solo una sensazione percepita tra la folla in un pomeriggio di shopping in modo allegorico, nessuna proiezione personale di solitudine o di insoddisfazione affettiva o professionale. Quanto alle motivazioni che spingono a scrivere in un blog può darsi che per qualcuno sia una forma di protagonismo, per altri uno sfogo delle proprie insofferenze, e per altri ancora un modo per riempire il tempo e un vuoto affettivo, non ci vedo niente di male, anzi ci vedo una funzione sociologica che avvalora, in parte, quanto ho detto: gli affanni della vita sono tanti che non permettono di dedicare tempo e spazio all’altro, a chi è in difficoltà, basta leggere le cronache di ogni giorno. Certo un blog non ha lo stesso modo diretto della comunicazione viso a viso, non si vede la reazione immediata dell’interlocutore al tuo modo di esprimere un concetto o un opinione, un blog è come leggere un libro, un libro con una trama indefinita, una specie di puzzle di idee, opinioni sentimenti, di descrivere se stessi o la realtà. I miei occhiali non sono neri, semmai affumicati da un ottimismo non disgiunto dalla realtà. Per quanto riguarda la foto basta dire che è di un ragazzino liceale di 14 anni e non è mio figlio….Potrei aggiungere altre cose ma solo a quattrocchi, come faccio nella vita di tutti i giorni. Passa a trovarmi quando vuoi, forse siamo meno diverse di quanto credi!!!Un carissimo saluto Dif

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