CHI SIAMO NOI?

 

vita,popolo,parole,insulti

per certi “gentili” forestieri :

maccaronì

maiser

mangiaspaghetti

los polpettoes

pizzagang

spaghettari

carcamano

mafiamann

chianti

spaghetti fresser

garlisc

zabar

wop

dago

minghiaweisch

mozzarellanigger

greaseball

shitalian

babis

più…tutta una serie di stereotipi dispregiativi che tralascio, altrimenti il ribollio del sangue fa saltà per aria un bel po’ di amici.

per certi “gentilissimi nostrani”:

bamboccioni

mammoni

fannulloni

cazzoni

asini

sfigati

monotoni

stronzi che galleggiano

parassiti

retorici piagnoni

ladri

incolla culin sedia

assenteisti cronici

mangia ufa

ruba stipendi

citrulli paurosi , senza fantasia, attaccati alle gonne di mammà e ai pantaloni di papà (sempre che non sia il contrario…)

schizzinosi

vittime di se stessi

 cioè,  parola di Brunetta, “la parte peggiore dell’Italia ” 

ovvero:LA VERGOGNA DI MINISTRI E EX MINISTRI, PREMIER TECNICI, COMICI, POLITICI EX POLITICI, IMPRENDITORI E CHIUNQUE ADOPERA LA LINGUA PER OFFENDERE, INSULTARE, DISPREZZARE GLI ESSERI UMANI GIOVANI, MENO GIOVANI, LAVORATORI, STUDENTI E PRECARI o,  PAROLA di FORNERO, i  “CHOOSY “

Oh, tanto che c’era a tale “nobile schizzatina” ministra poteva puntualizzare che: non sono i figli di… parenti di…amici di..studenti di….amanti di…conoscenti di….compagnero di merendao a stomaco chiuso ioatetuameluiafigliomioioafigliotuoleiamaritucciomioioamogliettinasuaevvai cosìnoncisbagliamomai  che neanche con un diluvio di  lacrimucce  tirano una merendao allo stomaco di un cristo che li guarda con gli occhi di fuori !

Capisco. Dirlo  diventava impegnativo! Comunque voglio dirgliela io una cosuccia   ministra : sapeva che i “suoi choosy”   son tanto schizzinosi che per sopravvivere  ogni giorno per pochi centesimi smerdano culi e spadellano orine mentre i non  choosy prendono delle “paccate” di  euro solamente per depositare i culetti  in comode poltroncine? Grrrr … se proprio ogni tanto deve dire qualcosa ai conterranei ministra almeno eviti che la lotta istituzionale non sia una :bellum omnium contra omnes!

Grrrrr…….

Se gli appellativi dei foresti mi surriscaldano da testa a piè quelli dei nostri spargi disprezza giovani e meno giovani ….mi fanno un tale schifio che …visto che è spuntato un magnifico sole vado a fare un giretto, sennò la mia “ gentile linguetta” sputa una mitragliata di parolette  che  gli sfottò dei foresti e le villanie dei nostrani diventano complimenti!

Un salutone a tutti

dif

 

 

 

POSTINA MIA

POSTA AAA!

CHE POSTA ?

ME PARE STRAPPACORE DALLA BUSTA

ALLORA TIENTELA PER TE POSTINA

MA È PER TE

NON LA VOGLIO

SEI CRUDELE

SI

MA..NON SEI CURIOSA?

NO

NEPPURE UN PIZZICO?

NO OO

NON VUOI SAPERE CHI L’HA INVIATA?

NO!

PERCHÈ?

PERCHÈ.. PERCHÈ…. PERCHÈ SARÀ UNA ROGNA CHE MI GUASTA LA GIORNATA

E SE FOSSE UN ASSEGNO MILIONARIO?

POSTINA GRULLA, VIVI NEI SOGNI, NESSUNO TI INVIA UN ASSEGNO! BOLLETTE, CAMBIALI, RICHIESTE DI DARE, DARE, DARE PER SALVARE, PER SFAMARE, PER VACCINARE, PER IMPINGUARE LE TASCHE DI CHISSÀ CHI E SVUOTARE LE MIE

EH .. MA TU SEI TROPPO CINICA E MALFIDATA!

IO CINICA? SEMMAI REALISTA.

SE NON RITIRI STA BUSTA SEI PROPRIO SENZA CUORE. NEANCHE COSTASSE UN EURINO PER L’INCOMODO DI VENIR GIÙ

IL CUORE CARA POSTINA MIA IO CE L’HO ECCOME, SONO GLI ALTRI CHE NON CE L’HANNO E MI FANNO IMPAZZÌ TUTTO L’ANNO PER: FALLI MAGNÀ LE ARAGOSTE, ANNÀ A FESTEGGIÀ IL NATALE ALLE MALDIVE CON LA CRICCA, FA’ SHOPPING A NEW YORK, TRACANNÀ CHAMPAGNE SUL PANFILETTO EEE…E NUN ME FA DI POSTINA CHE ME POTREI INALBERÀ E ANDÀ A DIGLIENE QUATTRO DE PERSONA. NON SON MICA IL TIPO DE MANNÀ UNA BUSTA ANONIMA IO. SO’ FIGLIA DI UNA TERRA SCHIETTA. COME SE DICE DA PANE PANE E VINO VINO. LE MANFRINE ME FANNO VOMITÀ..

DAI.. NON T’HA RABBIÀ RITIRA L’INVITO E NON PENSÀ!

INVITO? QUALE INVITO POSTINA. HAI DETTO C’È POSTA. POTEVI DIRE C’È INVITO

EH QUANTE STORIE PER UNA BUSTA! VIEN GIÙ E APRILA CHE ME SO’ STUFATA DE STA ASPETTA. HO ALTRI GIRI DA FA’ NON CI S’È MICA SOLO TE CARINA A STO MONDO. SAPESSI.. C’È UN SACCO DE GENTE CHE: HO V’H O TROVÀ UN PADRE CHE NUN LO VOLE, UNA MADRE CHE L’HA BETROFATO E VO’ SAPÈ PERCHÈ, UN MARITO CHE PRIMA HA TRADITO E POI SE N’È IUTO, UN AMICO CHE NON TE VOLEVA VEDÈ PER 50 ANNI MA PRIMA DE MORÌ SI, UN FIDANZATO CHE HA SBAFIGNATO LA TU MIGLIORE AMICA E PO’ SÉ PENTITO.. E.. E NUN TE STO A’ ELENCÀ TUTTI SENNÒ ME VIENE NOTTE. ME BASTA DITTE CHE SE TE SENTI DE DI QUALCOSA DE BRUTTO O DE BELLO A QUALCUNO O LO VO’ TROVÀ PE’ MANNÀ A FANCULOSSI AFFIDATE A MARIA. CON UNA BUSTA QUELLA TE RISOLVE TUTTO

MARIA? STAMANI POSTINA ME SA TANTO CHE SE’ PASSATA DA PINUCCIO A SCOLATTE UN PO’ DE MOSTO. NON SAI CHE QUELLA STA IN CIELO E C’HA DA FA  UN BEL PO’ PER COSE GROSSE. FIGURATTE SE PO’ PENSÀ AI PROBLEMUCCI MIA

GUARDA CHE È MARIA DE QUAGGIÙ CHE TE INVITA NON QUELLA CHE STA LASSÙ!

DICI QUELLA CHE TE TROVA MOGLIE E MARITO DA 18 A 100 ANNI?

SI.

ALLORA POSTINA NON POSSO VENÌ.

PERCHÈ?

PERCHÈ…  PERCHÈ HO GIA IL  MARIONE  IO!  TUTTI I GIORNI ME IMBRILLOCCA CHE SE APRO LA SU BUSTA FO UN AFFARE COLOSSALE   INVECE  ME BETROFA E ME FA DANNÀ E PER NON FINI A FAMME SFAMÀ DALLE DAME DELLA CARITÀ NON HO NEANCHE IL TEMPO DE PENSA’. VENI’ A PIAGNE IN TV?  MANCO SE ME PAGHI E SI NUN VO’ SENTI UN URLACCIO DA BUTTA GIÙ LI FILARI DE PIOPPI DE GIGETTO TE CONSIGLIO DE SPARÌ POSTINA MIA!                                        

vita,opinioni

dif

meglio ridere che piangere!

BUON POMERIGGIO CARISSIMI AMICI E PASSANTI

Qui un bel sole mette allegria e voglia di dare un colossale calcio a tutto ciò che ingrippia e a tutti QUELLI che massacrano presente e futuro di giovani e vecchi. E’ tanta la sua carica energetica che fa scappare da ridere anche su ciò che ci sarebbe da piangere. Siccome piangere mi rovinerebbe il trucco e provocherebbe un tale diluvio imprevisto che farebbe pure scomparire i monti (magari!! solo uno, quello di troppo…) è meglio che rido. Con un po’ d’ironia ci riesco meglio. Anche se non mi cambierà lo stato di fatto mi eviterà di vedere i “neri mostriciattoli” che da destra a manca stanno facendo di tutto meno quello che dovrebbero fare.

Con un bacione solare e qualche svignettata vi auguro una lieta serata

dif

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Il tempo mi é scivolato….

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Si, il tempo mi è scivolato tra le mani come fosse un oleoso impasto di sensazioni piene di torpore apatico. Come se qualunque attimo  del film vitale  girato dal suo trascorrere   fosse bloccato su un fotogramma nero che mi impediva  di  scorrerlo e di trascorrerlo col solito tran tran. Così dalla primavera sono passata all’autunno come se in mezzo non ci fosse stato nulla. Eppure di cose ce ne sono state!  Neanche usuali a pensarci. Eppure… Eppure mi è scivolato. Neache le scosse del terremoto mi son servite a trattenerlo.   E che scosse amici miei! Di quelle che  ti fanno saltare nel pieno della notte giù dal letto che balla e ti mettono le ali ai piedi dalla paura. Già. I piedi mettevano le ali ma la testa e il cuore? La testa e il cuore erano lontani milioni  anni luce da tutto ciò che ruotava intorno. Ambedue avevano trasvolato il tempo, abbandonato cronos  per trasferirsi su un altro pianeta. La testa era finita nei meandri spirituali e indecifrabili di nettuno e il cuore si era catapultato nelle viscere di  uno di quei  crateri infuocati  di plutone. Perchè? Non c’è stato un perchè tangibile. E’ avvenuto in modo naturale come fosse necessario a vivere esperienze senza tempo, senza volti, senza niente di niente che appartenesse a questo pianeta. Come se fosse indispensabile purificare e decodificare testa e cuore  per riprendere il ritmo del tempo impedendogli di scivolare. Così in questo pianeta dalla primavera son passata all’autunno in un battibaleno e senza un minimo ricordo brutto o bello di vissuto. Eppure…eppure non è così. In realtà nel tempo non vissuto ho vissuto stagioni e stagioni, visto cose strabilianti, fatto esperienze sensazionali che mi hanno prodotto una metamorfosi irreversibile. Non c’è che dire tra maggio e settembre  il tempo di questa dimensione mi è scivolato, ho afferrato e vissuto quello di altre dimensioni e non sono più la stessa. Migliore o peggiore? Questo non lo so. So che non posso raccontare nulla. Perchè? Perchè in un mondo che considera normale, giusto e  miracoloso un governo che si pavoneggia di aver tirato fuori dal baratro i suoi consimili togliendo solo ai più deboli, qualunque fatto straordinario accaduto a chiunque  non può che considerarlo una anormale follia! Però..però non tutti sono uguali…forse se troverò quel coraggio che vado cercando da quando ho intrapreso a scribacchiare nel blog lo farò.  infatti a qualcuno in parte ho raccontato, naturalmente quello che si può descrivere a parole, e, forse  perchè mi conosce in modo non virtuale o per educazione, (saperlo è un rebus.. )non ha dubitato un attimo che il tempo che mi è scivolato tenendomi lontanissima da voi tutti – per me non era così perchè vi avevo portato quasi tutti con me- è si, un fatto raro ma  sicuramente meno  di un qualsiasi governo che non sa vedere oltre  tasse,  tagli, cuci e incolla i soliti noti alle logiche di una dimensione meramente fiscalmonetaria.

 Un saluto caro e un bacione megagalattico

dif

 *

Ringrazio tutti coloro che mentre il tempo di qua scivolava inesorabilmente dalle mie mani e mi catapultava in altre galassie hanno contribuito  con il loro pensiero, il loro affetto e le loro parole a riportarmi in questa dimensione che con tutti i difetti che ha mi permette ancora di vedere le persone che amo, colloquiare virtualmente e non con  quelle che stimo e alle quali sono spiritualmente legata.

 

        

  

RITORNO?

 

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Si, ritorno ! Da dove ritorno? Non saprei dirvelo con esattezza perché la mia barca ha navigato in acque sconosciute e perigliose, più volte si è arenata in spiaggette deserte e senza possibilità di soccorsi ed è stato difficile disincagliarla. Altre volte è finita in fondo all’oceano ed è stato terribile riportarla a galla e riprendere a navigare, altre  è finita nell’etere e ci è voluto il telescopio per  capire in quale galassia  era finita e tanta pazienza per riportarla giù. Altre ancora, la mia sconquassata barchetta di donna squinternata e per niente marinara  è finita in un infido pantano d’inerzia mentale o è stata catapultata in foschi labirinti di disincanto floppatorio che l’hanno ridotta una allocca imbambolata che lasciava  al tempo azione e reazione.  Per farla breve in questi mesi di silenzio ho navigato, navigato, navigato, ma non ho oltrepassato di un centimetro il mio recinto. Troppo spinoso? Forse. Troppo alto? Forse. Troppo assurdo? Forse. Troppo doloroso? Forse. Di certo troppo di tutto ma forse niente di veramente invalicabile se non mi fossi lasciata avviluppare dalle nebbie per addivenire un ammasso informe che si rotolava ora dopo ora senza più un briciolo di energia attiva, voglia  di guerreggiare seguendo istinto e  ragione; un informe donna senza più quell’indomabile briosità interiore che nella vita le era  fedele compagna, senza più quella molla  che le caricava cervello e cuore sempre e comunque trasformandola in un bulldozer da combattimento.   Ovvio che il mio è un ritorno  da un viaggetto ingarbugliato, precisamente da un viaggio a spirale iperbolica entro  un circoletto serrato da  pensieri negazionisti a sensazioni e azioni gioiose e contemporaneamente  logaritmico inverso smisuratamente aperto e disponibile al tutto. Perché sono partita ? Non lo so. O forse si. Qual’era la meta?  Non lo so. O forse lo so bene, talmente bene da comprendere che mi era impossibile raggiungerla e proprio per questo ho lasciato che  l’ inerzia avansazze da testa a piè…  L’unica cosa che so che mai viaggio è stato cosi pesante da intrappolarmi, frastornarmi ridurmi una polpetta insipida…Eppure di viaggi perigliosi ne ho fatti tanti, più di quelli che desideravo e avrei voluto ma in nessuno,  neanche nel più tragico, mi sono imperticata come una pirla, son sempre riuscita a proseguire, trovare un porticciolo che mi dava refrigerio, mi bastava poco… come il guardare  una semplice fogliolina su un ramo secco per emozionarmi, empirmi di quella meraviglia fanciullesca che fa scomparire ogni cruccio, toglie dall’anima e dal cervello le parti buie, fa vedere fra tempeste  furiose il sole risplendere. Sarà perché il mio viaggio stavolta era in compagnia di un destino altrui, ombelicalmente legato al mio,  o sarà perché sono improvvisamente partita di testa e ho forzosamente chiuso porte e finestre al mio sentire …??? chissà… comunque sia son ritornata…in me….almeno mi sembra… non mollerò gli ormeggi. Per riprendere il cammino, allontanarmi dall’autoalimentata meccanica che mi ha sdinamizzato,  avvitato allo steccato del mio recinto impedendomi di oltrepassarlo non mi pongo obiettivi,   credo mi basti una sola frase… magari un solo ciao  scritto nel blog per svitacchiarmi…il silenzio non sempre è d’oro, talvolta è piombo che fa male a te e a chi ti vuole bene anche se non ti ha mai vista in volto perché conosce la tua anima.

Un bacione immenso  agli amici

 Mai mi hanno abbandonata e nel mio “spiradiloso viaggio”

ho percepito accanto attimo dopo attimo

Un abbraccio oltre il tempo a tutti

Dif

 

e

tanto che ci siamo buon 2012

e buon anno del dragone!!!

….se posterò come al solito le mie previsioni avrò la certezza che avrò riacciuffato il mio spirito disintegrato e concluso un viaggio non viaggio…

 

 

NOI DUE

OGGI,  NON SO IL PERCHE’, A  MIA SORELLA A CUI VOGLIO UNA MONTAGNA DI BENE

VOGLIO DIRLE ATTRAVERSO LE SEGUENTI PAROLE CHE MAI NULLA CI DIVIDERA’ O SARA’ TANTO

IMPORTANTE DA FARCI LITIGARE:

IO E TE SORELLA MIA

ABBIAM PERCORSO LA NOSTRA VIA

PIANA LA TUA TRAVERSA LA MIA

INTERVALLATA DA BRUSCHE STERZATE

E PROSPETTIVE BIFORCATE

TU FORMICA IO CICALA

TANTO DIVERSE

NELL’ASPETTO E NEL PENSIERO

QUANTO UNITE IN SPIRITO

DA FILOSOFIE

CHE TROVAN RAGIONE NEL CUOR

E SAGGEZZA IN FATICA

COSI’ LE SCARAMUCCE

SON VOLATE VIA

SVANITE COME BOLLE DI SAPONE

A SBUFFO DI SORRISO

NOI DUE

PUNTO FOCALE

SULL’ORIZZONTE SCONFINATO

LE NOSTRE RETTE ABBIAM TRACCIATO

ABBOZZANDO SULLA TELA DEGLI IDEALI

LE VARIABILI ESISTENZIALI.

ZIG ZAGANDO FRA I SEGMENTI

INTERSECANTI

MAI DEVIAMMO DAI PRINCIPI ISPIRATORI

DEI NOSTRI GENITORI

DI LOTTARE E MAI MOLLARE.

SPESSO

IO

HO CARAMBOLATO

E PER VOLERE DI DESTINO INGRATO

IN VORTICI FRENETICI GIRATO

MA IL NOSTRO AQUILONE

IN ALTO HA LIBRATO

COL FILO D’AMORE TRASVOLATO

LA REALTA’ INTERMINATA

OGGI

TENENDOCI AGGANCIATE

SENZA PRIVARCI DELLA LIBERTA’

BRAMATA

VAGHIAMO IN TERRE IGNOTE

PER OSSERVARE IL VARIARE

DEGLI ELEMENTI

DELLE GENTI E DEI SAPORI

NOI DUE

SEMPRE INSIEME

BAMBINE VOGLIOSE

MAI SAZIE DI SAPERE

LE VERITA’ RETROSTANTI

SOVERCHIATE DAGLI ANGOLI

*

io e lidia.JPG

dif

ti ricordi? quei due puntolini sullo sfondo siamo noi!

RIFLESSO SPECULARE

Ci sono attimi di stanca mentale e fisica nei quali guardandoti allo specchio ti sembra di percorrere un tracciato interno che ti sdoppia. Incredibilmente ti sembra di vedere un viso e un corpo che non ti appartengono, una specie di ammasso zavorrato a forza dalla volontà per farlo restare  ben saldo sul palcoscenico della vita.  Nello stesso tempo ti sembra di vedere un viso e un corpo somigliante alla tua immagine di tutti i giorni ma con un qualcosa  che ti lascia perplessa perchè saetta a destra e sinistra come un folletto come se volesse  uscire dallo specchio per sfuggire alla cattura dell’occhio. In quegli attimi ti assale un interrogativo  e ti dai una risposta ovvia, come: oggi vedo doppio!  Poi, come per magia comprendi che non vedi doppio,  vedi la tua realtà, quella che hai accettato con tutti gli obblighi della ragione per amore verso gli altri e ti rende polverosa e quella che non hai accettato per rispetto di te stessa e dei tuoi ideali alla quale basta una folata di vento per colorarti. Attimi che  così ho riassunto:

L’immagine riflessa

Non è vecchia e rugosa

Solo opaca e polverosa

Zeppa d’ansie implice

Nascoste sotto cute

Affossate nel profondo

Ch’ Impedisce di studiare

Una faccia da mostrare

Per dover di convenzione

Sempre allegra e ospitale

Un bambolotto da giocare

Un’immagine di donna

Un po’ bella un po’ biacca

Invulnerabile alla mazza

Una montagna silenziosa

Stagliata all’orizzonte che

Ritrovi sempre li

Agghindata per la festa

Col variare delle stagioni

Improvvisa la tempesta

Sbatte la porta

Spalanca la finestra

L’immagine riflessa

Traballa e scompare

Riappare speculare

Due riflessi similari

Non uguali

Sconcerto e timore

Chiudo gli occhi e li riapro

il riflesso s’è sdoppiato

in due immaginari

Simili non uguali

Rispecchian gl’inconfessi

Le vaghezze d’un pensiero

Ora fermo ora alato

M’imbelletto e mi pennello

Getto il colore

Senza un preciso

Tinte colo alla rinfusa

L’immagine riflessa

accendo di pittura

Non è vecchia e opaca

Solo speculare

*

vita,pensieri,riflessioni

Con la calura di questi giorni è facile vedere doppio!!!

Buon fine Agosto 

dif

E’ STATO DIVERSO…

 La primavera è una stagione di risveglio e rinascita che di solito mi predispone a pensieri leggeri e gioiosi, eccita la mia volontà, stimola la mia voglia di fare, mi toglie la pesantezza e il grigiore dell’inverno, ridona a sguardo e sorriso un qualcosa di fanciullesco.

Quest’anno è stato diverso. Un mattino spalancando le finestre per far entrare luce e colore, guardare la forsythia, l’albicocco in fiore, le primule e le viole con l’animo di salutare il giorno e la stagione con un bel sorriso, non ho provato il solito entusiasmo, niente mi appariva invitante, fiori e cose mi sembravano sbiaditi, spenti, come se mancasse loro la solita “anima” Non so se l’impressione d’una visione così scialba è stata per il silenzio che aleggiava intorno o per non aver visto il solito uccellino beccare nel prato e la farfalla azzurrina, che da qualche giorno si posava tra le violette appena mi affacciavo, o ero impredisposta a vedere le cose con la consueta briosa meraviglia. Sta di fatto che invece d’una sensazione radiosa mi ha percorso un brivido, per un attimo mi son sentita così smarrita e incredula che un attacco di panico ha attraversato la mente creandomi un disagio fastidioso. Ho reagito subito parlando dal balcone ai fiorellini, lo faccio sempre, recepiscono pensieri e parole e crescono meglio se sentono l’umano che non li tratta con indifferenza, forse perché hanno in loro la ipersensibilità dei bambini, ma: o ero poco convinta o non abbastanza coinvolgente mi è sembrato che fossero quasi infastiditi, che fiori e foglioline avessero un peso che impediva loro di mostrarsi in tutta la loro fresca bellezza di una mattina tiepida e assolata di primavera. Un tantino perplessa sono scesa a farmi un caffè, dicendomi che forse il mio umore era in ribasso e con l’occhio assonnato travisavo la realtà. Mi serviva una carica di energia positiva per ridare un senso realistico a quello che guardavo e sicuramente poi tutto mi sarebbe apparso bello come al solito, anzi ancor più splendente. Così per aumentare il buonumore ho messo nel caffè un po’ di cannella, l’ho sorseggiato lentamente, ho mangiato 5 cioccolatini, ho sfogliato i giornali, senza però leggere nulla che potesse togliermi la serenità e poi sono scesa in giardino straconvinta che mi bastava accarezzare i fiori, camminare a piedi nudi nel prato, stare un po’ a contatto con il colore e la luce per far sparire le sensazioni di disagio e riacquistare la solita vivacità. Invece…Invece stare a contatto con tutto quello splendore di rigoglio è stato come ricevere una zaffata di vapori velenosi che mi hanno penetrano l’anima e annientato all’istante la volontà di combattere, di credere, di agire, di andare oltre, sempre e comunque. Involontariamente un pensiero mi si è accavallato a un volto, a un affetto importante, mi ha estrapolato una comparazione e son rimasta annichilita, direi ibernata considerato il tempo che è passato. Ciò che mi circondava spietatamente mi metteva sotto gli occhi quello che disperatamente nell’intimo cercavo, volevo con tutte le mie forze, per meglio dire con tutto il mio cuore di madre desideravo e non era. Ora? Ora l’albicocco è verde e ha piccoli frutti, violette e primule sono sfiorite e han fatto posto a gerani e petunie, la pasqua è scivolata via insieme ai giorni come se e io fossi su un altro pianeta, domani è la festa della mamma e sarà un’altro giorno di metà  primavera. Faticosamente sto tentando di scrollarmi di dosso l’apatia che da quella mattina mi si è appiccicata come una sanguisuga vampira. Per farla breve ancor tento di uscire da una quarantena forzata per riprendere in mano la vita reagendo a un dolore intenso e quanto mai macerante perché dovuto alla dura condizione umana che tutto può ottenere con la volontà, eccetto modificare uno stato di fatto, cioè trasformare un grigio inverno in una primavera di luce feconda a chi si ama. Mi è difficile in questo momento andare oltre con le parole anche se in cuore e nel pensiero ne ho molte. Credo che ormai sapete che detesto affliggere gli altri, ho questo terribile difetto,  mi piace essere portatrice di aura energica e positiva , ancor più a chi mi è caro e voi lo siete tutti. Non nascondo che alcuni li porto nel cuore con un sentimento di spirituale fratellanza, così  profondo che valica tempo e spazio e sono gemme preziose per me, in questo momento più che mai. Ma son qua per dire a loro e voi grazie. Grazie infinite dell’affetto, l’amicizia o le parole di stima e di incitamento a dare un guizzo. Non è retorica o formalismo relazionale seppur virtuale. E’ un grazie sentito che scaturisce dal profondo del mio essere madre che  sa percepire oltre le barriere e  riconosce la sincerità  di una parola anche se come donna sono  un pochetto squinternata. 

Un bacione grandissimo a tutti e buon week end di gioia

dif
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Abbraccio tutte le mamme

 in particolare quelle che soffrono o sono in ansia per i loro “cuccioli”


 

NON ASPETTARE DOMANI

Ci sono attimi in cui all’improvviso avverti una prepotente impressione che non ci sia del tempo da perdere.Ti invade una sorta di suggerimento animistico che dovresti correre o almeno far subito una telefonata a una determinata persona. Non importa cosa dirai, importa fargli arrivare la voce, ascoltarlo perchè non ci sarà una prossima volta. Respingi le  sensazioni credendo che ciò che ti frulla in testa è la proiezione del tuo immaginario. Ti convinci che è da irrazionali  dar  credito alle sensazioni di pericolo, devi scartare l’ipotesi che realmente sia urgente andare o telefonare. Così,   ricacci con forza il suggerimento in un angolino e pensi: c’è sempre tempo per farlo, magari in un momento libero mi tolgo lo sfizio.  Poi scopri che era urgentissimo. Forse non era determinante a modificare la scelta del fato, sicuramente sarebbe stato un piccolissimo gesto che poteva mettergli il dubbio, perlomeno esaudire un ultimo desiderio. Con dura amarezza ho compreso che devo ascoltare le percezioni sensoriali anche se mi sembrano frutto di fantasie o stupide divagazioni dell’inconscio non devo aspettare. Seguire l’impulso dell’attimo, mi eviterà  di scoprire che attendere la certezza, per  rispondere a una  chiamata spirituale,  è solo egoismo dovuto a timore di apparire illogica, a me e agli altri, che lascia spazio a decisioni irreversibili.

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Non aspettare domani

Per dire una parola gentile

Domani potresti non trovarla

Saresti costretta a cercarla

Nel mezzo d’una notte nera

Annichilito da una scena

Al canto triste d’una sirena

Non rimandare a domani

Uno slancio del cuore

Lascia che il gesto vada

Dove il cuore vola

Non piangere domani

Le persone che ami

Domani

 Potresti non vedere

Nascere il  sole

Di chi

Ragionando aspettava

Un gesto che scaldava

Non essere egoista

Ripiegato in un cantuccio

Esci vai in mezzo ai lupi

Lasciati sbranare piuttosto che

L ’indomani dover dire

 Perché

Non sono andato immediato

A scostare

Dalla mente e dalla mano

il gesto insano

Uno squillo di telefono bastava

A romper la monotonia

Farlo restar ancor in questa via

Almeno lasciarlo andare

Senza forzare la mano al pianto

Per un silenzio affranto

Non rimandare a domani

Un segno di conforto

Potresti dire perché l’hai fatto

C’ero io lungo la tua via

Domani

 O.. forse dopo

Ti avrei soccorso

Scaldato la noia maledetta

Di bimbo vecchio abbandonato

In cerca di parola di carezza

Piangi

 frughi nella voce la risposta

Canta solitaria la merla alla finestra

Il tuo rimpianto

Al gelo di gennaio resta

dif

MULINELLA E IL VIRUS

Stamani sono uscita per comprare altre luci per l’abete del cortile, altrimenti poverino sembra un fioco lanternino. Non ho fatto in tempo a scendere dalla mia geppa che eccoti li la Mulinella, la stonata del paese. Paonazza, con i capelli che sbucavano dal cappellino come spini, mentre mangiava le unghie mi ha guardato di traverso bofonchiando: “non ci sto, no, no, a seguire il nuovo caporione che ciancia di spazzare il paesello per togliere la sozzura altrimenti i crucchi finiranno al lazzaretto. Quello spilungone, è solo uno che vuol mettermi paura, farmi abboccare all’amo per friggermi in padella insieme ai pesci gatti che tiene nelle sue bisacce. Quelli si che mandano un fetore che appesta, dovrebbe buttarli nella fossa e ricoprirli di terra al più presto! Non ci penso proprio a ramazzare il paese per un opportunista che vuol passare da nobile ripulitore di sporcizia infetta del paese. Ho sempre fatto la raccolta differenziata io, in terra non ho gettato neanche una bricioletta. Se il paese è sporco è tutta colpa dei tre tizi mandati da lui. Cosa crede quello là che son cieca! Li ho visti arrivare di notte quatti, quatti, confabulare e poi scaricare sacchi pieni di lordure. Da quando il bianchino mi ha tradito, ci vedo meglio d’una gufa. Stralunata guardavo la Mulinella senza riuscire a dirle che avevo una fretta boia. Furiosa e rossa in volto come una mela nurka, continuava nei suoi deliqui senza lasciarmi spazio: “eh cara mia, lo spilungone sta spargendo il terrore fra i paesani, dice che c’è un virus cavalieros dovuto alla spazzatura e lui è l’unico che ha un vaccino, un certo eticus moralis, che può salvare dal contagio. Ci ricatta dicendo che se non ripuliamo “la piazza” entro il 14, lui si incavola ben bene e chiama altri tre o quattro tizi che da un po’ stanno aspettando il segnale di via per invadere il paese. Quelli mica son buoni come me, dice lui, quelli hanno il pelo lungo sullo stomaco, perdono facilmente la bussola e allora saranno cavoli neri per tutti fino a natale. Anche la Celestina, la più informata del borghetto, ha detto che è meglio ubbidire. E’ un perfido, mentre ti sorride pensa a come ribaltarti per scaraventarti sulla graticola e arrostirti come un salsicciotto. Al borghetto ha mandato tre scagnozzi dai nomi strani, brigo, intruglio, inciucio, nessuno è riuscito a capire dove li abbia assoldati. Pare giù, giù, e per non dare nell’occhio, li ha fatti arrivare con un barcone mascherato da yacht. Li fa anche parlare in un dialetto che nessuno capisce, api fli ucs udc ppp xyz Tutto il giorno si divertono a tirare palline a chi passa e poi ridono a crepapelle. Se li guardi male, ti bombardano con palline motose che non basta una settimana per ripulirsi, si appiccicano come pece nera, chissà dove lo trovano poi un fango simile, la gente è così spaventata che nessuno fiata”. Era così incacchiata la Mulinella che non ho osato chiedergli a chi si riferiva, io non vedevo la spazzatura e nessuno nei paraggi. Nervosa mi girava intorno continuando i suoi blateramenti: “in paese non c’è più pace neanche di domenica da quando è comparso l’agnello antivirus cavalieros. Lui però è un lupastro di specie insolita, quello che ti mangia sazio. Si, ti inghiotte dopo che si è ingrassato mangiando quanto più poteva dall’abbondante e succoso piatto che tu le hai offerto pensando fosse un innocuo cagnoletto dagli occhioni dolci e ingenui bisognoso di amore.” Mi guardava inviperita la Mulinella, come fossi io la causa del suo vagheggiamento, poi mi è venuta sotto il naso con il dito alzato bofonchiando: “credevi fosse una povera bestiolina smarrita che gli hai fatto il bagnetto nella tua grande vasca coi sali profumati, lo hai ripulito dai pelazzi folti e neri con ceretta antidolore, messo la cremina antiscrepolature e antirughine, il borotalco felce azzurra, l’hai fatto ben bene accomodare con il sederino profumato nella poltroncina sul cuscino di piume rosse ? Solo perché ti ha guardato con i suoi grandi occhioni dolci e ingenui da bambinello riconoscente, ringraziato con una leccatina l’hai trattato come un reuccio? Fessa. Mentre tranquilla sei andata a letto sai che ha fatto? E’ uscito, ha ululato al branco in attesa gli ha detto che il piatto era scarso per loro non c‘era nulla a meno che…a meno che, mentre tu facevi sogni d’oro, venivano ad aiutarlo a ripulirti la dispensa. I tre più sfacciati son accorsi, han gozzovigliato, si sono ingrassati e ora vogliono pure che io ramazzi il lordume che hanno buttato dalla tua finestra. Fossi pazza, fallo tu bella mia che ti sei lasciata incantare da due occhioni blu.” Spaventata che gli venisse un colpo apoplettico ho cercato di calmarla, farla ragionare per spiegargli che io ero li a comprare solo delle luci per abbellire l’albero, non sapevo nulla degli scagnozzi, del lupo, delle palline, del virus. Niente da fare. Non sono riuscita neanche a dirle che è stato il burlone del paese a spargere certe voci, semmai doveva prendersela con lui, perché era stato lui a raccogliere il cagnetto, a ripulirlo, a farlo sedere comodo nella poltroncina, perfino a farlo dormire nella camera grande, dove non fa entrare nessuno senza consultarsi prima col parroco. Lo ha così viziato che ora si crede il re dei lupi tanto che a volte invece che abbaiare ulula spaventando tutti i cagnetti del paese, solo tre o quattro bastardini di passaggio invece che spaventarsi e fuggire ronzano intorno alla sua cuccia, per raccogliere l’osso appena lui lo molla. Per fortuna è arrivato il postino a liberarmi dalle cicalate della stonata, ho comprato le mie luci e son tornata a razzo a casa. Mentre abbellivo il mio abete mi è scappata una gran risata. Dovrei andare più spesso in piazza, la Mulinella è tanto stonata che prende i fischi per fiaschi ma i suoi deliqui sono un vero infuso di buonumore.

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Il mio albero ora è proprio bello, illuminato spande una luce pre natalizia festosa come piace a me

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FELICE WEEK END A TUTTI
DIF