NA’ BURLA

Ultimamente nell’ascoltare le notizie propinate  dai vari TG  e nel leggere alcuni articoli nella stampa mi è sembrato di stare  su una strana giostra. Una giostra manovrata dove tu non conti nulla, sei un passeggero forzato, costretto a stare al gioco di qualche burlone. Fa girare così forte  la giostra affinché tutto intorno diventa una macchia sfumata. Come nel disco di Newton, non percepisci più il singolo elemento, nel vortice tutto diventa  una massa unica e se lo guardi fisso per  carpire un colore è inutile, il tuo umano occhio  è troppo lento. Se ti ostini poi a voler vedere in mezzo a quella girandola  il massimo che ricavi è un gran giramento di testa che ti fa barcollare come un ubriaco. Insomma dalle notizie che ho sentito e letto ci ho ricavato un gran turbinio di vero e falso, una specie di burla parolaia. Quello che mi turba non è stare forzatamente sulla giostra, anzi con questo caldo torrido un giretto da brivido è il benvenuto, è l’incognita della burla: è na’ burla estiva  per dilettarmi, o na’ burla  per confondermi in modo che  non  distinguo nulla di quanto mi gira intorno?
Bhe…come dicono in giro,  il caldo non è quello dei gradi che segna il barometro ma quelli che percepisco sulla pelle, così quanto ascolto e leggo spero sia  una percezione burlona della mia pelle….
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La giostra della vita

È na’ burla infinita

arranca…arranca

ciabatta…ciabatta

sfrigola… sfrigola

duella… duella

vertica… vertica

tutto

gira e rigira

trasforma in burla

e poi…

beffarda

ti

 scarica

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    Giostra o non giostra….BUON WEEK END A TUTTI !!!!

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la foto per gentile concessione di b.r. è stata scattata in un paesino dello yucatan in una festa paesana…

 

QUANDO L’AMORE E’ FOLLE

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Almeno una volta nella vita capita a tutti di innamorarsi pazzamente e di vivere un periodo stranito, di dolce follia sentimentale che valica i confini del buon senso e travisa la realtà. L’amato diventa il nostro romantico, passionale e perfetto eroe. La passione ci esalta e coinvolge in ogni cellula che un solo istante passato lontano da lui sembra un’eternità di buio, un periodo di vuoto incolmabile, di inerzia totale. Tutto e tutti scompaiono dalla nostra vista e dalle nostre eccitazioni. Il nostro cuore batte solo accanto al semidio vivifico e salvifico, ogni azione è fulcro del suo piacere e benessere, ogni desiderio un’intesa di frivolezze, ogni un’emozione una stupenda sequela di languori, ogni gesto uno strabiliante paniere di amore. Poi passata la buriana infuocata riprendiamo il controllo dei sentimenti e delle azioni e il nostro amato, comune mortale con pregi e difetti, o scompare e diventa un bellissimo ricordo, o diventa il nostro compagno di vita con il quale spartire vicissitudini esistenziali ed emozioni passionali senza distorsioni e prevaricazioni.

 

Ma la passione troppo invasiva può diventare un capestro. Il sentimento trasforma la dolce follia in attaccamento folle. E…..

 

Quando l’amore è folle

 

 

    …violenti la tua ragione per adattarti alla sua

……sorridi sempre e non riesci più a piangere

……. Ti specchi e vedi solo difetti da correggere

……cambi pettinatura e abito per sentirti viva

……rispondi si per non offendere la sua sensibilità

…….spelli l’anima per essere stimata

……ti mascheri con occhialoni per celare gli occhi

……implori attenzione e ricevi un ceffone

…… lui è sempre paziente e tu sei nevrotica

……ti degradi a restare per paura di ritorsioni

……rinunci ai sogni perché sono superflui

……ti senti colpevole senza aver commesso sbaglio

…… perdi gli amici perché non hai tempo da sprecare

……ti scaraventa nel burrone e dici sono scivolata

……un pugno lo scambi per carezza voluttuosa

……un insulto per un modo di dire carino

……ti inganna perché ti adora e non vuole ferirti

……i piedi non ti portano dove vuoi ma dove va 

……tradirti è un suo diritto tacere un tuo dovere

……la luce è buio e il buio sole che splende

……una violenza è un’esplosione d’affetto

……domani sarà diverso e lui cambierà

 

L’amore è folle quando lui è l’eroe e tu una merda

……ti pieghi al suo volere senza replicare

……sai e…. non ammetti  che hai perso la ragione.

                                                                   

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Dedicata ad una persona cara che ha ritrovato ragione ed equilibrio con dura sofferenza.  E’ stata la vita ha darle una sberla tremenda per scuoterla e salvata dall’opacità di un amore non amore.

La foto è del”principe” Gè-Gè 

 

 

 

…..

Pappagallo o libertà?

 

Son proprio stanca di “illuminati” impomatati e ceronati che gironzolano, 24 ore su 24, per stanze e stanzette dotate di riflettori, telecamere e microfoni per darmi dell’imbecille. Sono così stufa di ascoltare i loro sproloqui che ho deciso di chiudere i “rubinetti” che gli offrono l’opportunità di offendermi. Pontificano ossessivamente che sono un “italiana imbecille” senza un briciolo di capacità critica se la penso diversamente dai loro blateri. A parer loro decido, penso, mangio e prolifico come l’allocca incantata, o come figlia della coniglia cretina, solo le loro abluzioni quotidiane possono farmi diventare una “italiana purificata” Omologata ai loro standard non solo divengo “abile consapevole”  ma italiana bonificata degna di entrare nell’olimpo dei “più”  veri, corretti, giusti…ossia una “illuminata libera”   Libera di ragionare come mi pare o libera come il  pappagallo sul trampolo? Hanno una superbia e una tracotanza ributtante. Credono di avere la verità assoluta in tasca, il diritto di irridere chiunque esprima una idea diversa persuasi che scaturisca da una mono  turlupinatura ipnotizzante dei “ media”

Ma  se i “ media” sono vocal solisti come mai questi “illuminati del verbo” li  trovo piazzati negli scranni a fare i vocal coristi e sulle predelle a dirigere orchestre?  Sono “cantori” di x factor capitati lì per sbaglio, santerelli votati al patimento di salmodiare notte e giorno per salvarmi dai pericoli “concupiscenti” dell’ impostore camuffato, o sono  un mistero italico?….

Questi precettori filantropi garantiscono che  mi “informano” per schiodarmi dalla categoria degli imbecilli, aspirano solo a  disintossicarmi dalla “droga” inoculata dal “ media  solista” che mi ha scimunito  per elevarmi al  rango di “rischiarata” In sostanza  attraverso l’assimilazione della  loro “informazione corretta” da acritica imbevuta di cognizioni fasulle e settarie  divento un  soggetto pensante, indipendente e neutrale? Veramente la campana  mi suona male. Il batacchio rimuove  cognizioni dalla mia testa  mentre batte e ribatte  per rimpinzarla con altre cognizioni!!! Di certo la teoria è strana. Forse è mirata a rendermi una anatrella muta, una di quelle  in attesa di finire sulla tavola, come assaggio gastronomico, di qualche gazebo a feste e sagre  o una   “pigotta”   che infoltisce la polverosa collezione nei loro scaffali di pezza. Mah Tutto il loro altruismo mi pare una trappola ipocrita come la manifestazione sulla libertà di stampa.  Sono andata convinta di difendere il diritto di esprimere le idee con civile e democratica  libertà Ho scoperto che tutta la solfa sul “bavaglio dalla stampa”…. non era altro che una mistificatrice manifestazione contro il governo. Perchè non dirlo chiaro e tondo?

Aveva ragione  mio padre “ascolta tutti ma ragiona sempre con la tua testa se non vuoi essere un pappagallo parlante ingabbiato” Se mi fossi ricordata avrei risparmiato un viaggio faticoso e la vista di certi ipocriti che erano, a sentir loro, a difendere la libertà di stampa con in tasca una collezione di querele contro la stampa. Un controsenso farsesco, da sbellicarsi di risate se non fosse sfacciato e offensivo.  Il solito mistero italico: invoca obiettività con una mano e con l’altra ravana nell’acqua  torbida. Meglio essere imbecille libera che pappagallo. O…no….?

 

 

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LE INVISIBILI VISIBILI

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Martedì, la mia amica Lu con tono perentorio mi ha detto: “muovi le chiappe e vieni tre giorni  a rinfrescarti al mare”  Stanca del caldo e dell’afa ho accettato l’invito e l’ho raggiunta. Siamo amiche bensì abbiamo idee e gusti diversi perciò sapevo che sicuramente  mi sarei  ritrovata fra gente che ama esserci e non passa  inosservata. Infatti, quando siamo scese al mare nel vedere una sfilza di costolette dorate, con  accanto salsicciotti lustri d’olio,  sdraiati in morbidi letti per abbrustolirsi, sotto gazebo con drappeggi, tavolini con su enormi piatti di frutta,  beveraggi colorati e quant’altro servisse a migliorare le ore di parcheggio balneare,  ho avuto una sensazione di disagio, mi sembrava d’esser fra alcove di convegni amorosi invece  che sul  litorale per prendere il sole tra una sguazzata e l’altra.  Naturalmente Lu mi ha presentato a un sacco di persone ma ero così frastornata che ho stretto tante mani e afferrato pochi nomi, tuttavia fra sorrisi e occhialoni non ho potuto fare a meno di avvertire  un serpeggio di noia spossante   A fine  vacanza , scorrendo fatti e persone mi è parso d’aver passato tre giorni al museo delle cere. Quei corpi belli e sodi, schierati in prima fila e sventolati a richiamo  di subappalti  per mastri ceraioli non diffondevano calore umano e vitalità espressiva, e, le conversazioni  sembravano manoscritti di cronistorie a soggetto unico. Quelle pupattole, oltre ad avere interessi limitati a migliorare i loro lati  B, A e G con botulino, acido ialuronico creme e cremette, ingrandire il loro conto in banca , rifornire il guardaroba e  l’agenda degli incontri, intrecci e viaggi, per farla breve risultavano   impalcature parlanti che se facevi tanto di smuovere un’assicella gli crollava tutto l’ambradan socio- economico che gli garantiva visibilità egocentrica,  schiere di amici.. e un modo di vivere  in prima fila, cioè da VIP

Così,  quando a casa mi è capitata fra le mani l’immagine di Madre Teresa,   mi è venuto spontaneo il confronto tra donne che senza il potere, gli amici, le feste, i drink, le barche, i club esclusivi e  l’ appartenenza ad un ceto  sociale elevato si sentono svotate, smarrite, perdono colore e grinta e donne ” invisibili” coraggiose e altruiste  che si prodigano, combattono e sacrificano la loro esistenza per alleviare le sofferenze dei dimenticati  dal cosiddetto: “ uomo civilizzato, evoluto, acculturato, democratico ” (??? -pensa un po’ se era cavernicolo…) Donne generose che prima pensano ai propri simili  costretti da sopraffazioni egoistiche  a vivere in condizioni umilianti e poi a loro,  vive e palpitanti,  animate da ideale di giustizia socio-politica  che non tollera lo strapotere e il profitto  che affama, spoglia,  deruba  e schiavizza.  Colme di amore e sensibilità solidale verso  poveri, deboli, malati, drogati, alcolizzati abbandonati al loro triste destino dall’ indifferenza di governi, collettività e peggio familiari con  spirito vocazionale teso a lottare ogni forma di  abuso, specie quello esercitato su bambini  da gente  viziosa, senza scrupoli, spesso dedita a  traffici che a definire illeciti  è  una bazzecola. Armate  di  impegno etico  per restituire agli emarginati  dignità  e diritti  sottratti loro da un sistema iniquo e antidemocratico,  hanno scelto deliberatamente  un sistema di  vita disagiato, spesso maturato da convinta fede a perseguire un modello di universalità fraterna che esclude qualsiasi forma di vessazione. Donne dagli obiettivi chiari e concreti che sfruttano le loro risorse intellettuali e fisiche per soccorrere chi è in difficoltà senza contropartita. Donne consapevoli, capaci di andare controcorrente, dimenticare se stesse per beneficio di altri,  sostenere battaglie umanitarie fra ostilità e persecuzioni d’ogni genere  con autentica passione. Disponibili  a morire col sorriso piuttosto che piegarsi alle leggi assurde dell’uomo,  abbandonare o rinnegare gli ideali  d’un servizio assoluto  al prossimo per salvare la pelle. Donne libere da pregiudizi, indomite e competenti, quasi sempre dai volti sereni e con gli occhi scintillanti, prive di subbugli interiori  di ambizioni mancate, invidie, angosce   e maschere d’ipocrisia che invece assillano e schiavizzano le altre. Se hai la fortuna di avvicinare una di queste donne, come mi  è capitato  tempo fa nel visitare l’orfanatrofio “ FAMIGLIA FERITA” in Bosnia Erzegovina, percepisci qualcosa d’insolito e indefinibile,  una sensazione di fierezza e soddisfazione profonda.  Se l’analizzi attraverso le condizioni in cui vivono e operano ti  sembra impossibile. Emanano un profumo di forza naturale ma non di trascendenza, piuttosto di smaliziata e concreta visione della realtà che stupisce. Avverti che agiscono con determinazione entusiasta, parlano della vita, della debolezza umana, degli obbrobri che seminano guerre ed individualismo  senza verdetti di condanna irreversibili, espongono con crudezza sintetica  fatti, conseguenze infami di sofferenza senza sdegni  o filosofie pitocche. Comprendi che sono tante gocce preziose,  anonime nel grande mare per l’occhio sbadato ma ben visibili  alla   fauna  che s’agita nell’acque profonde perché  ognuna di quelle gocce coopera alla sua sopravvivenza, è fonte indispensabile   per non rendere il mare   una pozzanghera fangosa. Donne che si caricano di pesi impropri  senza fronzoli e giri di parole, all’apparenza delicate e fragili ma nella sostanza rocce salde che non hanno bisogno di  ammennicoli costosi e schiere di amici sottraendo congrue fette dei  donativi per sentirsi realizzate,  gli basta  dignità, coraggio,  fede, ambizione a confortare, curare, istruire sfamare,  impedire degrado, prostituzione, illegalità. Talvolta si sente affermare che donne simili privilegiano valori astratti a scapito di quelli terreni, sono più interessate a convertire e far pregare il Dio in cui credono che  orientare al  progresso, niente  di più falso se si ode dire “ Nessuno viene messo alla porta o perde il diritto di restare in questa comunità  perché è maggiorenne se non ha almeno un diploma d’istruzione superiore, un lavoro  che gli garantisce una casa, l’indipendenza economica e morale, altrimenti sarebbe come buttarlo in pasto ai falemici del mondo. “ – Magari si sentisse da certe bocche !!!  

Basta  un mese di condivisione della loro realtà per capire che la fede è il loro motore ma il rispetto della volontà altrui, il bramare che  tutti gli esseri vivano in pari dignità è il punto di arrivo. Donne speciali,  competenti e  per niente sempliciotte, più visibili delle visibili perchè dal loro comportamento la società può estrarre riflessioni utili e certi social politicanti che  il loro chiacchiericcio è vergognoso e inconcludente. Donne invisibili che purtroppo conquistano un trafiletto Ansa e  qualche ora di attenzione  sulle prime pagine solo quando finiscono massacrate e rapite, mentre le visibili ci son sempre per amorazzi,  spiaggiamenti con questo o quello purché influente, partecipazioni in  reclusori con  scimmiottamenti  della realtà e un sacco di robe vane,  una tantum per altruismo  sbandierata per settimane.  Però la vicinanza con donne visibili, se non fai parte del sistema  e della mentalità  che circola, dopo un po’  diventa una noia mortale, mentre lo stare accanto alle  invisibili  è stuzzicante perché ti arma  di coraggio  per sopportare le incongruenze   e  ti rifocilla  lo spirito spappolato dalla cruda realtà.

IL “SAIO” DELL’ANTICASTA

 

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L’anticasta quando si mette il “saio” diventa  più casta della casta ed anche infida perchè quello che afferma vestita col ” saio” non corrisponde a quel che rimugina quando indossa il doppiopetto. Il divario si nota in certe affermazioni verso le persone semplici, le considera incapaci di elaborare un pensiero indipendente, obiettivo e articolato sui temi concreti, quindi di  votare a casaccio.  Ridicolo, mica ci vuole un diploma per distinguere un furfante da un probo!! Ritiene che senza una istruzione ogni tapino è manipolabile, indottrinabile attraverso spot pubblicitari, recepisce i discorsi ottusi, scarta quelli di merito, confonde  il contenuto di un messaggio politico, si aggrappa alle banalità di oratori furbi, imbroglioni e irresponsabili, che mirano al loro interesse, scarta quelli seri, coscienti e funzionali al progresso dello status comunitario. (!?) Insomma se non voti per loro sei stupido. Non gli  sfiora l’idea che scegli e voti  in base agli ideali e rifiuti l’omologazione di serie.  In questi giorni di campagna elettorale se ne sentono delle belle!! Dai vari pulpiti che vanno in onda notte e giorno, indossato l’umile saio dell’anticasta,  incartapecorito e in qualche caso mummificato da sepoltura politica, conferenzieri in cerca di consenso dai tapini che considerano una sottospecie dell’homo sapiens, si sgolano in rappresentazioni immaginifiche del loro europeismo, come se chi ascolta fosse un marziano appena atterrato e non sa che fino all’altro ieri era assenteismo, il mettersi in tasca un congruo approvvigionamento che garantiva qualche bel gessato, un gradevole relax in poltrona e qualche vaga capatina, tanto per gustarsi un cocktail in quel di Strasburgo o di Bruxelles, talmente evanescenti da sfuggire a Brunetta. Dai ragionamenti  della casta col saio  emerge che il comune mortale non è in grado di comprendere l’alto contenuto etico-filosofico del loro europeismo, recepisce solo il  piffero del fachiro incantatore, sceglie e vota sotto la suggestione dell’incantesimo comunicativo!! Una sfilza di corbellerie, una distanza abissale dalla verità.  Tirarsi dietro pochi esaltati è facile ma attirare  il consenso popolare è un altro paio di maniche, non basta la propaganda, il contorsionismo lessicale, la pochezza ideologica.  La gente accorda fiducia a chi è coerente, a chi si presenta col solito  doppiopetto, distingue chi lo mette in soffitta giusto il tempo per apparire, moralmente ineccepibile,  modesto, sincero e con tanta voglia di rendersi utile. Qualcuno sostiene che preferire il PDL è lasciarsi imbonire da Berlusconi, accecato dalla sua bravura di arringatore da mercante in fiera. Ci  vuole ben altro per convincere  chi combatte per la pagnotta, la cosiddetta gente “incolta” valuta con la “scienza”  appresa dalla strada. Son giudizi triti di vecchi schemi partitici abituati a promettere un sacco di patate o qualche pezzo di “grana” per far cadere i topi nella trappola e poi …C’è perfino chi afferma che è “immorale” distribuire tanti euro a un tapino che risponde ad una domanda, chiaramente alludendo al quiz il milionario in onda su canale 5.  Ebete tra gli ebeti non si rende conto che offende proprio coloro ai quali chiede il voto. Chi si “butta” in politica come prima regola dovrebbe rispettare ogni suo simile, poi impegnarsi  per abbattere  discriminazioni e diseguaglianze sociali, a livello locale e nell’europarlamento. Invece spesso si candida per stare dentro un sistema che gli garantisce un lauto banchettare, fra stipendi e ammennicoli vari  raggranella in un mese quello che un operaio o un ricercatore racimola in un anno. Gira la fola che non è vero, quasi quasi una volta eletti saranno sul lastrico, costretti a girar per la questua. Perchè si candidano?  Dimenticavo,  per  il  voto di povertà imposto dal saio…

 Qualcuno di questi “anticasta” parla bene ma razzola tanto male che senza avvedersene il saio lo perde nell’aia, diventa un gallinaccio spennacchiato che fa ridere galline, oche e asini che circolano nella masseria. La gente non è tanto imbecille, i falsi moralisti li fiuta da un miglio. Perfino il mio vicino, di vecchia fede comunista, si lamenta, dice che sono ” impagliati”, oltre ai simboli dovrebbero cambiare le ricettine anti “dittatura” Berlusconiana. E’ stufo della solita cantilena, così stufo che farà il contrario di quello che l’anticasta spiattella, è arrivato alla conclusione che quando uno è bersagliato, messo in cattiva luce con mezzi e mezzucci che vanno dal pettegolezzo evocativo all’ingiuria l’altro è invidioso, mira ad accaparrarsi  potere e successo, gli vuol fare le scarpe, il saio che indossa puzza di naftalina, quindi meglio girargli alla larga.

DI CHI E’ IL 25 APRILE?

Basta, è ora di farla finita!  Il 25 Aprile non è un giorno di vacanza per alcuni e di impegno per altri!

Tutti gli anni, intorno al 25 Aprile, si assiste ad una diatriba  di”memoria storica” sulla resistenza che fa rivoltare nella tomba chi con coraggio e determinazione combattè per liberare la sua terra da una oppressione interna ed esterna. Si rivoltano nella tomba tutti quegli uomini, donne, bambini, ragazzi, sacerdoti, medici, giornalisti, operai, che hanno dato spontaneamente la loro vita ribellandosi all’ingiustizia, alla persecuzione, allo stupro degli ideali di libertà e  di eguaglianza, trucidati da conterranei e invasori. Si rivoltano  nella tomba tutte le Marie, le Nine, le Terese, i Giovanni, gli Antonio, i Giuseppe, quel “popolo di ITALIANI “sconosciuto”  ai libri di storia ed ai politici che non prese la via delle armi per combattere  il nazi-fascismo, non perchè non avesse il coraggio ma perchè preferì agire sommessamente, aiutare la lotta di liberazione senza aggiungere violenza alla violenza, preferì con enorme sacrifici e anche paura di non farcela  salvare tante vite umane nascondendole, sfamandole, curandole, nei campanili, nei fienili e nelle soffitte, si inventò ogni sorta di nascondiglio per soccorrere chi era “ricercato” senza domandarsi se  era partigiano, staffetta, ebreo, inglese, soldato scappato dal suo esercito, dissidente, preferì combattere  la distinzione di  razza e credo politico armata dai valori di libertà, democrazia, amore verso un suo simile. Oggi chi si  arroga il diritto di sfilare per le vie delle città con fanfare e gonfaloni tronfio di essere il depositario dei valori della resistenza, è un accaparratore falso d’una nobile memoria di medaglie d’oro o semplici anonimi, un violentatore di sacrari e cimiteri dimenticati nei quali riposano tanti giovani, uomini, donne, morti senza avere in tasca una tessera politica ma solo la foto di una fidanzata, una moglie, una madre, un figlio, morti per onor patrio, per una causa umanitaria, di giustizia, una fede espressiva, un desiderio di pace e democrazia, ambizione d’ un futuro diverso. Chi si accaparra il diritto di sbandierare queste vite sacrificate come trofei di vittoria per sentirsi migliore inganna se stesso e tutti gli italiani che non dimenticano nel cuore anche se non vanno in piazza a farsi belli, che non hanno bisogno di finire sui giornali o circolare in tanti teatrini mattinieri e serali  per non dimenticare. Coltivano la memoria di chi ha “avversato” con ogni mezzo la sopraffazione e il sopruso tramandando gli ideali contro la guerra, l’ingiustizia, ogni fede politica discriminatoria di razza e idea, racconta l’olocausto, l’eroismo di vite umane che hanno saputo unirsi simbolicamente, valicato i ciechi recinti  per conquistare la libertà, senza cercare una rivendicazione di merito,  hanno agito in base ai loro criteri di persone ribelli ad ogni forma di violazione oppressiva e iniqua. Stop ai monopolizzatori!   Il 25 aprile è degli Italiani, di tutti gli italiani, dal nord al sud, da destra e sinistra basta!! Non vogliamo tramandare ai nostri figli, ai nostri nipoti che certi “combattenti” erano migliori di altri, che certe morti sono migliori di altre! Vogliamo inculcargli il rispetto delle idee, radicare principi contrari ad ogni forma di guerra, ogni forma di ostracismo etnico e politico, malversazione di pensiero, vogliamo toglierli dal disorientamento di voci rivendicative e negazioniste. E’ ora di dire grazie senza etichette di colori e simboli a Norma Barbolini, a Don Pasquino Borghi, A Umberto Ricci,  a Oriana Fallaci, a Giovanni Bidoli, ai martiri della repubblica di Montefiorino, a Ines Bedeschi,  alle Fiamme Verdi, a Nuto Revelli, alle Brigate Partigiane, ai sacerdoti di Partina, a Gina Borellini alla lista infinita di morti eterogenei per credo, cultura, nazionalità,  ai giovani studenti ed a tutti coloro che hanno offerto la loro vita in cambio della nostra libertà, che ci hanno donato con tanta sofferenza il nostro 25 aprile.

  Sono grata ai miei nonni,  ai miei genitori e in un certo qual modo ai miei insegnanti che hanno saputo tramandarmi tanta verità senza condizionarmi, senza ostilità verso chi ha idee diverse, va o non va in piazza, hanno preferito inculcarmi il rispetto umano, i principi d’autonomia espressiva, il concetto di conquista sociale onesta e inviolenta, scartando le loro convinzioni per non influenzarmi con modelli unilaterali, preconcetti assurdi che impediscono d’apprezzare e riconoscere “le vittime” di ide sballate ” dire grazie a chi non ha potuto festeggiare nessun 25 Aprile.

 

MANCANZA DI BUON GUSTO

In questi giorni la tragedia che ha colpito il fiero popolo abruzzese è stata rivoltata come un calzino da tutti i mezzi d’informazione. Quello che mi ha colpito è il cattivo gusto di certi modi e certe domande poste da alcuni inviati a persone che hanno perso tutto affetti, ricordi, sacrifici, il gusto sadico nel trovare una dovizia di particolari nel dramma vissuto per arricchire il loro servizio informativo con l’obiettivo di aumentare le probabilità di ascolto da sbandierare come un trofeo conquistato per “eroismo”. Il cinismo in certi casi è stato veramente ributtante al punto da ottenere l’effetto contrario, quello di far spegnere il televisore per delicatezza verso chi veniva “violentato” attraverso un microfono e un immagine, per rispetto a chi veniva tolta l’unica cosa rimasta: LE LACRIME TRATTENUTE PER DIGNITA’. –  sconosciuta al cronista- Un conto è il dovere sacrosanto di informazione, un conto è il buon gusto nel modo di raccontarla. Quello che è mancato in questa terribile sciagura non è l’organizzazione tempestiva degli aiuti dei volontari accorsi da tutta Italia con grande generosità, come ho avvertito nella malizia dei servizi di anno zero e tantomeno è mancata la carità cristiana dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine nel suo complesso o il coordinamento della protezione civile ma solo il BUONGUSTO di rispettare la nobiltà  di un popolo colpito così crudamente e rabbiosamente dalle forze incontrollabili della natura. Naturalmente in questo mondo nulla è perfetto ! Inoltre riconosco che certe distorsioni dell’informazione derivano dal desiderio parossistico di alcuni di sapere tutto e più di tutto per sfamare la loro ingordigia, riempire il vuoto di valori trovando nella disgrazia altrui la fonte di lunga vita, il nutrimento “spirituale” e il godimento per sollevarsi  dalle loro frustrazioni d’anonimato. Altrimenti non  si spiegherebbe il successo d’ascolti dell’isola dei famosi e di altri reality impostati sul rendere degradanti i partecipanti per far godere il pubblico.

E’ sempre un grande dispiacere constatare come pochi mentecatti o forse impreparati ” cronachisti” manipolano una tragica notizia per renderla a loro parere appetibile all’uditorio dimenticando il rispetto, l’intelligenza altrui, la correttezza professionale ed anche la capacità critica della gente comune, quella sensibile, solidale, che rielabora e si informa direttamente, scava con le mani per salvare la vita di sconosciuti, non dorme, lascia famiglie e lavoro per accorrere dove c’è dolore, dove un suo simile è in difficoltà senza aspettarsi niente in cambio se non il sentirsi felice nel sorriso e nell’abbraccio fra chi aspetta tra le macerie, siano di terremoto o di guerra, di vedere sbucare il volto di un congiunto strappato alla morte dalla caparbia costanza di chi non si arrende all’impossibile.

L’Italia non è solo il paese bello per gli incantevoli paesaggi che da nord a sud si possono ammirare ma è bella per la ricchezza di tesori artistici che tutto il mondo ci invidia, tesori che testimoniano il buon gusto del popolo italiano, quindi non deve essere strappato e offeso dai tentacoli di qualche piovra spregiudicata che racconta la verità a modo suo tralasciando volutamente i fatti significativi, intervista qualche scellerato che sputa sul sacrificio spontaneo di tanti davanti ad un microfono col livore partitico o peggio ancora con l’insensatezza della lingua biforcuta d’un assatanato.

Di sicuro è nei momenti angosciosi e difficili che colpiscono un paese e parte della sua popolazione che spunta la differenza fra chi è un professionista sensibile, imparziale, discreto e capace di sacrificare il protagonismo per mettersi al servizio della comunità raccontando i fatti nella loro crudezza d’imperfezione umana senza speculare e chi invece come un avvoltoio s’aggira fra le macerie d’un popolo smarrito nel dolore e nello sbigottimento di qualcosa che non riesce a controllare per trovare qualche “iena” che vomita fango, divulgandola come una verità biblica. Anzi mi scuso con gli animali, non si abbassano mai a tanto, un minimo di buon gusto per istinto lo conservano!

Crisi della furberia

In questi giorni tutta l’attenzione è puntata sul cataclisma che ha investito i mercati finanziari e da ogni parte analisti economici, opinionisti, politici ecc. si sprecano a dire la loro, con decifrazioni farcite con falso entusiasmo o banale catastrofismo sull ‘incognita della crisi.  Oggettivamente nessuno è in grado di dare una spiegazione esauriente su dove condurrà il ” crollo” e quali scenari muteranno nel sistema politico-economico mondiale poichè nessuno è in grado di mettere insieme il ” PATRIMONIO SMISURATO DI CARTACCIA” che il vento ha sparpagliato su tutto il pianeta, incalzato dalla furia di gente senza etica  che mirava a creare un sistema diabolico nel quale meno si capiva e meglio si truffava.  Con questo non voglio dire che tutti hanno le stesse responsabilità, qualcuno è caduto nella trappola di ” colossi d’argilla” per eccesso di fiducia, in qualche caso per  spregiudicatezza nell’affidarsi a ciò che circolava senza farsi tante domande. Certo in un mondo dove il guadagno facile è il motore trainante non ci si preoccupa se la carrozzeria supporta la velocità e il carico, quindi il minimo che capita è lo sfascio!

Adesso che il congegno macchinoso si è scassato tutti si sbracciano e corrono per ripararlo ma ormai poco o nulla si può fare, almeno per certe economie la rovina è irreversibile,  i milioni di dollari cacciati prolungheranno l’agonia, non basteranno a riempire un pozzo senza fondo. Di certo l’Italia avrà delle difficoltà ma il buon senso della gente comune che non si è lasciata prendere dal ” sacro fuoco dell’arte finanziaria” perchè ogni euro lo guadagna con sudore e sacrifici, arginerà i danni. Infatti, se il nostro sistema bancario non è solo un castello di carta macera lo deve a quanti hanno poco, lo deve a quelli che si alzano all’alba e vanno a letto stanchi morti, a quelli che lottano sette giorni su sette, agli sfruttati e non agli sfruttatori. Che la gente comune ha più buon senso di certi economisti e politici lo si vede nel modo di comportarsi di quest’ultimi, invece che rimboccarsi le maniche e darci di gomito mettendo da parte il protagonismo , non fanno altro che scendere in piazza, girare qua e là per dire cose trite e ritrite, scagliarsi l’un l’altro, insomma predicano, predicano e razzolano sempre nella stessa aia come le galline !! Almeno avessero il buon gusto di non tirare fuori la stessa solfa che la gente non arriva alla fine del mese per giustificare la pochezza di contenuti propositivi e la mancanza di obiettività.

TOTO SCUOLA

Da anni ormai ad ogni cambio di governo e di ministro della Pubblica Istruzione ci “sorbiamo ” il “toto riforma scolastica. Però il terno secco ancora nessuno l’ha azzeccato!!!  Anzi il “sistema giocato” ha causato nette perdite di denaro pubblico.

Credo che anche i lodevoli propositi dell’on. Gelmini finiranno in “gloria”, non basteranno a ridare all’istruzione, nel suo complesso, quel ruolo educativo e formativo che gli compete e che di solito è il termometro per valutare il grado di evoluzione di una società sincronizzato sul tempo reale.

Dagli anni 60, la struttura dell’istruzione è un colabrodo, qualche riforma è servita a tappare buchi a casaccio, qualche altra perfino ad allargarli,  nessuna è risultata esaustiva e ha dato quegli imput mirati a generare un clima d’interazione cognitiva  ed educativa concreta, capace di convogliare società, insegnanti, genitori e studenti a perseguire lo stesso fine senza fare acqua! !!

Come la mettiamo con quei genitori convinti che la scuola è una panacea per tutti i disagi dei loro figli? Quei docenti ” educatori per caso” ? Quei studenti che scambiano le aule scolastiche per tuttaltro? Con la marea di circolari, contro circolari, testi vecchi come matusalemme, programmi fumosi, didattiche strampalate, strutture inadeguate ecc.?  Interrogativi che bastano e avanzano per far “saltare” una perfetta riforma! !!

Un grembiule può bastare a coprire abiti che enunciano diverse condizioni sociali, seppure scarpe, zaini,astucci e quantaltro la ribadiscono; una maestra unica può evitare la confusione in testa a bambini e genitori anche se poi nella vita reale si assiste a scambi di ruoli e mancanza di punti di riferimento fondamentali; sostituire il giudizio con il voto può essere un ottima cosa per quantificare velocemente il proprio appren dimento o il modo di comportarsi anche se poi nel mondo concreto impera il malcostume e l’arrivare senza specifiche conoscenze; l’accorpamento delle discipline simili può essere un efficace mezzo per risparmiare risorse economiche e  togliere la possibilità di architettare un nuovo corso di studi per sistemare amici e parenti; ben venga la meritocrazia per risollevare il morale dei tanti insegnanti competenti bistrattati purchè il metodo di gratificare rimanga agganciato alla didattica e  non lasciato in balia di pareri personali di direttori, presidi, rettori.

Niente può bastare a rendere una riforma sostanziale se l’insieme che ne usufruisce direttamente e indirettamente rimane nel “recinto” delle sue convinzioni.

Mi sorge il dubbio che il “toto”  scuola sia una scommessa aleatoria! !