Impressioni di un giorno di festa devozionale

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Oggi, 13 giugno, ormai ieri, a Padova in ricorrenza della morte di sant’Antonio dall’alba fino a tarda sera è stata festa grande. Come solito i numerosissimi pellegrini giunti da ogni parte del pianeta per assistere alle celebrazioni in onore del Santo hanno reso l’ anniversario solenne e alquanto incancellabile da mente e cuore. Parteciparvi è sempre veramente coinvolgente, molto molto mistico e intimamente liberatorio di ansie, preoccupazioni, inutili fronzoli del vivere che appesantiscono e tolgono il respiro. Perché? Perché, a parte la devozione personale al Santo a cui la mia famiglia, come già scritto in altro post, deve un enorme gratitudine, le liturgie, gli eventi straordinari in programma, l’atmosfera e l’insieme casuale che si crea, almeno per me, è eccezionale. Si respira un profumo di gigli, fiore per tradizione accomunato al santo, che ti penetra in ogni poro e ti inebria fin quasi a farti svenire; si vive un via vai di candele, incensi, scampanii e luccichii che annullano tempo e percezione reale; si assiste a un fervore devozionale incredibile, direi senza eguali per come viene silenziosamente espresso e per come si propaga e si trasferisce da pellegrino a pellegrino, in ogni luogo ti trovi e sosti. Tutto si appiccica alla pelle come un unguento magico e tutto è istintivamente vissuto senza interrogativi. Più che a una celebrazione votiva sembra di prendere parte a una favola stracolma di umani in cerca dell’umanità. Dentro e fuori la Basilica il brulichio della gente, d’ogni colore e condizione è veramente impressionante, tuttavia non disturba il proprio raccoglimento, ne distoglie l’attenzione da ciò che t’ha portato dal Santo, anzi trasmette una corrente positiva e vi aggiunge un pizzico di folklore che mette gioia in cuore e grande tranquillità in mente. D’altronde, approdando ai piedi di questo amatissimo Santo ciò che colpisce sempre è il fervore mistico e religioso espresso con compostezza. Beh, a rifletterci è naturale, è l’assunto inconscio del pellegrino del pensiero del Santo : “La natura ha posto davanti alla lingua come due porte, cioè i denti e le labbra, per indicare che la parola non deve uscire se non con grande cautela” . Ah se certuni afferrassero questo concetto di sant’Antonio… quante parole vane sparirebbero … invece…. Invece succede solo alla festa di sant’Antonio! Per quante volte sono andata a Padova a onorare e ringraziare il Santo, e sono più che ventennali, non ho mai visto nessuno manifestare la venerazione in maniera eclatante e grossolana, ne in atti ne in parole, piuttosto in modo profondamente intimo, come a preservarla da indiscrezione e intrusione per renderla speciale. Una sorta di legame contemplazione orante esclusiva credente-santo, al punto che, in certi momenti, ogni devoto assorto sembra avvolto in una capsula protettiva e volto e corpo appaiono incorniciati da un aurea luminosa che si riflette in modo accecante su chi li osserva. Eppure, il rapporto invocativo-orante del singolo, non so spiegare come, non rimane segretato, circola tra la folla e si trasforma in collettivo. Per dirla più semplice, si percepisce un qualcosa d’ineffabile che transita tra la folla immensa e crea una sinergia invocativa di intercessione o semplicemente devozionale al Santo altamente empatica e affratellante. Sinergia corale silenziosa, impossibile da spiegare con la logica umana, ma alla quale nessuno può sottrarsi, in quanto qualsiasi sia la natura dell’implorazione intercessoria altrui chiesta al Santo diventa anche la tua. Cosicché, ognuno che in cuor suo esprime un sentimento, un desiderio a sant’Antonio, anche in grandissima sofferenza fisica e morale, misteriosamente, attraverso gli altri coglie una certezza di affetto che gli da forza e nuova vitalità e afferra una serenità per tornare alla propria quotidianità con fiducia. Percepire ogni invocazione altrui al santo come fossi tu a rivolgerla è veramente un qualcosa di unico. Rende consapevoli che nessuna folla toglie il privilegio d’esser ascoltato da sant’Antonio. Non è un impressione mia, o uno sragionamento dovuto a credenza esagerata. Tanti ti dicono la stessa cosa. Forse perché da quanto si narra ha ricevuto qualità divine particolari. Forse perché spesso esaudisce i desideri, anzi, secondo la leggenda a 13 persone al giorno, chiunque siano purché chiedano con verità. Non lo so. Quello che ho appurato in mezzo alla gente è che nessuno dubita del contrario.D’altra parte sant’Antonio non sarebbe il santo taumaturgo più conosciuto, amato, venerato e rispettato al mondo, anche da culture religiose diverse.

Che altro dire, una festa di ritrovate emozioni, di memoria, volti amati, gratitudine, vissuti densi di letizia e se non che andare a Padova nel giorno del Santo ti trasforma! Ogni angolo anche se stracolmo di umani addiventa ieratico e avvincente, vi assorbi quell’estrema umanità, dotta e misericordiosa del santo che toglie il “fango del mondo” che ceca occhi e anima e rende visibili inedite conoscenze del se che inevitabilmente ti cambiano interiormente.

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un saluto e… dolce risveglio!

bydif

Se anche gli scimpanzé credono nel divino allora…

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Allora perché non dobbiamo crederci noi umani? Già, perché non crederci. È curioso assai. Non siamo mica tanto dissimili dai nostri “cugini” ! Calma, non sto dicendo idiozie inventate, lo affermano studiosi in biodiversità. Lo hanno scoperto tramite una lunga osservazione con telecamere nascoste piazzate nella foresta di Guinea. A quanto spiegato da una del team, la ricercatrice Laura kehoe, esperta di effetti comportamentali delle operosità umane, dell’Università Humboldt di Berlino, al Daily Mail, dall’attenta osservazione è emerso un contegno stupefacente degli scimpanzé che: “ forse abbiamo trovato la prova del fatto che anche gli scimpanzé creano una sorta di santuario con degli alberi sacri”.

Chiaramente l’ argomentazione però avvalorata dai video ha sbigottito il mondo della scienza nonché posto tanti interrogativi. Perché? Perché l’osservazione ha rivelato un dato inconfutabile, cioè gli scimpanzé credono nel divino. Infatti nei video è palese un rituale simbolico “religioso” molto esplicito e assai somigliante a quello di nostri antenati. Specificatamente, nelle vicinanze di enormi alberi i primati edificano una specie di “misteriosa cappella” per riunirsi in posecontemplative. Cioè, prima edificano tempietti di pietre, o per meglio dire dispongono, dandogli un senso pressappoco divino, cumuli di pietre che ricordano assai i “ nostri” dolmen e menhir, poi in gruppo, si piazzano in atteggiamento ascetico di “adorazione” . Chi “adorano” è difficile da stabilire. L’albero…la natura… l’intorno….la materia inerte… Mistero. Mistero che può giacere in qualcosa di simbolico molto, molto antico. Qualcuno obietterà che danze rituali per fenomeni come fulmini, incendi della savana  dei nostri “cuginetti” sono risaputi, ciononostante in questa ricerca è palese che è diverso, con l’atteggiamento i primati qualcosa divinizzano! Strano o inverosimile? Niente affatto! Il senso del divino non è prerogativa esclusiva dell’umanoide sentire va oltre, appartiene a tutte le creature dell’universo. Perché? Perché il Divino è congenito in qualunque forma vivente. Quindi è normale sia percepito da ogni tipo d’essere. Ma, se anche gli scimpanzé credono nel divino allora… Allora perché non dobbiamo crederci noi umani? Forse perché l’idea che Esista surclassa, sminuisce, toglie autorità intellettiva liberale, o come dicono certe intellighenzie il crederci è da idiota. Bah, fatto sta che oggidì chi crede nel Divino, qualunque esso sia o venga appellato a secondo i luoghi, le culture, l’appartenenza etnica, spesso è tacciato di essere un sempliciotto, uno che si lascia abbindolare, manipolare, trascinare dall’illogica, qualche volta è deriso e persino costretto a nascondere le sue convinzioni, altre finisce pure ammazzato. Eppure il supporre che ci sia qualcosa di diverso che valica ciò che riusciamo a vedere, o un essere trascendente con poteri singolari non è da pazzi o creduloni, altrimenti non si spiegherebbe come mai è un esigenza da sempre avvertita dal genere umano, tant’è che in ogni luogo del pianeta se ne riscontrano tracce millenarie. Certo variano modi e forme ma il succo del significato no. Da che mondo è mondo l’uomo più o meno evoluto nella sua quotidianità ha riservato un posto al sacro. Eppure nell’era del progresso più sviluppato in termini di umano processo conoscitivo, sebbene non nascondo che ci siano tantissime distorsioni, per non dire palesi abusi con eccessi profittatori del Divino percepire, è facile riscontrare uno sberleffare il sacro e chi ci crede. Ma questa quasi repulsa a qualunque forma d’essere che eccella sull’uomo non è altro che un segno di debolezza dell’uomo. Perché? Perché è vigliacco, alquanto spudorato nell’attribuirsi poteri selettivi di logica tra l’esistente e l’ultraterreno, nonché perché ha una fottuta paura di perdere quell’onnipotenza umana che si arroga con tanta prosopopea. Eppoi, ammettere l’esistenza del sacro sarebbe come dire che deve guardare oltre se stesso, farsi delle domande scomode, soprattutto avere coscienza che ha limiti di autorità manovriera sull’universo. Inoltre, può scoprire, cambiare, perfezionare, magari deformare, snaturare, come già fa, ma giammai potrà ottenere il potere incondizionato del cosmo. Quello no, proprio no. Perché? Ovvio, quello dell’universo è un potere tantissimo agognato per ambizioni dominatrici sul Tutto tutt’altro che a fini universalmente benefici e pacifici, per cui deve restare irraggiungibile e nessuno mai potrà controllarlo, e ciò che chiunque espugna con la forza o la ragione è ciò che gli è concesso e se viola ordine e regole prima o poi ne paga le conseguenze. Come? Come è già avvenuto, con un mutamento dello status quo. In fondo basta guardarsi in giro, da ogni parte spunta una conferma!

scimpanze,alberi,sassi,religione

Una curiosità  mi assilla: come mai  tale  scoperta è  resa nota al mondo nell’anno della scimmia? Coincidenza. Uhm ..in scienza le coincidenze non sono ammesse …anche se  nela scienza come nella vita se hai “fede” tutto è possibile!

by dif

Le “Palme” .

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Nel calendario liturgico, oggi, è la Domenica “de Passione Domine” più nota come ” Domenica delle Palme”. Tantissimi i riti celebrativi con processioni, benedizione di rametti di olivo,  palme intrecciate e ricostruzioni storiche del simbolismo in essa contenuto.

Con questa Domenica, perchì ha fede in Cristo, giunge quasi a conclusione il periodo quaresimale, iniziato con il Mercoledì delle Ceneri e che per cinque liturgie ha preparato, agli eventi drammatici della Settimana Santa, con riflessioni sui fatti dolorosi subiti, nell’ultima settimana passata su questa terra, dal Salvatore del mondo. Riflessioni e meditazioni però sempre improntate a speranza e certezza della Risurrezione di Cristo e della vittoria della vita sulla morte. Quindi è una festività importante per i credenti cattolici ma anche per ortodossi e protestanti. Storicamente, con solenne celebrazione, nella Domenica delle Palme si ricorda l’ arrivo di Gesù, in sella a un asinello, a Gerusalemme,  giorno in cui venne accolto trionfalmente da una folla osannante che lo esaltava e salutava festosamente, agitando rami di palme e olivo. La stessa folla che pochi giorni dopo lo avrebbe tradito, rinnegato e fatto crocifiggere! Si sa che secondo le scritture così doveva essere e che Gesù era stato mandato dal Padre per la salvezza umana. Tuttavia, quando ci rifletto, questo episodio della vita di Cristo mi fa sempre specie. Perché? Beh.. perché è veramente triste rendersi conto come rispecchia una realtà umana, quella in cui in un attimo tutti sian pronti a onorarti e portarti in trionfo e un attimo dopo, gli stessi, per dabbenaggine, invidia, assurdità pretestuose son pronti a spellarti! Pertanto, è inutile meravigliarsi se l’amore, il sacrificio totale, la dedizione verso il prossimo, oggi come ieri, spesso per non dire sempre, viene ricambiato con la falsità, l’odio, l’ingordigia egoista, il martirio, l’immolazione. Cristo insegna!!! Vero è che l’umano è imperfetto ma pure vero è che gli torna comodo rimanerlo per autoscusarsi. Comunque, nel cuore della gente, di ogni razza e condizione, c’è sempre una ricerca di pace e salvezza. Anche quando si fa la guerra, ogni essere umano parte dal presupposto che la fa per conquistare la pace e la tranquillità e non per altro. Per questo, nella contraddizione umana, la Domenica delle Palme è una festività molto sentita e oggi è raro che chi è credente non si rechi in chiesa, non fossaltro per portarsi a casa un piccolo rametto di olivo benedetto, da tenere fra le pareti domestiche in segno scaramantico, come augurio che vi regni pace e serenità per se, gli amici, tutta la famiglia.

Nei miei ricordi, questa festività occupa un posto importante, sia come devozione di fede, di una settimana da vivere all’insegna della partecipazione attiva ai riti sacri, legati alla morte e resurrezione di Gesù; sia come tradizioni con tutta una serie di preparativi attinenti allo spirito della Santa Pasqua ma dal sapore un po’ più laico, che nella mia famiglia, avevano e hanno un significato di profonda osservanza di gestualità partecipativa a usanze che, nel loro gusto feticcio profano, simbolicamente tendono a esaltare il significato sacrale cioè: accogliere poi con tutti gli onori, la gioia e la convinzione di fede, il Cristo Risorto.

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                                Buona domenica delle palme amici e passanti!
                                                                     bydif

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.in alto: ingresso di Gesù di Duccio da Boninsegna

in basso: foto scattata nell’orto degli ulivi a Gerusalemme

CRISTIANA E MUSULMANA

 

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Donna Musulmana non mi sento diversa da te

Se indosso un Crocifisso emblema di fede cristiana

Non mi faccio panegiri vedendoti avvolta nel burqa 

Ch’ impedisce di confrontarti a viso aperto con me

Farti  inondare dall’energia solare

Correre lasciandoti carezzare da frescura

Farti  ammirare in splendor di  natura

Vedo una donna simile a me

Di cultura e tradizioni secolari

C’han molto da insegnare

Non lasciamoci ingannare da sofismi  sacerdotali

Pastoie  di ideologie immateriali

Partoriamo i nostri figli con pari travagli

Li allattiamo con  l’ideale di vederli crescer sani

Prosperare dandosi da fare in libertà mentale

Subiamo gli stessi soprusi da padroni sopraffattori

Soverchiatori di generosa elargizione

Pronta ad  appagare ogni loro aspirazione

Nulla ci divide

Solo  un inezia di umane vanità

Infiammata  da questioni estranee a nostra  volontà

Lesiva a dignità di madri e  donne

Cristiane o Musulmane  che differenza fa?     

Calpestano  lo stesso globo

Si cibano degli stessi desideri

Finiscono in polvere eterna alimentando l’Infinito

Che

Non domanda su che parte di terra han transitato

Valuta solo l’operato, la lealtà, i diritti che han fissato.

Donna Musulmana non giudicarmi diversa da te.

Se sbandiero i miei seni, mi crogiolo al sole lasciandomi brunire

Approdo alle tue spiagge per assaporare il profumo marino

Mi carezzo all’onda  corallina

Al vento monsone         

Non vengo per offendere la vista e la  religione

Vengo a carpire lo sguardo fiero

Seguire la scia speziata

Assaporare l’emozione nella meraviglia  d’un bimbo

C’ama la sua terra e parla anche la mia lingua

Empirmi di storia, di  tradizione c’han fatto la mia

Non lasciamoci abbindolare da frenesie brutali

Da chi per  quattro soldi ci rende  schiave ignare

Da menti contorte con visioni apparenti contrarie

Donna Musulmana, sono Cristiana ma uguale a te

Veniamo dallo stesso ignoto assoggettate al fato

Con la stessa apprensione dell’andare zavorrando

Incontro al dolore e all’ esultanza  appaiate come gemelle

Gemelle   stellari di fede universale

Libere  di  meditare l’ideologia che gli pare

Spoglie di pregiudizi, storia e potere,

Malversa interpretazione di leggi e dettame

Mai esortati da nessun Creatore

Donna Musulmana non aver timore d’ una Croce Cristiana

Io, non ho sbigottimento per il chador paludale

Due legni incrociati  o un velo sono  convenzionali

Una forma di rispetto d’un Credo ideale praticato

Ch’io porto per non scordarmi un Cristo Salvatore

Che tu porti in onore d’un Allah  che  ti scampi  dall’orrore                         

Cosa possono far di male?  Nulla.  Solo aizzarci al terrore

Contenderci  il primato d’una Verità collegiale

D’usanze e credenze dottrinali improclamate

Dal  Padreterno

Solo da feticci imbevuti d’idolatria

Profittatori ipocriti della tua e

Della mia innocenza confessionale.

 

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E.P.F.

                                                         

Da: cielochiaro- 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                       

LA CROCE SPODESTATA

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Noi Italiani siamo paradossali, togliamo il Crocifisso ai morti per paura che la sua vista offende qualche vivo!!!

 Possibile che non siamo più padroni di un simbolo?   Per quale motivo ci dobbiamo unificare ad un Credo? Dove finisce la libertà di professare una fede? A chi fa tanta paura una Croce su una lapide? Perchè dovremmo trasformare i cimiteri in asettici giardini? Mica ci andiamo in tour turistico, o ci passeggiamo con gli amici, ci andiamo ad onorare chi ci è stato caro. Nessuno si preoccupa se da vivi non godiamo degli stessi diritti, l’uguaglianza è fittizia, qualcuno muore di fame e qualcun altro per indigestione, lasciateci almeno la speranza che la paura assurda di qualche sciocco da morti, non usurpi i nostri diritti. Veramente c’è chi pensa che basta appiattire tutto per eliminare la discriminazione che esiste nel mondo?

Da sempre si è rispettata la volontà di chi non voleva una croce, perchè oggi si vuole rimuoverla? Sta scritto nel Vangelo: “Voi sarete odiati da tutti a causa del mio nome” Forse qualcuno leggendo i versetti del Vangelo di Marco si è messo in testa di applicarlo, o folleggia che è giusto e democratico togliere un diritto a tanti per concederlo a pochi!!

A volte per progredire è necessario varcare qualche frontiera ma spodestare le Croci ai morti mi sembra una bizzarria involutiva che rasenta la follia.

Se due ” LEGNETTI INCROCIATI”sono fulcro di particolare attenzioni, stimolano sfrenate fantasie e reazioni assurde per farli sparire, forse l’inconscio recepisce che quei due legnetti hanno una energia e una potenza superiore all’apparenza, racchiudono un messaggio CARISMATICO, quindi bisogna evitare che si diffonda. IMPOSSIBILE….BASTA OSSERVARE…..QUEI DUE LEGNETTI….FANNO PARTE DEll’ETERE…..COME FARANNO AD ABBATTERLO???

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foto di: eldar sc. a Medjugorie