Per anni la strada ho divorato
Con l’occhio incollato
All’orologio quadrato
Ho viaggiato e viaggiato
Galoppato e sbarellato
Inferi sentieri traversato
Assediati da filo spinato
Ho visto e scrutato
Albe sbiadite e irrigidite
Cieli chiari e cieli infocati
Saltato pasti e ingozzato
Caffè bollenti e chiodi molesti
Ho visto e scrutato
Crepuscoli bruni e notti incavate
Volti bianchi e volti crucciati
Piedi scattanti e piedi bloccati
Con l’orologio quadrato
Incollato a lacrime e naso
Per anni la strada ho divorato
Ho traversato anse e serpai
Nebbie e veleni infiltrati
Quartieri sovrappopolati
Paesi con muli sbandati
Ho visto e osservato
Sorrisi stirati e bimbi assonnati
Alberi verdi e alberi impalati
Tormente infide e afe sgobbate
Piagge rocciose e lande nervose
Superato spaventi e sbandate
Grovigli di serpi e fiumi assetati
Venti furiosi ed esaltati curiosi
Per anni la strada ho divorato
Con l’orologio quadrato
Incollato al cuore spezzato
Ho viaggiato e viaggiato
Oltrepassato oceani placati
Mari rabbiosi e deserti turbinosi
Campi rigogliosi fiumi nebbiosi
Giardini infiorati e boschi festosi
Scorto anime squartate
Volti crudeli e ghigni piegati
Occhi lucenti e mani serrate
Per anni la strada ho divorato
Incollata al vetro sabbiato
Ho viaggiato e viaggiato
Col mio orologio quadrato
HO scavalcato filo spinato
Violentato tempo e ragione
Ingozzato polvere e delusione
Domandato e imprecato
Vegliato e digiunato
Pianto e defecato
Come un vecchio soldato
In trincea appostato
Con l’occhio incollato
Al nemico giurato
Inflessibile logorio d’un tempo
Comandato da travaglio e fiato
Avverso a soste e passioni
In nome d’un dovere esaltato
Da materno senso persuaso
Ho viaggiato e viaggiato
Col mio orologio quadrato
Volteggiato tra forre e precipizi
Varcato confini e pregiudizi
Sfidato poteri e avventurieri
Cambiato stile amanti e pareri
Consumato mille pensieri
Con l’occhio incollato
Al mio orologio quadrato
Per anni la strada ho divorato
Scorticando ogni illusione
Ho rotto l’orologio quadrato
La strada mi ha divorato
Non sono parole a caso, sono la sintesi di un pezzo di vita reale d’una donnamadre. L’’orologio era l’ incubo giornaliero di un lavoro dai modi e ritmi sfrenati lontano da casa