Danzava il mare quella sera. Non so se un tango, samba o valzer. So che si muoveva a ritmo scatenato e tutto l’intorno fissava quel suo danzare ammaliato. Nulla si muoveva ma tutto avvolgeva. Tutto dilavata i sensi tanto da farli vibrare all’unisono col silenzio. Non un silenzio muto. Una corale sinfonia di lemmi. Un sincrono di inespressi liberatati da quel mare sbrigliato. La musica fluiva, scendeva, roteava, inglobava, risaliva leggera, si perdeva nel luccichio dorato d’un sole rosso aggrovigliato sulle immobili conchiglie bianche il cui biancore affiorava tra quella spuma scatenata e l’una dopo l’altra a ritmo trascinava sulla rena ancor arroventata e restavan li aggraziate da sembrare luccicanti perle in attesa d’esser raccolte e aggregate.
Danzava il mare quella sera. Danzava mosso da quelle note che misteriosamente scivolavano dall’etere, penetravano gli abissi, risalivano e onda su onda in un luccichio policromo come sirene incantatrici libravan sull’acque un sincronizzato di magica armonia, talmente avvincente da eclissar in quei movimenti qualunque pensiero d’ira e melancolia. In un trionfo di luce, colori, sonorità e movimenti travolgenti quella sera il mare danzava e tutto dal profondo liberava. La mia anima sedotta e affascinata da quella atmosfera assecondava quei suoi movimenti ora lenti ora frenetici con un eccitazione da aver l’impressione d’esser catapultata in un universo di ribellione alla staticità animica per assorbire un energia stupefacente da tuffarsi gioiosa in nuove sfrenate emozioni.
Poi il vento si fermò, la luna prese a lampeggiare, la melodia a scemar, le nubi a costellar l’orizzonte, le acque a contorcersi in riflessi rosso-violacei, la sabbia come una dama schiva di nero si velò, il silenzio come un mantra di piombò calò e la magia di quella atmosfera corale sparì.
Danzava il mare quella sera o forse a distanza d’anni lo sciabordio dell’oceano in quella spiaggia deserta con te accanto a me pareva.
ByDif