Pitocchi, Picari e …azzardo

Tra i giochi popolani di strada spicca quello dei Pitocchi e Picari. Cioè un gioco d’azzardo, astuto ma fondamentalmente non malvagio, escogitato da furbastri e destri “bricconi”, con scarsi mezzi finanziari, per incettare col trucco soldi. Il gioco è ben esemplificato da un quadro di ignoto caravaggesco che illustra due scaltri “figuri” mentre mostrano il gioco dei bussolotti.

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Il gioco, noto come” gioco dei bussolotti” è millenario ed è il primo gioco a trucco e non di illusione di cui si ha traccia documentale. Risale all’antico Egitto e la si trova in una pittura murale all’interno di una tomba del 2500 a. C. , in cui si vedono raffigurati due uomini inginocchiati che con 4 recipienti, simili a ciotole, sono intenti ad eseguire il trucco dei bussolotti. Molto in voga nel ‘600/ ‘700, il gioco dei bussolotti o campanelle, in Europa bicchieri di rame impilabili, è ben conosciuto anche oggi. Infatti, Pitocchi e Picari, di solito muniti di tre bussolotti o campanelle, e una pallina che iscenano, per le strade e nelle aeree di sosta, una dimostrazione per alloccare i creduloni a scommettere bei soldoni, se ne incontrano in ogni parte del mondo. Ovviamente, a chi abbocca alla loro  lusinga  e convinto di fare un ” affare” redditizio scommette con loro, non sa che gli astuti picari, sposta qui, sposta la i bussolotti, con abilità pari a maghi o prestigiatori,   truccano il gioco,  si intascano i bei soldoni, e lasciano il malcapitato a mani vuote.

“IL NOVO ET PIACEVOLE GIOCO DI CARICA L ASINO “

Immagine - Copia

Spulciando fra i giochi d’azzardo v’è  il ” CARICA L ASINO “ Consiste, in un tabellone di caselle con al centro raffigurato un asino e due personaggi e la scritta io carico” ho scaricato “. L’asino rappresenta la “puglia” cioè il detentore dei sacchi pieni di quattrini. I due personaggi rappresentano gli azzardatori, ovvero i giocatori che, affidandosi al puro caso, scommettono di riuscire a portar via tutta la “puglia”, i denari  dell’asino. “Ciascuno metterà su quel tanto che gli parerà et a chi toccarà .. tirerà poi cercherà il punto/…/quel tale giongera quatrini/ …. /et le riffe di sopra tirano quel tanto che /… /leva tutti i denari…

Alla fine?  Beh… Par chiaro,  i due ” azzardatori ” tira qua, tira la, insistono e insistono e ” l’asino” è costretto a cedere  gli agognati  quattrini!

” PELA IL CHIÙ” 

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che … venuto in luce adesso / …./ Ti potrai tratener tal hor con esso / Ma non ti pensar che si consenta / Giocar per vitio che no(n) te concesso” . Illuminante neh!

“AL PELA IL CHIÙ ” è un gioco simile a “CARICA SCARICA L’ASINO”. Bensì, al centro, al posto dell’asino, presenta le figure di due civette incoronate, tra le quali, senza alcuna relazione con esse, è indicata la combinazione vincente: 6-6-6, ( umm, ummm, combinazione  piuttosto diavolesca ) che “tira honoranza (da) tutti”. “AL PELA IL CHIÙ è infatti  un gioco d’azzardo in cui si corrono rischi e pericoli con effetti finali assai poco onorevoli e alquanto rovinosi, ben spiegati “Con sei quattrini un pezzo alegramente / Poi stare, e tener un spasso d’eccelenza / Ma... perchè sappi il tutto intieramente / Del gioco ti dirò la continenza /…”Come hai trovato il po(n)to che fatt’hai / Guarda quella figura ch’ e li dritto / E second’essa ti governerai / Perche quel ch’ai a far troverai scritto / E s’ haverai da tirar, tu tirerai. / S’hai da giocar ancor starai al ditto / Chi . tira vuol dir.  paga o’gionta / E il numero di quelli poi si conta”;; “Quei che nel fine il ponto scontrarano / Come a farina tirano i denari / Con l’honoranza e quei che più farano / Giontano sin che al numero sien pari; / E la meta le riffe tireranno. / Del gioco sempre e acciò che siate chiari / La riffa de diciotto l’altri avanza / Tira ogni cosa et anco l’honoranza.”

Certo è che in questo gioco se il diavolo ci mette lo zampino…l’onore va a farsi friggere!

Altro gioco interessante ma assai pericoloso è “COGLIERE IL GUFO” in quanto non è un gioco di percorso, con un inizio e una meta finale ma si affida semplicemente all’azzardo :“chi fa raffa di disdoto vince il gioco et la honoranza se vi e il patto” a destra: “il punto ritrova la sua stanza et si (o)sserva quel che dice la letera”

Embè… quando si azzarda…. chi sa dir se alla fin  si può o no pentir!

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In conclusione: rischio e azzardo fan parte della vita. Pitocchi e picari che furbescamente lusingano con miraggi di mirabolanti promesse di “vantaggi” ci son sempre. Giocarci non è un male. L’importante è aver ben chiaro che nell’azzardo ogni calcolo di risultato è assai precario e scommettere con un Picaro, se va bene ci si rimette soldi, se va male…. ci si rimette la faccia!

Buon gioco a tutti!

 Bydif

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qui sotto le immagini originali  che ho prese a “prestito” dal web per i fotomontaggi. grazie.

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Passatempi a tempo

partita a scacchi

Dai tanti riferimenti trovati nella storia di molte culture in rappresentazioni artistiche su materiali d’ogni genere, forse un po’ per la sua forza liberatrice, forse un po’ per le regole, forse un po’ per lo scopo sociale di raggruppare o per il gusto della competizione, il gioco è uno dei passatempi più antichi del mondo.

ping pong

Naturalmente la gamma dei giochi è varia, alcuni sono praticati e conosciuti in tutto il mondo, altri sono espressione di singole culture, taluni hanno valenza di opportunità folkloristica significativa di tradizione e orgoglio popolar nazionale, bensì tutti hanno in se un valore di un complesso di svago che costituisce un patrimonio umano del magico mondo della fantasia, del rapporto fra abilità e intelletto, fra attitudine fisica e scaltrezza intuitiva, tra illusione e simulazione, tra positività ludica e simbologia selettiva.

gioc atori golf

Nell’arte di genere, i giocatori di carte è uno dei temi più ricorrenti, in quanto già dal XIII secolo  la pratica di tale svago coinvolse ogni classe sociale, sebbene va sottolineato che nel periodo gotico tale gioco era inteso come una attività cortese con il quale la nobiltà analizzava le possibilità combinatorie tra necessità e abilità individuale, tra caso e cagione. In sostanza esprimeva un riflesso di intuizione che consentiva di immaginare le interazioni, le alleanze, i tradimenti, i contrasti della vita in specie in quella di corte.

la partita consulting

Nel mentre poco si sa che ruolo avesse il gioco delle carte o come la società lo recepiva e utilizzava a scopi strategici anticipatori tra la fine del Cinquecento e il primi del Settecento, nitidamente molto si conosce di come il sottile filo che separa il divertimento dal baratro dell inganno, non è sfuggito all’attenzione degli artisti.

giocatori di carte picche

Anche perché ogni gioco è “campo” di incontro scontro e centro di interesse su cui la fortuna riversa benevolenza spesso disarticolata e alterna. Infatti, dal 17° sec. il rapporto fra gioco, inganno, illusione, rissa, azzardo, giocatori, ambiente e spettatotori, ha ispirato artisti del calibro di Caravaggio, Georges de La Tour, Cézanne, Munch, Severini, Botero, per realizzare veri gioielli artistici che si possono ammirare nei vari musei di tutto il mondo.

che carta gioco

In alcune delle più grandi opere di tali artisti, nonché di tanti altri, la tematica del gioco, cattura perfettamente la rappresentazione dell’azione dei giocatori, i piccoli dettagli dell’atto stesso di giocare a carte come la concentrazione, gli sguardi d’acciaio o di sospetto, la guerra psicologica, il dramma introspettivo della competizione, l’eccitazione, l’energia nervosa o la flemma, la partecipazione emotiva degli spettatori, l’impressione del tranello, del bluff sempre in agguato. Tantè che nell ’ambito della raffigurazione degli imbrogli, il “baro” nella narrativa della storia dell’arte sull’argomento ha il primato della popolarità.

tre settete

Va detto che il gioco delle carte nasce in Cina 2000 anni fa per giocare a soldi, anzi all’inizio le carte stesse erano soldi, cioè la posta, solo successivamente diventano gioco e ovviamente dove c’è denaro è facile ci sia trucco e inganno, se poi la posta in gioco è carta moneta va da se qualcuno bari o tenta di inquinare il gioco. Alcuni dicono che le carte siano nate in Spagna, altri a Napoli, altri ancora derivino da una moneta romana però considerato che la carta fa capolino in Europa nel XII sec d c. e in recenti scavi archeologici si son trovati pezzetti di carta risalenti al II sec. ac. l’ipotesi è da scartare.

asso-di-quadri

La curiosità è che il gioco delle carte dalla Cina passa alla Persia, dopodichè nell’VIII sec, attraverso la conquista dei territori persiani viene conosciuto, rielaborato e verso il 1350 introdotto in Europa dalla cultura araba. Il mazzo di carte più antico d’Europa che si conosca è quello conservato al Museo Fournier de Naipes di Vitoria-Gasteiz, in Spagna risalente al pieno rinascimento e soprannominato Italia 2 .Proprio a conferma di come il gioco delle carte in qualche modo è sempre stato giudicato di per se un insidia già nel 1376 a Firenze venne emessa un ordinanza di divieto del gioco con le naibbe. Ovverosia delle carte e il cui termine naibbe è di derivazione da una delle carte, precisamente quella del deputato, in arabo naib. Beh, proprio dal termine deputato è scattata in me la molla di prendere a prestito alcune immagini di opere di artisti famosi per ironizzare un po’ sulle vicende che ultimamente tengono desta l’attenzione popolare e proliferano in tutti i media.

tre sette col morto

Oggi come oggi il gioco delle carte, dopo aver resistito a secoli di  mode e innovazione tecnologica, è uno dei passatempi più amati e popolari d’ogni generazione e classe sociale e si può dire che non v’è alcuno che non abbia un mazzo di carte in casa per svagarsi in qualche occasione di raduno amicale o familiare o semplicemente per usarle in “solitario” per farsi compagnia.

Ridere e svagarsi fa bene alla salute!

bydif

Nel passatempo a tempo milan napoli al momento 0 a 0… finirà…

mila napoli

finirà che la palla è tonda e ruzzola senza diventar quadra! ma…

ma in politica …eh eh a volte ruzzolando ruzzolando diventa pure un triangolo.

Realtà e ingegno


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Noi siamo energie compenetrate e compenetrabili dell’universo ma sappiamo ben poco in relazione alla sua complessa vastità. Sosteniamo il certo e tendiamo ad escludere l’incerto così spesso annulliamo la possibilità di accedere a piani di conoscenze insolite negando a noi stessi l’opportunità di evolverci in modo naturale e in armonia con quanto ci lega al vicino e al lontano. Talvolta è solo un fatto banale o il caso ad allargare gli orizzonti , a mettere in moto i meccanismi di studi ed esperimenti scientifici che  portano a scoperte, conquiste e progressi eccezionali.

PRESSIONI NUMERICHE

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L’espressione “dare i numeri” di solito viene usata per dire a qualcuno, in modo garbato, che i suoi ragionamenti sono “sballati”, illogici. Anch’io a volte do i numeri!!! Però non in tal senso, o almeno credo, ma…nel senso di dare dei numeri alle persone.
Numeri fortunati da mettere in gioco?? Spesso ma non sempre. Talvolta solo numeri che servono alla persona per indicargli un qualcosa che può essere una data, un giorno, comunque un’indicazione di un evento che potrà cambiargli la vita oppure servirgli da avvertimento per fare o non fare qualcosa come ad esempio concludere un affare, fare un investimento, prendere una decisione, partire per un viaggio ecc.
Di solito sono numeri che a cadenze irregolari percepisco con intensità, numeri che mi si presentano in vari modi, come se mi chiedessero di prendere consistenza ma si materializzano nel momento in cui avvicino una persona o sento pronunciare il suo nome. Insomma avverto delle vibrazioni con frequenza ritmica che aumenta di intensità in presenza di determinate persone che mi obbliga a scrivere o a dire una data o dei numeri.
Naturalmente la cosa a volte mi imbarazza, specie quando nel riferirli noto sul volto delle persone chiari segni di perplessità o…peggio! Però devo farlo. Infatti le sollecitazioni che avverto non mi abbandonano fin quando non ho scritto o comunicato quei dati numeri, anzi quando per pudore o per …altro mi rifiuto di “dare i numeri” subisco da parte “loro” ritorsioni negative. Per esempio se il numero 20 mi pressa e io non lo riferisco al destinatario qualunque questione abbia un riferimento 20 mi diventa contraria così capita che perdo 20 euro o il 20 del mese successivo la giornata a dir poco è assai difficile! Perciò, anche se non trovo il bandolo della matassa per spiegarmi la questione, a mie spese, ho afferrato che quando un numero mi “chiama” rispondo, me ne libero con velocità e senza tanti crucci.
Oggi 14 46 84 12 mi chiedono di darle visibilità, non so perché né per chi e neppure quale messaggio vogliono indicare tranne che le lettere M B E sono un riferimento.
Le vibrazioni sono fortissime, quindi sono certa che il messaggio cifrato arriverà a chi o a quanti è indirizzato e saprà cogliervi l’opportunità o il nesso che a me francamente sfugge.
I numeri in più “dicono” che i nati il 25 debbono osservare bene questa sequenza numerica 1180088155 perché vi troveranno la risposta di un quesito o vi estrapoleranno la radice che serve da moltiplicatore per un’equazione di enorme importanza per avanzare nei loro progetti.(???)
Ma… io riferisco…!!! In  questi giorni  tutti sono a caccia di numeri per una sestina vincente, sarei felice se qualcuno trovasse fra questi numeri  l’ispirazione  per azzeccarla. Purtroppo non sono destinati a me. Di  solito funziono solo da radar, divento un sensore rice- trasmettitore. Peccato…