Mettetevi a posto la testa e poi…

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Mettetevi a posto la testa e poi…e poi potrete dire quello che posso e non posso fare, dove e con chi andare, se ospitare o sbarrare la porta, a che ora andare a messa, a pranzo e a dormire, portare il cagnetto a far pipì e cosa rischio se mi tolgo la mascherina e canto una canzoncina o non mi distanzio a sufficienza dalla vicina.

Mettetevi a posto la capoccia, così non funziona. La vostra diktat sapiens è squilibrata, alienante, non districa la questione dell’utilità del rigore, punto cardinale della drammatica contingenza  ma l’arruffa in modo assurdo e crea un caos irritante.  Mettetevi a posto la capocchia perchè Il continuo dire a sparpaglio discorde, ambiguo e talvolta del tutto opposto nello specifico proietta un disorientamento che incoraggia la riottosità alle norme, a misconoscere il pericolo, a comportarsi come aggrada e non come è idoneo, cioè a fregarsene dei pareri più o meno acculturati e di tutto l’ambaradan informativo luminare sul virus.

Mettetevi tutti quanti a posto la zucca perché i vostri farnetichi un giorno da spargi terrore e murare in casa e l’altro da “Tout va très bien, Madame la Marquise” con tanto di cashback per lo shopping, complicano assai la già difficile esistenza in tempi normali, figurarsi in quelli con un “covidmostro” che tampina.

Eh si, urge che cambiate testa. Il perchè? Giravolte e “spettacolini” poco confortanti non rassicurano sia a posto! Per esempio? Beh fra i tanti..? Vi sembra una congettura normale allettare a tuffarsi nello shopping mentre il virus imperversa e fa continua strage di anime?. È o non è  un impulso al circolare piuttosto che a starsene buoni buoni tappati in casa? In quale modo si concilia con la strombazzata  logica dei contagi, distanziamenti, gli innumerevoli ammennicoli ammonitori scampa insidia? Comunque lo analizzo io non lo concilio! D’altronde come posso pacificare due criteri antitetici per lo più se già sperimentato controproducenti al contenimento del contagio pandemico? Boooh….! Ad essere moderata mi sovviene che manco uno squilibrato seriale prima induce le persone a spaparazzarsi per vie e spiagge poi se ci sono andate, inveisce, incolpa e minaccia che le confina e addirittura mette in campo droni e migliaia di “sbirri” per sorvegliare a Natale chi mette piede fuori dal portone e perfino concerta bestialità da guardoni idioti come spiare casa per casa chi c’è e sanziona se a tavola qualcuno è di troppo.
Mettetevi a posto la capa perchè al momento l’unica cosa certa e chiara  che ho per superare l’ angoscia che provocate con i vostri balletti di si, no, forse, può darsi ecc. è  basarmi sul mio buonsenso. Ossia, ogni volta che metto il naso fuori di casa per necessità affidarmi alle mie norme igieniche e sfruttare al massimo la consapevolezza del pericolo invisibile per essere più che prudente, più che attenta a non sottovalutare  ogni sorta di possibile rischio.  Di risvolto non vado a girare per strade o piazze, non mi ammucchio al bar o al ristorante e  neppure a fare la scriteriata cashbackshopping per poi fungere da scarica barile a decisioni folli. E’ condizionante assai rinunciare alla solita vita e mantenere un livello di guardia costante, ma checchè voi  dite la cognizione che mettere un piede fuori casa è come metterlo su un terreno minato e ogni passo che fai  può essere fatale è assai più convincente.

Quindi..quindi .mettetevi a posto la capa e poi… e poi  si che potete pianificare ogni attimo di vita mea e altrui fuori e dentro casa senza cagionare un caos venefico. Erudire con coerenza su regole e comportamenti; esporre finalmente con chiarezza punto per punto il perché e il percome di sacrifici, divieti; zonare l’italica terra a colori, imporre clausure, coartare la vita. Così com’è è difettosa, quello che riesce a “partorire” è preservare la propria  zona comfort ben poggiata su belle sediole imbottite di cospicuo foraggio mensile, oltre non produce genera equivoci, provoca incertezza, solleva insofferenza, è nociva a qualsiasi stabilità mentale. Eppoi se contiene un minimo di decenza lo dove ai tantissimi morti che non sono numeri da propinare tanto per aggiornare la cifra, sono drammi umani, sono storie familiari, sono persone a cui per rispetto civico va garantita la dignità.test 2

Ovviamente cambiare testa serve sempre a tutti. Nello specifico uh quanto a mettere fine agli svariati teatrini indecenti, di attori scadenti, convinti che gli spettatori son cretini e  applaudono entusiasti qualsiasi balordaggine.

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Amor che va…amor che viene…

Il primo iniziò così:

Al bel paesello ci fu un adunata per stabilì di qual colore si dovesse rivestì er palazzo de combriccola parlamentizia sennonché, alla conta votaiola, venne fori un dilemma cromatizio…

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Il Sapiente capo del paese per scioglie il dilemma de come potè accolorà  er palazzo senza addovè scontentà assentì i capetti de vari contradaioli…niuno se voleva rinuncià al su tinteggio e ci fu un gran pour parler a vuoto finché, finchè in un giorno di tarda primavera, a 2 scaltri giovinotti, caporioni contradaioli dei giallini e verdini, venne un ideuzza audace …

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Confidarono l’ideuzza al “Supremo”  sapiente capo de’ tutto il bel paese acche Glie apparve una ideuzza ardita ardita ma nun mostrò de scandalizzà se i due, tanto diversi pe’ stile e opinione, se volevan accasà e se addoeva appitturà er palazzo co’ lor colori bensì …3

…bensì pe’ sta convinto de affidaGlie la “casetta” apparlamentata de matrimonio co’ dispensa e tutti i “servitori”e fa tinteggià er palazzo bicolore se addovevano attrovà uno ” fideiussore” de connubio ..accussì i due “infatuati” pensa pensa scovarono un pallido perbenino…

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lo presentollo al “Supremo” che  interrogatolo, pe’ accapì se era convinto e adattino a gestì a “casetta” e mantenè armonia tra i due innamoratini, er pallido, con timido garbo, glie se qualificò “avvocato de popolo” utilizzabile a fa’ avallante de “sposalizio” da risultaLLe conforme…

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Dopoaddicchè, nell’ incredulità de’ propri contradaioli e de quelli annemici s’annunciò ar popolaio, in attesa de sapè de qual color se appitturava er palazzo, il matrimonio dei due “spavaldi” giovani tanto infervorati l’un dell’altro da fregassene de’ vespaio che suollazzavano…

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Partiron gli inviti agli amici cari, quelli nun se fecero pregà a far brigata e partecipà con fanfara a le “nozze” officiate dal Supremo e “canonizzate” da perbenino “fideiussore” accreditatosi avvocatuccio de tutto er populino…

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Convolati, i due sposetti asseguitati da parenti stretti e da pallido perbenino garante de lor “matrimonio” felici se istallarono nella “casetta apparlamentata ”de fresco riappiturata de giallo e de verde da fa sbatte le orbite tanto nun se appotea avvedè e pe’ togliese ie assilli e cincischie se affidarono le “chiavi” de dispensa de menage al perbenino.
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e pe’ fa rosicà certuni invidiosi i due attalamati se facean avvedè che s’amavan e s’amavan e eterno connubio se giuravan.. .
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e..E per non annoiasse ogni tanto se sfidavano da addivenì assai popolari e coinvolge sempre più fan a partecipà con euforia a loro schermaglie acconiugali che apperò se concludevano sempre a pareggio in modo che niuno de’ du’ potesse addì d’esse er vincitore da sfrigellà la sensibilità dell’altro a portà rancore…

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Intanto che i due se giocavano a rimpallasse de sfide e de amor il “ fideiussore acconventicola “ elevato a “maggiordomo capo super partes ” de nido passionale ne le or de riposo  se svagava  a palestrà  er fisichello e allenasse a mutà a bisogna de menage  er cereo faccino… 

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I delusi del connubio, mentre i due se facevano sempre più avvedé de esse tanto tanto in sintonia de contegno e de ragionamento accoppiatizio, senza alcun ritegno insultavano e schernivano, e pe fa’ allitigà la “coppietta” se presero de mira uno de due da accanisse addiie de tutto e pure a insinuà de viaggià de straforo su…

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Ignari i due sposetti sempre più sommersi da fan de lor giochetti concorrenziali continuavano ad amasse e pe’ animà le tifoserie ogni tanto se rimbeccavano  ..

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Nel rimbecca rimbecca un acconiugato dava l’impressione de esse piuttosto abile da attirasse più ammiratori e suscità in alcuni fan dell’altro qualche malumore ma l’amor era florido e in alcun modo il popolar divario turbava la relazione….

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Poi..poi un giorno chissà come chissà perché a uno dei due sposetti accontrattati con garante super gli venne un…

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L’altro lo guardò stralunato come se avesse masticato na foglia de cannabis e lo rassicurò che il su sospetto era insussistente nondimeno il dubbio rosicò rosicò e se trsformò in …
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Attuttavia il menage continuò e s’arrivò a un giorno in cui i vincolati se trovarono a biforcà..
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però senza assapè che il fideiussore elevato a Maggiordomo de menage sponsale se stava a meditasse in omertà …

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Appresso al biforcamento lo sposetto sospettoso s’ agitò, in solitudine se questionò e se determinò de ammollà l’altro e attornà single…

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 Il su concludere trapelò nel parentado e emerse su social parlottai… scompigliò l’ agorà e costrinse il “monarca” a parlà con gran felicità de un bullo che abiurato da contradaioli e notabili de piazze aspirava tanto tanto a tornà in auge…

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Il capo maggiordomo super partes e i parenti allividiti da su decisione de smaritasse se cospirarono de fa na mossa pe’ affossallo all’opinione convittrice e rivoltà i fan sostenitori a giralle l’esaltazione in derisione…

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Poi il pigionale super partes auto-attolettato da gran “maestro de palazzo” se andò a specificà a tutto il parentado che i due accasati se stavan a tornà single…

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.da uomo intemerato de alto profilo fideiussorio nun stava a rimorchio de amore esaurito …

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e pe avvalorà su tesi de esse ormai blasonato pedagogo de manovre de corte appaltatrice de cori… imputò tutto il “peccato” a un solo ammogliato e con poco onore de rango nobile scaricò una botte de contumelie sull’esplicito aspirante single…

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Realizzato il su approgettato, de “ammazzà” aspirante scapolo co’ na gragnola de offese attirà simpatie de contradaioli nostrani che nun avevan mai smaltito la frustrazione del connubio e de astuzia quelle extra-bandiera, il fideiussore col petto in fuori, fiero de avé screditato il ”nefando” snamorato e avé attirato i pronti a usurpallo e quelli risoluti a segregarlo con ignominia, annò dal supremo a riconsegnà le chiavi de ormai cassato nido idillico…

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così… siccome spesso l’apparenza abbindola e la realtà nun è ugual al sogno…

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l’unione dei due accontrattati con tanto entusiasmo accasati nello stupore canicolare l’ira de quegli che avvedevan vacillà la confortevole sediarina, il panico de quelli che con il “divorzio” glie chiudeva la bottega de approvvigionamenti e anche il gran fremito de gioia de quegli altri che invece se adocchiavan de riaprì la disputa de tinteggio de gran palazzo parlamentizio e de appotè cambià appituramento più de loro gradimento, l’unione s’ammorì…

fine amor

…ma la storia non finisce qui …

bydif

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Più che l’arte abolirei …il ministro.

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Sarà stata anche una battuta ironica, dovuta alla stanchezza, come dice Lui, ma un ministro ai beni culturali che durante una riunione con i sovrintendenti si lascia scappare che vuol abolire la storia dell’arte nei licei… embè fa dubitare di essere adatto a quel ministero. Vero che la competenza non è cifra distintiva per un incarico da ministro, basta dare una scorsa alle riforme dell’istruzione per avere una gamma di “stoltezze” da spiattellarti come una sogliola, tuttavia la facezia, sotto sotto, mette in forse che il ministro ha ben chiaro quale valore hanno, nella nostra storia identitaria, evolutiva, economica, i beni artistico- culturali. Di conseguenza non tranquillizza se è o non è  in grado di promuovere politiche efficienti alla conservazione, tutela, valorizzazione e fruizione di tale patrimonio. Tantomeno di saper selezionare e reclutare dirigenti museali idonei a difendere, migliorare, richiamare e incassare. Fa sospettare non tanto perché al liceo l’ora di storia dell’arte, Gli era una pena e non una beatutidine e volentieri, forse, avrebbe eliminato materia e insegnante. Altri liceali lo avrebbero fatto altrettanto , che so, con la matematica, la chimica, la filosofia. È cosa comune a ogni studente avere antipatia, trovare insopportabile o inutile una disciplina. In specie quando le lezioni sono impartite da una tipologia di insegnante funzionario-trasmettitore-nozionistico in attesa di stipendio per fare altro nella vita, senza passione, noioso, didatticamente disincentivante ogni forma di comprensione dell’esistere di tale materia come studio di utile conoscenza contributiva all’istruzione globale. Quindi, sul piano del rimembro personale la battuta, ironica o no, può anche essere accettabile. Invece non lo è nel contesto in cui Gli è scappata.

Il dubbio lo solleva il tempo: cosa è cambiato da allora ad oggi nel Suo considerare l’arte? È rimasta una tortura indelebile o è diventata un apprendere vantaggioso, se non per amarla, almeno per stimarla un valore da diffondere e custodire ? Dall’espressione verbale che gli è uscita, in una riunione con tutti i soprintendenti italiani dei beni e delle attività culturali umm… Freud direbbe poco o niente!

Pertanto, in quanto la conoscenza è la base indispensabile alla difesa e tutela, può il ministro garantire:

-di onorare i principi fondamentali della costituzione di offrire a tutti la possibilità di fruire in modo consapevole del patrimonio culturale archeologico, artistico, paesaggistico.?

-Attuare politiche efficaci a salvaguardia dei beni considerato l’enorme valore che rivestono nell’ambito dell’evoluzione di pensiero, linguaggio, scienza, civiltà, identità, costume di popoli e società?

-Creare condizioni idonee a proteggere il patrimonio artistico dall’usura del tempo, dall’indifferenza al rispetto e conservazione, dalla depredazione senza scrupoli, dallo scempio incivile?

Forse che si, forse che no!

In conclusione, in un paese come il nostro, ricchissimo di opere d’arte che tutto il mondo ci invidia, per bellezza, ingegno, quantità, tecnica; viene a studiare, vedere, copiare, il solo affiorare di un idea di abolire la storia dell’arte dalla formazione scolastico-istruttiva è un paradosso. Oltre che contraddirne alcuni principi che si propone di realizzare , cioè “la consapevolezza della formazione del mondo moderno e dell’identità occidentale, nel rapporto di continuità-alterità tra oggi e il passato”. Rinnega millenni di conquiste, di sperimentazioni di scoperte e progresso umano. Nega l’acquisizione di contenuti tecnico-artistici adeguati a una corretta e sensibile fruizione del linguaggio creativo, nonché l’ educazione a una sensibilità, basilare a un comportamento individuale e collettivo di difesa e rispetto. Poi non scandalizziamoci dei saccheggi, delle deturpazioni e nemmeno delle bruttezze osannate!

L‘arte è nel DNA dell’uomo. Lo testimonia la storia. Si può non amarla o comprenderla ma negarla è “uccidere” il genio espressivo-evolutivo universale umano.

Certo, si campa anche senza sapere chi era Giotto, Michelangelo, Leonardo, Pollock o una mazza di Gotico, Barocco, Impressionismo, Istallazioni ecc, ma… siccome il vivere di per se è un arte… forse…ministro Bonisoli..  a conoscerla un po’…se ne può fare un capolavoro! 

salvator-dalc3ac-laurora-1948

By dif

 

Week end al cinema

Piove. E mo, do’ vado a svagarmi un pochetto sto week end? Cielo grigio, umore grigio, idee grigie. Umm. Beh se non posso sta all’aria aperta per sgrigiarme  me vado  a ride un po’ al cinema e mi sa pure a teatro. Dilemma: che me vado a vedè ?

Mister_Felicita modified o salvini

quo vidisfollia-

renziu modified o staisereno oCommediaTorno-indietro-e-cambio- o

vacanze-romane omen food o

i due de o  sarailmiotipo

e mo girae mo cubo

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Ohi, ohi , da andà a vedè ce n’è assai, se c’è da ride  pe scordà pioggia e  grigiore è tutto da capì. Tiro a sorte e me vado. Meio de niente sarà per passà il week end!

Bye Bye

Dif

 

 

 

Il Paone Spavonato

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Nel bar dell’aia a me vicina, è di moda favellar la storia di un paone pomposetto e riformino che un dì, alletta na platea de babbei e un vecchino, faruglia d’esser l’unico modestino a cambiar il loro magro destino e s’appollaia, a tutta fretta col su magico gigliettto e qualche croco furbetto, sul ramo più alto della stanza del comandino. Isso sul rametto, paventa a tutti una cuccagna, s’ acconcia piume e piumette a la su greppia, a tutta cresta te inizia a beccà, sgufagnà, proclamà; a girà per boschi a sfanfaronà che grulli tacchini covaccia e gallycedronus ingaggia. A gufi e civette perplessi da tanta baldanza, sputacchia che meio de lui non ci sta e se devono rassegnà a sta a guardà. Nell’aia belante slaida una sequela de cose da riformà per meglio tutti campà. Ai galli zucchera stantie polpettine per fargliele ingozzà senza falli cantà. Alle galline smuove l’aria per falle fetà qua e la portentosi ovetti da distribuì ai giovin capretti in attesa de potesse sfamà. Ai suini trogola una sbobba da cileccargli la voglia de grufolar ne la su stanza parlottina. Tronfo de gloria, sgrilla la coda compra un super aereo viaggia. Ovunque s’assede se paoneggia, becca, ciancia, sfotte e comanda. In tutte l’aie paulula da re senza capì che solo i farlocchi incanta e più la su rota luccichina ciancia più va a finì che ve inciampa. Qualche astuto galloppayo l’avverte de non esagerà, de frenà la su boria, ma il paone ormai cecagno de vanagloria li mette in minoranza e va ancor più agirà e rigirà, a mostrà le su piume al vento. Anzi, convinto d’esser addivenuto er sovrano assoluto dell’aia te va pure a escogità de sbarazzasse de regole e regolette, fornisse de nove acconcie ai su megalomani progetti blaterando che servono a sfrondà i rami parlottai e fa sfollà tutti quei grassi musicai che v’assostano addurmì. Per meglio inchiappettà il popolo dell’aia e fasse incoronà re de tutte l’aie del contado, il gonfiopaonetto a tutti le decanta, le decanta tanto le su riforme da intontir oltre i ciuchi anche i cavalli scaltri. Solo alcuni pulcini, che giran giran per l’aia senza trovà il mangime e alcuni cigni, che sanno nuotar zitti ma pescà veloci, non se lasciano irretì e te vannò a intui che la fregola del paone a cambià le regole dell’aia mira a altra direzione. Il paone s’è tanto supergasato d’esser irresistibile che nell’essere informato che pulcini e cigni nun so fessi irretiti, ce fa una risata e sparpaglia voce che so un’accozzaglia del guazzo, tutti diranno si alla su riforma con gran gioia e loro se dovranno sbobbà la su vittoria. Porino … se sapesse ….che…. na schiera de cacciatori imbelli schiamazza a gai fagianelli, galli e tacchinelli di spennargli la coda che con vanto paonazza, strappargli quella cresta da fanfare e fallo fuggì dall’aia, altro che sfotte e inghirlandasse, se addoeva infilà il giubbino antiproiettile, mettese a corre a perdifiato e pregà d’arrivà in cima al colle a fasse ospità nell’uccelliera  dal capo fattoria….Stando al favellar… è con quel suo dir che se tira la sfiga e se firma la su condanna,  perché il popolo dell’aia, al sentirsi definire un’accozzaglia, già arcistufo della sua aria da paon ditta-re, corre in massa a diglie che le su riforme se le po’ tenè, e se nun glie va bene se po’ pure andà a eremità per boschi. Fatto sta che insiste e insiste che da reuccio pavone si trova spavonato e finisce sul selciato da un no esagerato, esternato da un paese a dir poco esasperato. Al no dell’aia alla su proposta, li per li s’annichila, assai sconcertato fa du lacrimucce e un paulo balbettino poi dal su bosco s’è spoltrona e vola a tutto fiato in sul colle presidiato a di me ne vado. Il poncello così se pensa de salvà almen la cresta. Invece il porino è finito congelato nel frigo smammarino del capo fattoria assai accigliato che canocchialando, dal su bel colle quirilino, ha osservato una schiera di fagiani e meleagris gallopayo che dai rami del parla tu che sfotto anch’io, affamati dalla sicumera paonfanzista, canticchiavano d’aver acquisito con un no inaspettato e un si deflagrato col su parterre rabberciato, paontwittino tvbombardino buggarintrona, il legittimo diritto di spennarlo e divorarlo senza un minimo di afflitto e di travaglio d’apparir ghiottoni spudorati di un paon supermontato con un ego smisurato. Il paone mezzo spennato, messo al fresco dal fattore pe’ tentà de salvà la su situazione,  invece che mettese a riflette in do ho sbagliato se ribada so io er meglio del contado, so io che ordino e tramo, so io che cambitutto in meglio, so io che in frigo ce mando chi me vol fa sbobbà. Poro pavoncello, se vede che  con la botta  ie smontato el cervello. Altrimenti…s’ attaceva.  Si nun s’è stontato ormai deve assapè che ..…daie che te daie a crogiolasse d’esser re immortale; ruota che te riruota le su penne a destra e manca; sventaglia e risventaglia l’ocellata variopinta in su la piazza merkatara con bulloarroganza; vola e te risvolacchia a mostrà la supremazia di leadership con ruota pernacchia a un unione cecchina, paventa stalking rendiconto sforabilancia, sferra pugno terremoto migranti, e…con manovra t’incastro e t’avanza, deve assapè che la su novella se l’è male raccontata e con un si trobato s’è fatto frittata . …Che,in una notte ne buia ne chiara, isso sul tronetto ghigino l’imponderabile il suo asso calava…e la spennatura ci stava. Se favella tanto in su le piazze le su disgrazie, ma niuno ce vede de che scandalizzasse de na vendetta oltranzista del drappello uccellatore contro il povero paone strafottente. Iè accusato d’aver alimentato i sazi predatori e lasciato a panza vuota i millenium osservatori, aver gonfiato a dismisura le su quotazioni spifferaiando ch’era l’unico paone sul mercato, adatto a rottamazzare le ruote ai tacchini vecchiarini, all’oche starnazzanti e ai galli chicchirichini, stazionati nell’aia da ciuchi sprovvedini, pecore capre anatre mute e grassi suini. Insomma, com‘è come non iè,  il fatto ie che il pavo cristatus con tutta la su vanità, in una notte stellata con gufi e civette in ansia, è finito ruotato da un si mancato, messo nel frigidairo a clima comandato a sfrollare il su verso immodesto de io so diverso, senza tergiverso cambio verso a tutto il piazzame e mentre l’alba spunta e il guazzabuglio piazzame brinda, al megapaone spennacciato l’iperbole de la su bella favola fracella su tutte l’aie del contado e il botto è così grosso che attraversa l’oceano. Porino… la su caduta.. niuno soccorre. Tutti lo spennano. Solo il fattore ha un po’ di pietarina. Non capisce tutta la storia, vede solo danneggiata la su boria e pensa di frollarlo un po’ prima di buttarlo allo sbaraglio del popolo della su aia. Il capo fattoria pensa de  salvaie almeno qualche penna , però non sa che… che il paone, iè tanto grullarino, e nel frigo sta ideà  non ci sto fattor mio,  il re so io, anche a te un bel frittolo so cucinar io. Porino, nun arriva a capì de bassà la cresta, quello, è di poche parole ma assai scaltro d’occhio e di cervello.  Intuìto l’intrigo rimugino del paone, il capo fattore fra se se dice, a si, mo paone te fo vede io, in che pasta sto impastato io, e preso il matterello apre il frigidario, sbrina il porino, lo ciuffa per le zampette e gli assesta un colpo da maestro al pennacchio, e in un balenio il paone è spavonato dal fattore capo e in bel cappon da brodo trasformato, messo in pentola e a fuoco lento lento lento li lasciato. La notizia del paone ammollato se sparpaglia subito nell’aia e tutti se mettono a congettà che di lui sarà. Il fattore essendo un equo aristocratico, non vol passà da avaro che se pappa da solo un paone, te ben pensa de chiamasse a la su mensa a spartì la sorte del paone con tutti i capetti dell’aia. Quelli assai in gaudio per la spennacciata manco un secondo ci pensano, facendo finta de non vedè, pecore ciuchi e galli su cortigiani che per l’aia fantasticano e se rodicchiano l’animo pel bel paoncello ammollo, fra il giubilo dei tacchini e pure dei suini, frottano subito al colle assedè a la mensa con gran supponenza e voglia de dì. Ognuno a su modo e con su verso infatti se mette a sbrodà e risbrodà a intingolà il becco sporco in ogni piattino, a ingozzasse e scarnificà il povero paone e senza un minimo de creanza pure a esultar senza ritegno palleggiando le su piume nel salottino azzurro del convivio. Il fattor li ascolta e li guarda, se frena da di quel che pensa della poca creanza ma a sentirli strugolare bevaracciare sfregiettà oltremisura se scoccia assai così ripreso il su bel matterello a uno a uno giù dal colle li voltola fino all’aia. Poi, abbugliato assai dal comportamento de su commensali fa serrà la porta e se ritira a pensà. Pensa e ripensa di chi se po’ fidà, de chi mette a capo senza scontentà l’aia, de chi meio è istriuto per conferi e rappresenta la su fattoria…pensa che te ripensa, a il paone, a la su corte, a tutta la situazione dell’aia, conviene de non potesse fidà a lasciar l’aia a sbrodolà su un pavone iperbolico, manco se po’ permette de perde tempo con tutto quel che c’è in ballo alla fattoria, e men che meno se po’ fasse coionà in giro d’esse privo de abilità o peggio fasse fregà dallo spennacciato che ammollato sta a tramà come smollasse dal pentolaio. Pensa che te ripensa al fattore gli appare chiaro de fa sentì che je il capo de tutta l’aia e che niuno lo comanda o gli impone qualcosina che non esca dalla sua testolina. Tuttavia sa che nun ha tanto da pescà. Decide allor de nominà er meno peggio. Ce son quattro che ie sembrano adattini, ma nun sa prevedè il futuro, accusi pensa è  meio  se affido  alla sorte, può essere che c’azzecco. Prende 4 foglietti ce scrive i 4 nomi, li mette nel taschino e tira su il fogliettino. Ahio, il nome nun è proprio er meglio, troppo gentile ma se pel destino è quello, quello nomina e nun ce torna a pensà anche perché deve da un segno che niuno se po ficcà nella capuozza de comandà da re, d’autoproclamasse er meglio, de insedià le regole tanto pe fasse bello e apparir salvator dell’aia, oscurà il su prestigio de capo.  Così fa sapè il nome a tutta l’aia con tal cipiglio che manco un beo se sente.  Con il su nome, il fattore nun sbaraglia i capetti e i sottocapetti dicerini, a quelli nun sa che in seguito ce pensa il gentilino che in serbo ha nel taschino un sapere che a niuno  mostra, t’assesterà un bel colpino da  zittà tutti gli abitanti dell’aia,  compreso il paocino. Porino… al pavon reuccio iè vorrà un po’ pe’ tornà a beccà.  Intanto mentre nell’aia regna il silenzio e tutti s’accorrono a trovasse un alternativa che li salvi dallo spennamento paonino, na corte sministra na legge che niuno po’ dictatare, niuno soffocare, niuno avere il superpotere de fregolasse e sministrà il mangime  senza tenè conto del parere popolino.

Se racconta che da quel dì chi voleva capì capì, chi era tonto o cercava de fa er furbò andò a fondo, e ne l’aia più nessun da re comandò e manco ci pensò. E il paone…il paone pare che continuò…. al bar  dell’aia ie dicono che continua con la su sicumera…e quello manco fritto se ripiana la boria…però se narra che la su storia non fu più da favola ma da favoletta, perchè la su rota nessuno più incantò  e a poco a poco la su corte se inquattò o se cambiò nome pe non fasse riconosce, solo qualche barbagianni resistette a nun scappà, mica per fedeltà, nun sapeva dove e con chi andà. Porino me te faie pena…però se teneva il becco chiuso…e gonfiato meno la su la ruota da potè vedè avanti e retro …non sarebbe inciampato…quel di, con ruota e cresta, se sarebbe salvato e….e a sentir i decanti davvero poteva addiventà un superpaone da rispettà e in tutte l’aie trovà er modo de fasse osannà come campione …invece…invece t’è  finì ammollato per la su boria e  il su stesso paupolato.

Per non dilungà il favellar me zitto.

Morale della novella? Questa si che è bella!

paone che troppo palula la su gloria se secca il becco e se spiuma la rota”

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by dif

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SI. NO. NON SO. Uffa…

si no

 

A dare credito a quanto da mesi e mesi sgranocchiato da bocche e boccacce domani è il giorno fatidico che o smollerà una tale sberla all’Italia da lasciarla tramortita per l’eternità o le metterà le ali per volare alto, che dico altissimo da dominare l’Europa e il mondo fin quando il mondo esisterà.

Cavolaccio dei cavolacci un autentico dilemma mefitico per la coscienza! E io, domani che faccio ?

Vabbè tutto per tirarmi a crocettare a pro o contro ma farmi mangiare il cervello per ingrassare panze traboccanti di ciccia molliccia di aut aut strafottenti, farmi verme per gonfiare di strapotere insulsi vermiciattoli, tarlarmi la rispettabilità dell’intendere e del volere per esaudire i desideri di voraci termiti o lasciar a plasmatori di folle belanti gestire la mia libertà di opzione quella di facoltà di selezione. Uhm mi pare troppo! Allora..che faccio ? Creditizio quella bombarda di parole, parolacce e nauseabondi tour imbocca e rimpinza trippe da far cagare un si o un no e la colata di vieni vieni a mangiar gli zuccherini e non startene a casa a mielarti sul divano o le giudizio mega balle, le metto nel cassetto e le rimando ai diavoletti sputacchiani di opzioni ingabbia coscienza spiriti creduloni? Letto e riletto, le ragioni irragionevoli, per dire si, no cambio la mia bella costituzione, non ho trovato la soluzione! Anzi, il non so, che prima non era in mia considerazione, mi è apparso un gigante ferma porta da sbattermi davanti alla televisione!

Però..però rinnegar le mie ragioni .. rinunciar a un libero diritto d’esprimer un opinione..tradir la mia civica educazione…uhm. Che conto poi a me stessa se imbratto la mia indipendenza votereccia ? Che so marionetta di mega galattici ballisti. Pecora citrulla da accodarsi a cani lupi per andar all’ovile. Antiquaria scassata che compra dai frottolai carabattole e gli svendei capolavori. Che non so ragionar col mio intelletto e decidere in autonomia se crocettare si, no o starmene a casa a leggere un bel libro costumato di cultura. No. No! Non posso rinunciar a un libero diritto d’esprimer un opinione per quattro cialtra paroloni fuoriusciti da crani sbruffoni o rimestati e impiattati da sguatteri vestiti da chef stellati e nemmeno per vituperai di profezie apocalittiche scassi l’Italia se non metti la crocetta sul si!

Non posso proprio. Non abdico uno stile di vita. Lo so che la coerenza in certi luoghi non è una moda praticata e in certe bocche troppo adulterata da poterla vantare come codice d’onore di una logica spassionata, ciononostante ho deciso, me ne frego. Non mi va proprio di rinnegare un credo per farmi robottino operativo d’altrui pensiero.Tuttavia, ancor meno mi va di stare al passo colle subsidenze psicologiche e decidere si o no per far esultare questo e quello. Domani, metterò la mia crocetta in base a convinzioni scaturite nel soppesare vantaggi e non della referendaria consultazione. Sarà si, sarà no? Qui non dirò! Di certo non darò un calcione alle mie razionali deduzioni.Tanto non ho da tirarmi dietro un partito ne attirar e scambiar favori. Eppoi urterei il sancito principio di segretezza che fa rimaner libero da pastoie . In più, da attrice secondaria, esibire il si e il no sarebbe ininfluente al convincere e sterile alla recita. Appurato che non sono attrice da non so, quel che posso dire uscirò a metterci la faccia o sul si o sul no. Comunque non da sprovveduta o emotiva evacuatrice di mal di pancia neh.. con quel che ha combinato in Inghilterra e in America..me ne guardo bene. Senza i mal di pancia Trump se ne starebbe nella sua miliardaria tower e non a formattare un governo di strapoteri che prima o poi affosseranno le pance con tutti i suoi ammennicoli; Cameron avrebbe ancora lo scettro di primo ministro di GB e la May non starebbe a negoziare con L’UE il post brexit che emarginerà il regno facendo annaspare le pance in un mare di spiagnucolai. Per cui.. un si e un no viscerali. Escluso! Ritrovarmi inzaccherata di m…. non sarebbe piacevole a vista e olfatto. Anzi tanto spiacevole che prima di aggregarmi al “cast” nazional popolare, ho studiato a fondo da pronunciare un persuaso assenso-dissento. In questo poi… v‘era da studiare parecchio per non farsi incorporare in una baraonda di teatranti assai fuori palla da snocciolar su e giù una migliaccata di galattiche narrazioni, fuori luogo e fuori tempo, da stramortir anche l’uditore più paziente. Dire che è stato una autentico recitio arraffonato è dire niente con quei protagonisti mitraglia volgarissimi gerghi, guarniti da acrobazie e effetti scenici da rincitrullire assai assai i fan acclarati, figurarsi i restii. Vi dirò…A quanto mormora la platea qui accanto sembra che alcuni son pronti a rinculare e farsi risarcire il biglietto di adesione. Se è vero…lunedì al botteghino,,,si vedranno stelle sbriciolarsi e smodati pianeti e satelliti orbitar su e giù da grovigliar l’assetto del creato e pure quello ancor manco figliato. Non mi tange. Domani, fatta la mia parte con ragionata deduzione smollo il sipario su una lunga commedia incannicciata di insopportabili fanfaluche da fuorviare l’ intelletto del più esperto ascoltatore. Dopodiché, a cuore pacifico, senza contar pecore fino all’alba farò una bella dormita e nulla mi importerà chi dall’urna uscirà vincitore. Sarà il si o il no. Sarà il risultato di una somma di decisioni e se non combacia con la mia non la considererò una sconfitta, ma democrazia che si rispetta.

Invero la vittoria dell’uno o dell’altro, tanto sia quella presunta che toglie il “teatro” Italia dai pasticci o lo capofitti nelle cloache degli abissi, non susciterà rammarichi ne a me ne a chi, dilemma o non dilemma, si sarà  espresso. Saranno I non so, gli indifferenti, i delegatari cronici a dolersene assai. Solo loro saranno i responsabili dell’una o dell’altra asserzione e solo loro i colpevoli se l’Italia si ritroverà tramortita da un epica sberla o metterà le ali per volare alto, che dico altissimo, da lasciar i dubbiosi a bocca aperta.

Nel concludere, aggiungo un cinguettio.. par che per taluna profezia e alcune edottanalisi chiunque pomperà la prosopopea del successo non farà altro che gonfiare aria fritta. Entrambe le decisioni frutteranno un risultato referendario destinato a far selezione, mutare il cast di produzione.

Uffa…sta a vedè che dopo tanta fatica per discerner, dal canestro di insulti, scempiaggini, supermegaballe e spregevoli fole, i pro per crocettare il  si o il no con ragione,  me devo sorbì  un tiro mancino…noooo, nun ce voglio crede…me farebbe schizza  na rabbia da incendià il cielo. 

bydif

Spray paint in a can

bombolspray

Scusate se non ci riesco. Non ho filing. Più ci provo e meno lo trovo. E da come vanno le cose è più forte di me star lontana dal renzismo. Non mi convince. Riconosco che ha doti eccezionali da banditore piazzista di idee, con una capacità innata di venditore leader di prodotti tuttofare che sa farsi largo tra la folla, per rifilarli senza tanti complimenti. Ma la sua bravura da super propagandista non basta, a far si che i prodotti che promuove ai mercatini giornalieri, con tanta aggressiva roboanza, impallinano il mio cervello al punto da spingere le mani  ad agguantare le sue spray paint in a can estasiata e gridareccia: a me, a me! Sarà perché difficilmente cedo al fascino di racconti fiabeschi, men che meno mi squacchero per un guru salva anime e pance se non riesco ad accodarmi al codazzo del prestigiatore pirinampolloso. Forse no. Più probabile perché le sue bombolette spray mi suonano tarocche. Come se il propano che deve far uscire il prodotto che toglie dal groppone la fatica di dar di gomito, se vuoi campare e non morire di illusioni o peggio di bozze di riforme e linee guida che ben che vada conducono al punto di partenza, è esagerato. Per cui, al posto del prodotto miracoloso, salva paese e gente, esce solo aria compressa e il prodotto resta nel fondo. E poi, ha uno stile esibizionistico talmente presuntuoso che rasenta i limiti del diktatur autocratico che mal si accorda col mio senso attrattivo. Ha un sex appeal catarifrangente! Infatti, chiunque nutre un piccolissimo dubbio, sulla merce che a raffica sforna e si azzarda a fare una domanda chiarificatrice sul come e sul perché le sue bombol spray sono le uniche potenti a garantire risultati strabilianti di perfetto pulito, a un paese tanto imbrattato da egoismi, lobby, corruzione e mala politica, già sbattuto dall’ue, dagli investitori, dalle tre sorelle rating nel cassonetto, con stizza lo regredisce allo stato animaloide gufastro. Un gufo menagramo e bastian contrario che difende solo il suo status quo, o, peggio le social diseguaglianze per precipui fini lucro speculativi pro my casta. Forse non sa, l’imberbe pioniere ” spazza via tutti gli ieri compresi i diritti” che di solito in democrazia ci si confronta e non si acquista a scatola chiusa. Anche qualora i prodotti- proposta fossero il top per risolvere i guai sarebbe legittimo domandare e approfondire per eliminare equivoci fallaci. Sarà banale e antiquato ma il flusso continuo di probabili risultati miracolistici di prodotti griffati IO-SOLO-IO che sgola, twitta, slaida, sfecebucca mi paiono un evidente intento cerca like di consenso, qualunquistico. Per  intenderci quello che alza il livello di popolarità, soddisfa le smisurate ambizioni egocentriche e non porta nulla di nulla a chi clicca. Per quello che constato, gli incontenibili social-web quasi sempre cadono nella fossa dei senza traccia, la loro nave porta link attira consenso popolar-distratto si perde nella corrente infinita e, semmai l’abbia a rimorchio, trascina a fondo quella porta fatti concreti. Di sicuro, i mi piace frettolosi alle sue spray bombol non fanno e non faranno mai risplendere i volti spenti e disperati ne rilustreranno le casse vuote, troppo irrealistici e acritici. Ancor meno i link spray antimuffatarli sono e saranno utili per far schizzare in testa al gradimento european il colossal relitto littleitalian. Rassettare tutto e tutti per riportare in auge il caracollante rudere, a mio sentire non è un metodo proficuo e veloce per far crescere i posti di lavoro, l’economia, i consumi, l’export…sconfiggere la miseria, la diseguaglianza i poteri dominanti europei e extra.. semmai un metodo infallibile per imploderlo.Capisco che il suo rapporto tempo-proposta marcia a velocità supersonica e fa girare la ruota del suo ambizio-esibiziomulino a sballo convinto che quella, girando, girando,  regge, persuade, salva l‘italica baracca e si intasca un guadagno extra di fam-farina. Ciò non mi basta. Non mi induce a diventare una consumatrice di spray paint in a can. Concludendo, sarà per l’innata avversione al pensiero unico, per la cautela a credere alle favole che per incanto ti rendono da pezzente a regina che non riesco a essere renziana? O perché so una gufa che non si lascia trasportare dalla voglia di avere un pulito a prova di batteri politico-virali, non compra bombolette effimere e non clicca subotton likeMah … Essere un bel gufo iellino..mi alletta.. più che… un individuo sparainfrettaaria. E poi..tanto per dire i gufi non sono di cattivo augurio, anzi...secondo sta strofetta …”Gufo, gufo della notte scura, che porti via fame e paura.. veglia su tutte le nostre genti, vecchi, bimbi e sugli armenti. Col tuo canto, che può far paura, proteggi gli amici con madre natura…Fate, gnomi fastidiosi folletti, non potranno più farci dispetti…” è il contrario. Il fatto è che i gufi sono pignoli e hanno doti di preveggenza! L‘udito finissimo e la capacità di girare la testa, quasi a tuttotondo poi gli permette di captare i rumorini e adocchiare su ogni fronte chi e che cosa c’è da sbaragliare. QuindiNon c’è da aver paura solo di stare all’erta, tanto nel predare che nel lasciare.dunque la gufite acuta è ingiustificata a meno che…a meno che non si  voglia ignorare i saggi preveggenti per osannare i…perself-proclaimed peacock….!!!

un salutissimo di felicissimo week end a chi passa

dif

Pinzaburla

Stamani c’era un così  bel sole che sono andata a fare una bella passeggiata. Mentre stavo camminando e rimuginando,  ho incontrato un  ometto giocorellone che mi s’è messo alle costole per  raccontarmi come passa le sue giornate in paese per non… annoiarsi. Con le sue facezie incredibili, mi ha messo tanta allegria che mi ha fatto sparì tutta la malinconia. accumulata in questa estate un po’ ballerina…bhe ve lo racconto…

roapazza

So pinzaburla dictofatt’tu’ iii

sgiocolazzo e m’arribatto

e co’ la mi tattica

arrampallina pavonazza

la crapa crosso a popolin

da sera a matin

che solo i’ ho la medicin

pe guarì tutti i su mailin

trullala trullirli!

Con slaide e cinguettii

i’ spudesto e ramazzo

m’insedio ne’ i’ bel palazzo

rambolando te sciamazzo

le riforme le so fa’ sol’ iii

trullala trullirli!

Lavorin jobs actin?

Na bozzetta da impallidì

te sciorino e te butto li

sull’italicus tavolin!

Legge elettorin e senatin?

Ci mietto lu mi bel faccin

te li infilo nel pancin

con rinculo del grillin

Trullala trullirli!

Giustizin e scolarin?

smaneggie scollietto

pressinge pallieggio

dribblingoe stwitto

#maigistrostasicurofotuttiii

tra vent’anni semo ancor agli i

Trullala trullirli!

Riversa UE e sfora bilancin?

Merkelntillo arrogottizzio

slaido annuncio e straustwitto

te lancio le riforme nel piattin

e col dikto fo’ tutt’ iii un si raccatticcio 

e manno   mog’scherin a ‘u estero

Trullala trullirli!

Da libero pinzaburlo 41%

te riformo e te sbruxsellos

cambio scambio sblocco

triangolo roto rivolto

placco spacco e centrocampo

#italiapartichequicesto’iii

Trullala trullirli!

So pinzaburla dictofackiut’ tutt’iii

impazzo e spazzo in attacco

gonfio e sgonfio e te ricarco

lancio giro e spiffero

impallo smunetizz e ‘ciatto

in#millegiornifrullolafrulloli

spiazzo vendo rimpiazzo strafaccio  

a terra   a’ popolin s’ palazzo infin

i’ sbullo giu com’u’coiastro

Trullala trullirli! 

*

buon week hend  bydif

ogni riferimento a chiunque è…. puramente cassiale

RENZOPOLI

renzopE così, in vero stile retrò l’ingordino  Renzi si è sbarazzato del suo rivale “fratello” politico e ha formato la sua renzopoli governativa. Ma ce la farà a restare quattro annetti sulla poltrona sgriffignata con cianciette ipocrite di amor patrio? No. La poltroncina tanto agognata e conquistata con scorciatoie palazzopole non reggerà ne al peso della sua irruenza sculettatoria del faccio meglio tutto io, ne agli assalti segaiolideidestropredoni, ne ai tarliscavaiolipentastellati che aspirano a banchettare indisturbati. In fondo non c’è da meravigliarsi se non durerà a lungo sul tronetto. Come si dice “chi la fa l’aspetti” E lui l’ha fatta grossa! Ho l’impressione per non dire certezza che non dovrò aspettare tanto per assistere a un  “gelido  passamano”  di  campanellina di Renzopoli a…..??? tecnopoli?svernapopulis? grillopoli? nonnopoli?.…..nohoeh……facciamo   seriopoli…sennò ci scappa rivoluzionopoli…..al momento voglio pensare al meglio…

 augurando una buona settimana di renzibuongoverno  a tutti 

un caloroso ciao 

Dif

BABELFIERA

attualità,vita,politica

Domenica prossima si aprono le porte della grande fiera nazionale pro futuro. Ogni fierista partecipante sta pubblicizzando il suo stand con metodi etici assai discutibili e per niente eleganti dal punto di vista del frasario usato per sbarazzarsi della concorrenza e convincere la massa-visitatrice a preferire il suo prodotto tanto che viene una pazza voglia con una pernacchiona alla totò esondarlo nei dedali galattici eterni. Veramente questo rush finale promozionale dei liderini standisti fa accapponare la pelle. Solo urla, parolacce, sfottò, sassoballe e cialtronerie fuoriescono a gragnola assordante dalla loro bocca. Del tutto scomparse parole concrete e trasparenti sul come e sul quando il prodotto mercanteggiato con tanta foga sarà decisivo per risolvere, almeno in parte, la situazione di stallo che attanaglia giorno e notte ogni settore del quotidiano vivere del 90% dei potenziali visitatori-clienti- Ciò nonostante per evitare uno shopping emozionale che poi rimpiangerei o un rifiuto a qualunque acquisto per protesta indiscriminata verso i fieraioli, suggerita da qualche spregiudicato piazzaiolo, ho provato a sfogliare i loro cataloghi ma aldila di qualche raro sprazzo di distinzione nei nastri delle confezioni non ho trovato nulla che facesse venire l’acquolina in bocca al mio stomaco e la voglia ai miei piedi di andare alla fiera. Principalmente la mercanzia proposta mi è sembrata falsa, aleatoria, indecifrabile sui modi e tempi di utilizzo, inefficace a produrre vantaggi essenziali, per meglio dire non mi è parsa un affare ma un “ miles gloriosus” plautino.

Non so se tappandomi il naso per non aspirare i veleni della monnezza che si sono scagliata addosso i boss degli stand andrò a comprare uno scatolone dal contenuto incerto o se “orso bruno” che a quanto pare verrà in quei giorni dalla lontana russia a visitare l’emilia romagna con i suoi soffiotti mi gelerà ogni tentazione di acquisto evitandomi il rischio di scegliere un pacco esteticamente allettante ma di vuota sostanza. Comunque sia non recriminerò, tanto ogni standista a fiera chiusa strombazzerà di aver venduto e ricavato più di ogni altro concorrente, piazzerà i suoi servili aiutanti nei palazzi  dove si trastulleranno fino alla prossima fiera, uno qualunque si istallerà per un po’ nel palazzo dirigente, proverà con qualche apparentato a rimpacchettare la merce invenduta dal precedente inquilino, farfuglia farfuglia, contratta contratta, non riuscirà a rifilare nemmeno la sua merce, tra una baruffa e l’altra quella buona marcirà e il tutto si trasformerà in una miseranda babelfiera.

 Un saluto a tutti

dif