CHE PALLE SAN REMO MIO!!!

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Da due giorni e anche più t’ emperversi sulla TV. Sanremo qui Sanremo la ma perché io t’aggio da’ guardà? Che c’è de’ novo che me poi di per famme innamorà e statte a senti? Birbone.. te s’è accaparrato nu guru da ventiquattromila karati pardon ventiquattromila baci per famme scote l’antipatia e famme prende da la tu mania! Cosssì me so’ accovacciata come una matrona su la poltrona de ‘casa mia per statte a vede e sentì. Aho per poco non me piglia un colpo, bim bum bam spataclan me paria l’apocalisse, fusse vegnuta l’ora che lu monno finisse! me niuta na paura che per poco me la fo sotto!!! Poi l’è apparso lui, il Super Super e me so un poco calmata. M’ha fatto venì na pena lo poverino! Con la su sete arretrata paria una foca incavogliata tanto che per fassela passà tra nu sorso e l’altro sé dovuto mette a sparà. Ha dato una smitragliata che pure la mi micia che se vive la su vita e nun glie frega nulla ne de Sanremo ne de chi ce va s’è sparuta e l’è fuggita! Beata lei che po’ scappa e non gli tocca sentì quel che sta a di il solito intervistaschifato. Ma dico che c’è da schifignarsi in un sproloscenico?. Che t’ho da di, sarò refrattaria, a me nun ha fatto ne caldo ne freddo a sentillo raccontà li fatti truci, me parea de senti la manfrina che me fa sorbi ogni matina la mi vicina, tra no sbatacchio e l’altro de tappeto me snocciola una litania su li preti e lu paradiso che nun te dico san remo mio, da impallidì. Mica le basta, per tenè l’auditel vivo e nun famme ritirà a fa li fatti mia me fa na montagna de sermoni su la consulta e la sovranità de stato come se fussero novità e io nun le sappia già che son cose fritte come le chiacchiericcie che fa mi nonna, ma quelle son bone da magna e me fanno pure rilassa! De diverso m’è parso de senti cantà ma chi se ricorda le canzoni e gli stornelli, si son messi tutti a ribellasse, tutti a scandalizzasse. Che c’è de strano da sgrintarsi non lo capisco, manco na parolaccia ho sentito che me facesse sobbalzà e le cicciatelle nun me fanno de certo divertì ma neanche me fan gridà: mamma mia scampa l’anima mia! Anzi, se me pagano pure io ce vado su quel palco a sparlà, ne avrei de sassi da scaglià per fa scandalizzà!! Già ma io chi so per attirà l’attenzione, ce vo prima de montà l’informazione. Uh che palle m’han fatto veni, tanto grosse che han fatto cadè pure le mutande a la Belen che poverina l’è scesa dalla scala con la veste reversata tanto per mostrà lo strategico tatuaggio e copri la cosina. Coi pro e i contro e sto sta a di arretrato da gufo impagliato sto san remo poveretto pure da san Pietro s’è preso no rimbrotto per nun aver fatto no miracolo a una bella stangonazza che s’é dovuta sbroglià lu torcicollo come una matassa per fasse vedè e non sparì scalcinata da le gonne de la canalis e la rodrighes. E come se nun bastasse per paura de fasse interdì da quello che comanda tutta la baracca universarai ha mandato un sorvegliacasino de modo da fa sparì la voglia de bombe parlantine, baci omo e tutte le scollacciascelleratie che fanno indignà chi sta a guardà per contestà la tu libertà de dire e de fa. Ma chi se ne frega tanto se sapeva. Basta aizzà un branco de lupi per fasse sbrana! A me le palle nun me l’ha riempite lu santone moll’ uggiato col liberatorio dirello che nun fa neanche tempo bello ma gli strilla moralisti bontemponi che se credono dei perfetti gonfiapalloni. Come se nun me bastava il reting, il default e il resto che me sta sopra la testa come un capestro e nun me fan dormi, ce volevan sti festivaltieri carnevalini per toglieme anche la voglia de magnà, bhe qualcosa de buono ce ricavo, se nun magno nun spendo e se nun spendo risparmio e di sti tempi nun è poco avere un eurino.

C’avevi ragione san remo mio, te dovevo proprio guardà pe’ famme un sacco de risate, quello che nun capisco come mai se stanno tutti a ribellà, pensa me piace rocco, si papaleo me sembra proprio che se sta a divertì, senza vole stupi, strimpella la sua frecciatella che t’arriva alla garbatella e rimbalza sul cupolone e va a rotolà a monte mario e risale fin su da te all’ariston sollevandote lu morale cume nun sa fa nessun virtuoso calciapallone. Che t’o da di me piace così tanto da famme impensierì, sarà perchè nessun ne parla e non me riempe le pivette rischiando de famme strabordà le du grosse s’palle che man fatto venì gli sciafignaindignati

Però te devo fa na domanda: ma li cantanti do so andati a fini ? mi sa che son volati via con la bianca colomba mia! Dice che eran tempi belli… teldico, in tv mica c’andavano i messacantatapresentati solo quelli per le feste agghindati che nun se facevano censurà!

Sbrigati a finì, a statte ogni sera aspettà per sentì l’indomani chi c’ha da di de te m’ha stufacchiato, però prima de sparì famme risentì il super superissimo lo voglio ringrazià per avemme fatto sparì da lo tv lu gelo che solo a stallo a guardà me faceva strangozzà, figurati a spalà che palle san remo mio!!!

per ora te saluto

dif

DEVE ESSERE L’AUTUNNO

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Deve essere il cielo grigio, le foglie che mulinellano e poi cadono a terra come ali di farfalle trasformando il mio giardino in un quadro impressionistico a farmi recepire in modo curioso e impertinente certe notiziole.

Si, devess’essere l’atmosfera autunnale che mi impedisce di comprendere come, in un grande paese dalla millenaria cultura, a qualcuno venga in mente di definire la scelta di un comitato di assegnare per il 2010 a Liu Xiaobo il nobel per la pace “scandalosa provocazione paranoica “

Devono essere le foglie che si staccano dai rami a confondermi se credo che qualcuno in quel grande paese si è adoperato ossessivamente per non far trapelare sul territorio la notizia dell’affronto, ha oscurato tutti i mezzi di informazione, invece che plaudire con orgoglio ha messo agli arresti domiciliari la moglie. E’ proprio buffa sta cosa, un premio nobel mica lo prendono tutti, in tanti lo sognano ma pochi lo ottengono e qualunque paese dovrebbe esultare se un proprio “figliolo” viene insignito di tale prestigio.

Si, deve essere il turbinio delle foglie se mi prude il naso e mi par che in quel paese ci sia una grande muraglia che impedisce alle idee di circolare con libertà e misconosce i più elementari diritti umani. Forse con l’autunno ho una digestione lenta se mi pare che c’è una cecità a tempo: vede la potenza economica in espansione di quel paese e non vede la brutale e disumana repressione di qualunque libertà che esercita.

Devo prendere la citrosodina.

Eh si, mi ci vuole proprio sennò l’acidità mi offusca la comprensione e mi par di vedere gente, compresa me, che urla :“ no pena di morte a Sakineh”e il giorno dopo muta come una triglia se in altri “civilissimi” stati altre donne e uomini vengono giustiziati.

Mea culpa, mea culpa, da sempre sostenitrice che nessun uomo o stato ha il diritto di punire un reo tirandogli pietre, mettendogli una corda al colla, facendogli una puntutrina, sparandogli un colpo alla testa o …. mi è stato facile cadere nel trappolone di una fanfara mediatica e credere che il dissenso contro la pena di morte era universale e non circoscritto a un “turismo per caso”.

Deve essere anche la prima nebbiolina delle valli padane ha rendermi stomachevole il continuo turbinio delle notiziole su un certo “orco” in arene, su due più due meno due, sul cinque o alle diciassette.

Stavolta però non mi indigno e non mi irrito, evito il trappolone mediatico che mi farebbe dire:

“ cervelloni, disquisitori, psicocriminologi, sministrelli informatori, sfogatoi di buchi neri, branditori di certezze, investigaintenzioni, certificatori del perchè, per come per quando è inutile che sviscerate le budella dell’orco per mostrare l’orrore del misfatto, una settimana prima avevate sezionato indecorosamente proprio quella creatura innocente che volete cavare dal pancione. Il vostro parlottio salottiero più che informazione mi sembra orrida ostentazione”

Eh no, non cado nel trappolone!

Per digerire l’orrore delle notiziole autunnali che mulinellano più numerose delle foglie, sono più grigie del cielo come quella di quattro bare coperte da una bandiera, sbarcate stamani all’aeroporto fra lacrime, sofferenza, visi affranti e visi di circostanza, orrore di una missione di pace che ha fatto saltare in aria altri quattro giovani, non basta la citrosodina, mi serve altro.

Qualcosa che mi faccia scaricare a terra rabbia e dolore e mi tolga la nausea autunnale.

Devo muovermi, camminare.

Ho trovato, vado alla cantina a prendere un po’ di mosto per fare i “sughi”

Fuori le foglie mulinellano, gli alberi si spogliano, il cielo è grigionero, ma con la tv spenta tutto mi sembra una delizia mentre mi sbafo una coppetta del mio budino di uva.

Provare per credere, è semplice prepararlo, vi lascio la ricetta:

Procuratevi un quarto di succo d’uva ( mosto) nero o bianco è indifferente; mettetelo in un pentolino con 2 cucchiai di farina e 2 cucchiai di zucchero; mescolate bene per evitare grumi; ponete sul fornello e mescolando portate a ebollizione; tre quattro minuti di cottura e poi togliete dal fuoco; lasciate raffreddare 10 minuti poi versate in una o due coppette e ponete in frigo, se vi piace freddo. Un’oretta ed è pronto da gustare.

Il budino d’uva, o sughi oltre che delizioso è un’ottimo ricostituente e si conserva benissimo in frigo. Potete farne una quantità diversa moltiplicando le dosi.

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 Avete assaggiato? Non è una delizia per togliersi l’amaro in bocca?

gradevole settimana a tutti

dif

IPOCRISIA MEDIATICA

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Nell’ascoltare, ieri sera su la 7, l’infedele condotto da Gad Lerner le solite  analisi sull’utilizzo della donna come merce di scambio in politica, negli affari, in una certa società legata al malaffare o in talune trasmissioni televisive, mi si è rivoltato lo stomaco. Di quali donne  parlavano? Quelle che conosco io non vendono il loro corpo per qualche favorino, lottano con unghie e denti per farsi rispettare. Non  mostrano tette e culi per fare carriera, studiano, si informano, si specializzano, fanno faticosamente carriera per merito. Non nego che ci sono donne che cercano scorciatoie ma sono una minoranza. Perché mettere tutte nello stesso calderone. Perché far passare  le escort per vittime e non dire che hanno scelto liberamente di  vendere  il proprio corpo a caro prezzo piuttosto che impegnarsi in settori meno renumerativi e di maggiore responsabilità. Ovviamente non parlo delle migliaia di ragazze obbligate dalla criminalità a prostituirsi.  Perché ridurre il mondo femminile solo materia da utilizzare a scopi sessuali. Dove lo mettiamo il cervello delle donne, di tutte quelle scienziate ricercatrici ecc. che si fanno onore nel mondo. Mica provengono da un altro pianeta o sono mostri che debbono starsene in antri bui. Al solito strumentalizzazione politica per dire altro. Sono stanca di sentire la stessa manfrina sulle veline per ricamarci su sermoni di falso puritanesimo. Chi vi aspira è giusto lo faccia, se poi per arrivare prima all’obiettivo concede le sue beltà saranno cavoli suoi. Perché non si rispetta chi fa un lavoro dove conta anche il corpo e si presenta come una volgarità. Fare la velina, la soubrette, la ragazza immagine o quant’altro di simile non è mica sommatoria di due più due per dire uguale scarsa etica o  mignotta.  Perché non parlare di tutte quelle giovani ragazze belle, intelligenti e professionalmente preparate che fanno scelte diverse, ragazze che hanno sogni ed obiettivi meno eclatanti, lontani dall’apparire in un contenitore vuoto o su qualche copertina. Forse perché non producono scandalo, forse perché per farsi apprezzare devono lavorare il doppio degli uomini. Forse perché preferiscono conservare la loro dignità e non usano il loro corpo per scambi immorali. Forse perché non si lasciano corrompere dal miraggio di arrivare in vetta senza guardare dove mettono i piedi, preferiscono salire osservando bene gradino dopo gradino dove li poggiano. Ragazze che sanno distinguere il bene dal male, non temono il sacrificio, non hanno fretta perché sanno che il successo si conquista progressivamente, preferiscono assaporarlo lotta dopo lotta, impegnandosi con   determinazione, volontà e costanza per arrivare vittoriose al traguardo, e poi continuare, senza adagiarsi sugli allori, un nulla può far franare il risultato  conquistato in anni di sforzi. Donne che  preferiscono realizzarsi in settori meno provocanti, quelli  imprenditoriali, artigianali, professionali, quelle che sognano di fare il medico, le educatrici, le mamme a tempo pieno o le bariste, le fioraie, le stiliste, le coltivatrici. Vi sono  milioni di donne che fanno altre professioni,  differenti da quelle di veline,  escort o starlet, si impegnano onestamente nel lavoro, nella società, nel volontariato, nell’assistenza, in famiglia e non se ne parla mai, solo in casi di disgrazie, di cronaca nera o per motivi commiserativi. Perché? Perché queste donne non alzano gli ascolti, non producono pruriti ai cervelli ottusi e faziosi, non suscitano clamore per ore di trasmissioni televisive, non sono stuzzicanti per gossip salottieri e rivistaioli, non richiamano titoloni di mesi e mesi sui quotidiani.  Ancor più ributtante  è stato  ascoltare il modo riduttivo di trattare la donna come un oggetto ad uso e consumo del mondo mediatico, come se non avesse un’anima, una sensibilità, una qualsiasi reazione e ribellione a lasciarsi adoperare dal primo imbecille che apre la bocca o gli promette soldi, potere, visibilità, carriera  in virtù del corpo.   Perché ridurre il mondo femminile solo pettegolezzo facendolo passare per analisi della realtà, informazione, divulgazione sociologica, diritto di presentare la verità. Perché fare tante trasmissioni per deprecare l’uso del corpo femminile e usarlo nel modo peggiore ? Soprattutto non dire esplicitamente che ci sono donne che acconsentono liberamente di usare quanto madre natura le ha fornito per facilitarsi la carriera e altre che invece neanche obbligate lo fanno e spesso ci rimettono tutto anche la pelle. E gli uomini che usano il corpo e altri mezzucci allo stesso scopo dove li mettiamo, nel paradiso perché sono maschi.

Ipocrisia mediatica. Per grazia Deus era l’ultima puntata.

Ah!.. BLA BLA

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giorni veloci

 chiacchiere veloci

corse, spinte, urti, fare, disfare

sommare,  accantonare, serrare

separare, martoriare, osannare

osannare chi?…

Noi

Voi

Io

Tu

Per cosa?

NOI  VOI  IO  TU

Ah!

 

spinte, gare,  celerità,  velleità

correre, battere, sommare, assommare,

viaggiare, perpetrare, incensare, sventare

arrivare, salire, salire, salire…………..

Salire?

Si

Chi sale?

Noi

Voi

Io

Tu

……Ah!

Dove si sale?

……boh

Ah !

 

elevarsi, scendere, oscillare,

trottare, arrivare, spintonare

capovolgersi, cadere, esultare

buttare, ritrovare, arringare

arrivare, sbeffeggiare, arraffare

arraffare?

Si

Chi?

Noi

Voi

Io

Tu

…..ah!

 

 giorni veloci

chiacchiere veloci

vite bruciate

cervelli inguainati

Inventiva massificata del potere

ah….

bla bla

 

 bydif