SANTA BARBARA

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Ieri era Santa Barbara, la protettrice dei vigili del fuoco, dei minatori, geologi, della  nostra Marina. Militare, dei campanari. Oggi rarissimi, il suono delle  campane che  alla domenica ci sveglia bruscamente è registrato,  difficilmente è un maestro campanaro a diffondere il suono.

 Mi piace ricordarla. Nel folklore del mio paese è ancora una ricorrenza sentita e rispettata nel valore simbolico della  Martire cristiana, ma anche nel valore di riconoscenza e gratitudine verso il lavoro di soccorso che svolgono i vigili del fuoco.

Troppo spesso si dimentica che rischiano e muoiono per salvare  dalla  furia devastante  del fuoco acceso da piromani  persone, bestiame, boschi, case.

Legate  alla Santa si tramandano da generazioni  due espressioni:

 “ Pe’ Santia Barbra sta lu fuco e jardala”

Un modo di dire che si aggancia al lavoro agreste,  sancisce che le  faccende nei campi son terminate, l’inverno avanza, da ora si riposa e si  attende  che torni il tempo bello.

 “ Si vu scampà da fulminie e sajetta nu scurdà Barbra benedietta”

Espressione  più legata a un insegnamento, un monito ad agire giustamente per evitare ciò che  successe all’aguzzino della Santa il 4 dicembre del 306, quando la decapitò  senza ragione e subito dopo  punito dalla giustizia Divina,  morì colpito da un fulmine.

 

 A dir la verità, questo secondo detto mi ha suscitato qualche riflessione amara agganciata a certi avvenimenti recenti che hanno incendiato  pulpiti e tribunette, surriscaldato gli animi arroventando l’aria che si respira, già di per se soffocante, aizzato cori e coretti a cantare buttando benzina sul fuoco invece che evitare di  steccare.Mi hanno quasi rotto i timpani con le loro voci tonanti su Berlusconi che è la causa d’ogni sventura italiana, che gli italiani rinsaviti vogliono che si dimetta, (quali?) esca dalla scena politica, così i bravi lavanderini  finalmente smacchieranno il paese  e tutti vivranno felici…. Una serie di baggianate per toglierlo di torno, sgombrarlo, come ho letto da qualche parte, quasi mi fa pensare che sotto sotto l’interesse è diverso. Oh! Anche quelli che campano sulle sue spalle pubblicando libri e libretti e  girando qua e là  a straparlare  hanno l’onestà di ammettere: senza di lui come avrei fatto? Chi mi avrebbe fornito tanto materiale? Garantito introiti cospicui, colletto immacolato, scarpe lucide, capelli laccati,  avrei dovuto sgobbare,  indossare una lercia tuta, un paio di scarponi, avere le mani callose!!!

 Mi hanno seccato i modi melliflui, dico  e non ammetto, sono garantista ma indirizzo il  dibattito col principio opposto… alcuni mi sembrano bambini convinti che gettando tanti sassi  nello stagno prima o poi con  uno di quei sassi   centreranno il bersaglio agognato.

Non riesco più a digerire quello che circola in tv, su fc, o in certa stampa, il troppo storpia sempre,   la critica da obiettiva è divenuta ossessiva. Ieri sera poi, guardando anno zero, ho toccato il fondo della mia sopportazione, pur da fedelissima telespettatrice di Santoro e non di Vespa assistere al solito assalto alla diligenza è stato un travaglio così spossante da togliermi il desiderio di  ripeterlo al prossimo giovedì.

E che dire poi di tutto l’ esplosivo trans- tante da un canale all’altro in orari pomeridiani? Fulmini e saette si abbatteranno sulla mia testa se trovo inopportuno che certi argomenti vengono trattati in orari pomeridiani, quando i bambini girano per casa, con modi e toni contro ogni buon senso di informazione sociale e di contenuto educativo!! Ognuno ha diritto di scegliere come vivere la sua vita, se da donna, da uomo o mezzo e mezzo, ma nessuno ha  diritto di far passare normale un comportamento sessuale o di stile di vita per comune quando non lo è.

Il modo di fare informazione oggi, mi ricorda i tempi nei quali la lavatrice era poco diffusa, quando le donne si recavano a lavare i panni alla fonte pubblica,  mentre lavavano sciorinavano fatti e fattacci, ognuna li riportava a modo suo e alla fine quello che circolava  era una Santa Barbara di chiacchiere, una polveriera che in certi casi  provocava gravissimi danni a persone o  famiglie prese di mira ma siccome nessuno poteva risalire alla fonte ognuno dormiva tranquillo finché non gli toccava la stessa sorte.

Spero che la Santa mi perdoni lo sfogo che mi è esploso spontaneo.

Per fortuna che  gli italiani son tutta altra cosa, rispetto a quelli dipinti o  fatti circolare nel mondo mediatico, come ha ricordato il nostro Capo dello Stato ci sono migliaia di italiani che  agiscono concretamente sul territorio e anche fuori senza prima suonare la trombetta, italiani che ogni giorno con il loro volontariato suppliscono a tanta indifferenza verso i deboli, gli emarginati.

 

BASTA VIOLENZA ALLE DONNE

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Domani, 25 è la Giornata Mondiale per l’Eliminazione della Violenza sulle donne.

Quasi ogni giorno, i mezzi d’informazione riferiscono fatti cruenti a danno di donne, giovani e meno giovani per motivazioni insensate come nel caso di Hiina sgozzata dal padre padrone, o Lorena soffocata, bruciata e gettata in un pozzo da tre coetanei. – Per questo  l’ANFORA della staffetta  è partita da Niscemi per concludersi a Brescia..Riflettendo bene è pressoché un bollettino di guerra.

 Infatti, i casi che approdano alla ribalta sono quelli eclatanti, di violenze tragiche quali assassinio, lesioni gravissime, stupri di gruppo, non contemplano i misfatti che si consumano fra le pareti domestiche, nei luoghi di lavoro, nei rapporti interpersonali, nella vita sociale e comunitaria sulle donne. Tante, troppe, una su tre dicono le statistiche, sono le donne picchiate, perseguitate, oppresse, oltraggiate, vendute, schiavizzate, discriminate, ricattate, utilizzate malversamente, uccise, violate fisicamente, moralmente, psicologicamente solo perché nate donne. Non esiste parte del mondo, più o meno democraticamente avanzata, nella quale le donne usufruiscono di leggi e regole di diritto paritario e di tutela. In tutte le culture coesiste un fattore discriminante che ingloba aspetti dispregiativi verso la donna, talora la si considera inferiore, uno strumento sessuale riproduttivo insignificante da tenere lontana dall’interazione attiva nelle scelte centrali della vita collettiva, talaltra un elemento di disturbo al predominio dell’orgoglio virile tanto da subire mutilazioni e sfregi legati alla sua natura femminea, altre ancora viene sottoposta a consuetudini tramandate da culti pseudo religiosi o principi barbari e anacronistici radicati nel territorio e mantenuti per viltà e comodo. Veramente sconcertante. Imbarazzante per chiunque abbia un minimo di concretezza l’andazzo che traspira da tante opinioni sulle donne, da tanti gesti compiuti a loro danno quotidianamente, denota una mancanza di volontà di combattere il fenomeno della brutalità verso le donne, insensibilità e indifferenza al problema degli abusi, disonestà intellettuale verso un conflitto sottile e perverso che nega, ritarda, ostacola i diritti, prima di tutto umani e poi di non violenza da parte di un padre, un marito, un governo, un datore di lavoro, di chicchessia si autodefinisca umano evoluto.

Va anche detto che la donna in primis deve ribellarsi, non soggiacere a compiacenze familiari per paura di ritorsioni e ricatti economici, deve denunciare le violenze senza aspettare augurandosi che le cose cambiano, non può solo appoggiarsi e sperare che le varie iniziative di organizzazioni internazionali femminili riescono a risolvere il suo problema. Per estirpare il malcostume dei maltrattamenti è necessario l’impegno di tutti, comprendere che il seme negativo germina nell’educazione dei figli maschi, perciò deve farsi portatrice di idee antiviolente, inculcare da subito in loro il valore e il rispetto verso la madre, la futura compagna, la figlia.

Purtroppo, c’è da riconoscere che è difficile per qualsiasi donna demolire i pregiudizi che allignano nei suoi confronti, spesso quando denuncia è sottoposta a una pressione morale giudicante inquisitoria e dubitativa vale a dire, la strisciante convinzione, “se la nefandezza è stata compiuta, tu donna, in qualche modo l’hai provocata, con la condotta allusiva, il modo di vestire e così via. “ Esempio lampante è lo stupro degli otto ragazzi di Montalto di Castro, su una ragazzina tredicenne, rimessi in libertà perché “ bravi ragazzi”, Cancelleranno tutto con due anni di lavori utili. E che dire poi sui commenti dei paesani, circolati nelle varie interviste ? Da brividi, peggio, da rimanere di stucco perché al coro 

maschile dubbioso sulla moralità della fanciulla, hanno fatto eco alcune mamme. Mi è stato e mi è difficilissimo, come madre, comprendere un atteggiamento così lucidamente cinico, non ci riuscirò mai più di tutto rimuginando: se fosse accaduto a una loro figlia avrebbero reagito con lo stesso spietato cinismo ? Le statistiche quindi sulla violenza alle donne, fra le pareti domestiche, non sono una fola ma un dato oggettivo specchio della realtà.

La giornata, mondiale della NON VIOLENZA SULLE DONNE fu stabilita ufficialmente nel dicembre 1999, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per sensibilizzare i governi, le organizzazioni internazionali e quelle operanti sul territorio di tutti i paesi del mondo a impegnarsi concretamente per porre fine, alla discriminazione d’ogni genere perpetuata sulle donne.

Invero, c’è da ricordare che furono le donne, nel luglio 1981 a Bogotà, Columbia, nel primo ECUENTRO FEMINISTA DE LATINOAMERICA EL CARIBE a gridare no alla profanazione e alla negazione dei diritti alle donne, pertanto la presa di posizione verso i diritti umani al genere femminile e la data celebrativa scelta dall’ONU non è casuale, è rievocativa dell’assassinio incivile, per modalità e logica, delle tre eroiche sorelle domenicane Mirabal. Le sorelle, Minerva, Patria e Maria Teresa Mirabal, soprannominate le “farfalle” furono assassinate il 25 novembre 1960 per ordine del dittatore Trujillo in quanto ispiratrici del “movimento democratico del 14 giugno”, movimento che rappresentava una forte voce dissidente al suo potere. La loro brutale morte però non fu invana, scosse le coscienze della popolazione e impressionò a tal punto l’opinione pubblica mondiale che in breve tempo il dittatore fu epurato (con un colpo di fucile) e conseguentemente anche il suo malgoverno politico- finanziario. Nel 1995 Julia Alvarez ha pubblicato “IL TEMPO DELLE FARFALLE “ un libro dedicato alle sorelle che poi ha ispirato a M. Barroso il film: “ In the Time of the Butterfilies”

Son passati dieci anni, da quando è stata istituita la giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne, non mi sembra che nel mondo le politiche di tanti governi hanno mutato le convinzioni assurde riconoscendo i diritti umani delle donne, variato gli atteggiamenti ostracisti, incrementato le prospettive di eguaglianza, giustizia, parità economica e sociale,. Neppure ho constatato che alla violenza sulle donne sia stata riservata una attenzione particolare di condanna, utile a migliorare i pregiudizi sociali, culturali ed educativi che stanno alla base di tanti comportamenti individuali violenti se non in forma sporadica, e incompleta. Nel frattempo, il genere umano ha elaborato congegni in grado di approdare su Marte o duplicare il fatidico big ben della vita ma è stato incapace di elaborare semplici progetti di politiche socio-economico-culturali per eliminare dalla forma mentis generale che una donna non è diversa dal suo opposto per cui di qualsiasi età e appartenenza etnica e religiosa deve godere di rispetto e libertà di scelta, degli stessi diritti indiscutibili e chiunque li viola deve essere condannato sotto ogni punto di vista.

Personalmente non credo che una giornata celebrativa rimuova i pregiudizi millenari verso le donne, o apra le “menti” ai governanti per affrontare radicalmente il problema della violenza femminea o come dicono alcuni femminicida, chi non ha subito una violenza, specie sessuale, non è in grado di comprendere le ferite invisibili che provoca, che nulla e nessuno riuscirà a cancellare lo schifo, la bestialità, il terrore, lo squarcio nell’animo, cagionato dall’oltraggio e dall’intrusione, che le resterà un marchio infuocato nel corpo e nello spirito corrosivo, in più dovrà tollerare gli sguardi dispregiativi e coloro che 

sottovalutando il “crimine” lo reputeranno lavabile alla prima fontanella d’acqua fresca.

Il guaio è …. le fontanelle non esistono più.

Un argomento sul quale ci sarebbero un’infinità di cose da dire, riflessioni e considerazioni da fare, milioni di testimonianze e prove documentali  da far emergere. Per concludere in breve, metto il mio bigliettino nell’ Anfora simbolo del “basta” violenza sulle donne”  prendendo a prestito le parole  del poeta Kahlil Gibran:

Chi prova pietà per la donna, la disprezza.

Chi le attribuisce la colpa dei mali della società, la opprime.

Chi crede che la bontà di lei dipenda solo dalla propria bontà e che la sua

malvagità dipenda solo dalla propria , è uno spudorato.

Ma colui che accetta la donna come Dio l’ha fatta, le rende giustizia.

 bydif

 

 

 

 

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MURA

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Il 9 novembre dell’89 cadeva sotto i colpi della forza disperata di uomini e donne il muro di Berlino e con esso crollava il sistema ideologico che l’aveva innalzato. A distanza di 20 anni il mondo intero ha celebrato e inneggiato compiaciuto allo storico fatto. Nei vari discorsi ognuno  ribadiva che niente di simile deve esser ripetuto,  mai più muri  innalzati a difesa di un apparato politico, una dottrina ideologica o qualsiasi filosofia nazionalistica. Per la verità non è così. Per motivazioni diverse muri, fili spinati, recinti micidiali con alta tensione, campi con barriere più o meno visibili che impediscono la libera espressione e la circolazione in questi anni sono stati innalzati. Ovviamente non  tranciano in due una città separando amici, parenti cittadini di una stessa stirpe,  tranciano indipendenza, emancipazione, aspettative, desideri, diritti, sono limitativi  e oppressivi, in nome di interessi variegati costringono popoli,  uomini e donne  a rimanere  ingabbiati nel “ proprio recinto”.

Oltre vedere gioia e plauso per un fatto di conquistata indipendenza, sarebbe stato sostanzioso udire parole di impegno concreto per eliminare altri muri coercitivi. Bastava che la simbologia storica espressa dai festeggiamenti non rimanesse una vicenda formale ma apriva spiragli a miraggi di poter picconare un po’ alla volta tutti i muri esistenti, specie quelli che  non sono di pietra.

Forse è stata l’ingenuità, forse l’utopia di credere ai fenomeni ottici a disilludere le mie aspettative o perchè ……

Dividiamo lo stesso cielo

La terra su cui ormeggiamo

Vaghiamo col pensiero

Ci immaginiamo

Ma ..non ci vediamo

 

Percepiamo il respiro

L’energia esaltante

La passione ardente

Ma…non ci vediamo

 

Sentiamo il vento

I bisbigli dei fiori

I granelli di sabbia

L’arsura del deserto

Il bollore del cuore

Ma..non ci vediamo

 

Avvertiamo i passi

Il fruscio dei sogni

Lo sciacquio del mare

L’eco dei sospiri

I gemiti del pianto

Il cigolio dell’altalena

Ma…non ci vediamo

……………………….

Cinto da mura è  lo sguardo

Solo  l’anima trasvola

 

Pappagallo o libertà?

 

Son proprio stanca di “illuminati” impomatati e ceronati che gironzolano, 24 ore su 24, per stanze e stanzette dotate di riflettori, telecamere e microfoni per darmi dell’imbecille. Sono così stufa di ascoltare i loro sproloqui che ho deciso di chiudere i “rubinetti” che gli offrono l’opportunità di offendermi. Pontificano ossessivamente che sono un “italiana imbecille” senza un briciolo di capacità critica se la penso diversamente dai loro blateri. A parer loro decido, penso, mangio e prolifico come l’allocca incantata, o come figlia della coniglia cretina, solo le loro abluzioni quotidiane possono farmi diventare una “italiana purificata” Omologata ai loro standard non solo divengo “abile consapevole”  ma italiana bonificata degna di entrare nell’olimpo dei “più”  veri, corretti, giusti…ossia una “illuminata libera”   Libera di ragionare come mi pare o libera come il  pappagallo sul trampolo? Hanno una superbia e una tracotanza ributtante. Credono di avere la verità assoluta in tasca, il diritto di irridere chiunque esprima una idea diversa persuasi che scaturisca da una mono  turlupinatura ipnotizzante dei “ media”

Ma  se i “ media” sono vocal solisti come mai questi “illuminati del verbo” li  trovo piazzati negli scranni a fare i vocal coristi e sulle predelle a dirigere orchestre?  Sono “cantori” di x factor capitati lì per sbaglio, santerelli votati al patimento di salmodiare notte e giorno per salvarmi dai pericoli “concupiscenti” dell’ impostore camuffato, o sono  un mistero italico?….

Questi precettori filantropi garantiscono che  mi “informano” per schiodarmi dalla categoria degli imbecilli, aspirano solo a  disintossicarmi dalla “droga” inoculata dal “ media  solista” che mi ha scimunito  per elevarmi al  rango di “rischiarata” In sostanza  attraverso l’assimilazione della  loro “informazione corretta” da acritica imbevuta di cognizioni fasulle e settarie  divento un  soggetto pensante, indipendente e neutrale? Veramente la campana  mi suona male. Il batacchio rimuove  cognizioni dalla mia testa  mentre batte e ribatte  per rimpinzarla con altre cognizioni!!! Di certo la teoria è strana. Forse è mirata a rendermi una anatrella muta, una di quelle  in attesa di finire sulla tavola, come assaggio gastronomico, di qualche gazebo a feste e sagre  o una   “pigotta”   che infoltisce la polverosa collezione nei loro scaffali di pezza. Mah Tutto il loro altruismo mi pare una trappola ipocrita come la manifestazione sulla libertà di stampa.  Sono andata convinta di difendere il diritto di esprimere le idee con civile e democratica  libertà Ho scoperto che tutta la solfa sul “bavaglio dalla stampa”…. non era altro che una mistificatrice manifestazione contro il governo. Perchè non dirlo chiaro e tondo?

Aveva ragione  mio padre “ascolta tutti ma ragiona sempre con la tua testa se non vuoi essere un pappagallo parlante ingabbiato” Se mi fossi ricordata avrei risparmiato un viaggio faticoso e la vista di certi ipocriti che erano, a sentir loro, a difendere la libertà di stampa con in tasca una collezione di querele contro la stampa. Un controsenso farsesco, da sbellicarsi di risate se non fosse sfacciato e offensivo.  Il solito mistero italico: invoca obiettività con una mano e con l’altra ravana nell’acqua  torbida. Meglio essere imbecille libera che pappagallo. O…no….?

 

 

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CRISTIANA E MUSULMANA

 

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Donna Musulmana non mi sento diversa da te

Se indosso un Crocifisso emblema di fede cristiana

Non mi faccio panegiri vedendoti avvolta nel burqa 

Ch’ impedisce di confrontarti a viso aperto con me

Farti  inondare dall’energia solare

Correre lasciandoti carezzare da frescura

Farti  ammirare in splendor di  natura

Vedo una donna simile a me

Di cultura e tradizioni secolari

C’han molto da insegnare

Non lasciamoci ingannare da sofismi  sacerdotali

Pastoie  di ideologie immateriali

Partoriamo i nostri figli con pari travagli

Li allattiamo con  l’ideale di vederli crescer sani

Prosperare dandosi da fare in libertà mentale

Subiamo gli stessi soprusi da padroni sopraffattori

Soverchiatori di generosa elargizione

Pronta ad  appagare ogni loro aspirazione

Nulla ci divide

Solo  un inezia di umane vanità

Infiammata  da questioni estranee a nostra  volontà

Lesiva a dignità di madri e  donne

Cristiane o Musulmane  che differenza fa?     

Calpestano  lo stesso globo

Si cibano degli stessi desideri

Finiscono in polvere eterna alimentando l’Infinito

Che

Non domanda su che parte di terra han transitato

Valuta solo l’operato, la lealtà, i diritti che han fissato.

Donna Musulmana non giudicarmi diversa da te.

Se sbandiero i miei seni, mi crogiolo al sole lasciandomi brunire

Approdo alle tue spiagge per assaporare il profumo marino

Mi carezzo all’onda  corallina

Al vento monsone         

Non vengo per offendere la vista e la  religione

Vengo a carpire lo sguardo fiero

Seguire la scia speziata

Assaporare l’emozione nella meraviglia  d’un bimbo

C’ama la sua terra e parla anche la mia lingua

Empirmi di storia, di  tradizione c’han fatto la mia

Non lasciamoci abbindolare da frenesie brutali

Da chi per  quattro soldi ci rende  schiave ignare

Da menti contorte con visioni apparenti contrarie

Donna Musulmana, sono Cristiana ma uguale a te

Veniamo dallo stesso ignoto assoggettate al fato

Con la stessa apprensione dell’andare zavorrando

Incontro al dolore e all’ esultanza  appaiate come gemelle

Gemelle   stellari di fede universale

Libere  di  meditare l’ideologia che gli pare

Spoglie di pregiudizi, storia e potere,

Malversa interpretazione di leggi e dettame

Mai esortati da nessun Creatore

Donna Musulmana non aver timore d’ una Croce Cristiana

Io, non ho sbigottimento per il chador paludale

Due legni incrociati  o un velo sono  convenzionali

Una forma di rispetto d’un Credo ideale praticato

Ch’io porto per non scordarmi un Cristo Salvatore

Che tu porti in onore d’un Allah  che  ti scampi  dall’orrore                         

Cosa possono far di male?  Nulla.  Solo aizzarci al terrore

Contenderci  il primato d’una Verità collegiale

D’usanze e credenze dottrinali improclamate

Dal  Padreterno

Solo da feticci imbevuti d’idolatria

Profittatori ipocriti della tua e

Della mia innocenza confessionale.

 

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E.P.F.

                                                         

Da: cielochiaro- 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                       

BROCCHE E CICLONE

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Qualche giorno fa, al mio paesello, è passato  un ciclone che ha fatto un po’ di cocci. Come succede spesso, le brocche che avevamo messo in bella mostra per abbellir le nostre variopinte aiuole non hanno subito  gli stessi  danni. Quelle messe ai cantucci, dipinte di  rosso, nero e ocra   la furia turbinosa, chissà perchè, le ha ridotte in polvere. I proprietari poverini  son costretti a ricomprarne una nuova di zecca per non  ammattirsi una vita a riappiccicar le briciole. Riunitisi han deciso di andare insieme  ad acquistarle. Tirando sul  prezzo senza irritare  il mercante pensano di concludere  un bell’affare portandosi a casa  un’anfora vistosa da far invidia ai vicini. Le brocche smaltate d’azzurrino c’abbelliscono la villa più grande del paese, il ciclone le ha sfiorate  sbeccando solo  il beccuccio. Una vera fortuna. Il proprietario con poco mastice può riappiccicarle e con un  destro ritocchino  farle sembrare appena sfornate evitando il pericolo d’ustioni cui va soggetto il terracottaio quando dimentica le presine o si distrae guardando le mosche che ronzano. Ad una  cinquantina di  brocche poste sul piazzale d’una spa multicolore,  orgoglio dei soci, il ciclone gli ha dato una bella zaffata. Metà  le ha sbriciolate, l’altra metà le ha crepate. Per gli azionisti un vero colpo. Adesso  il loro destino è un’incognita legata  ad un  restaura brocche volubile che non si pronuncia se accetta o no l’incarico. I malcapitati han perso il sonno, temono che se quello ci mette secoli a decidere le anforette diventan cimeli per pochi estimatori. Infine per  altri il ciclone è stato un dono della provvidenza, non solo non  gli ha rotto le brocche, addirittura le ha  riempite  di foglietti gratta e vinci dei due  tabaccai della piazza. I proprietari girano per il paesello sventagliandoli  come  un tesoro sottratto  ai corsari. Han  deciso di metter le brocche  all’asta per comprarsi morbide chauffeuse per metterci le chiappe affaticate dalla contesa.

 I compaesani che si dilettano di meteorologia però han detto  di non stare tranquilli, le nostre anfore sono ancora in pericolo. La coda del ciclone  fra qualche giorno scaricherà la sua furia e gli effetti non sono prevedibili tanto che l’han soprannominata refeballottadeum.  Chi vuole salvare le  brocche rimaste  in ballo deve agire in fretta. Ci han suggerito di prendere delle precauzioni, ossia  impacchettarle, porle  in solide casse  e andare a goderci il sole al mare. Quelli   costretti  a stare a casa per impegni inderogabili almeno  mettano le preziose anfore in  cantina dove la furia del tifone  non arriva riducendole  un mucchietto di rossa terracotta. A me son sembrati esagerati perciò non ho deciso quale opzione scegliere, sicuramente deciderò in base all’umore. Se la brocca si rompe  mica è la fine del mondo … magari è l’occasione per comprarne un’altra d’un colore che si adatta meglio ai fiori del mio giardino, così la mia vicina russa la smetterà di dirmi che quella che ho a lei non piace.

LE TERRICOLE

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Non sopporto le formiche terricole perchè con il loro minuscolo granellino di sabbia che arraffano qua e la s’infilano in buchi che non ti sogneresti mai!!! Quando meno te lo aspetti ti ritrovi che ti han riempito tutti gli ingranaggi sensibili, specie quelli delle tende che hai messo per evitare sguardi indiscreti dei dirimpettai, ti ritrovi il telecomando che manovra il saliscendi una scatoletta esaurita, cambi le pile pensando di ridargli energia e invece dopo mille tentativi sei costretta a rivolgerti a un esperto che ti guarda come un ufo mentre stacca tutta la sabbietta che “quelle” hanno accumulato all’interno della centralina e nei condotti del telaio. Le terricole son terribili, per evitare guai ti costringono a stare sempre all’erta, a controllare che le file legionarie, più veloci d’una Ferrari ai tempi belli di Sciumi, non raggiungano l’obiettivo prima di te. E’ una impresa ardua stargli dietro per debellarle, mentre spezzi una cordata spiaccicandole con ogni mezzo quelle quatte, quatte son già ripartite all’attacco, han formato una fila interminabile che avanza inesorabile alle tue spalle, così ti ritrovi sfibrata e inviperita al punto di partenza, non riesci neppure a comprendere dove erano rintanate per mettere una di quelle trappole acchiappa formiche al gusto di miele e piretro che potrebbero risolvere il problema senza farti impazzire di rabbia. In questi giorni non so se per il caldo scoppiato precocemente, per noia, ripicca o motivi che sfuggono al mio umano intendimento sono accanite, han preso di mira un buchetto insignificante del telaio che mi sembrava di aver protetto rendendolo viscido con una spruzzata di olio antiruggine  ma quelle piccole e furbe terricole, non so come, son riuscite a fregarmi passando impettite sull’olio, anzi nel guardarle furibonda mi è sembrato mi facessero marameo. Le formiche terricole, “subfamily formicinae”  son tediose e pestifere come i pettegolezzi,  granellino dopo granellino seguendo la formica pilota costruiscono delle montagnette sferiche, delle vere iperboli di sabbia,  si infilano velocissime nei canaletti oscuri, li intasano costruendo i loro piccoli castelli di renella sicure che non le vedi e non le senti, ti accorgi del misfatto quando i meccanismi s’inceppano. Proprio come certi discorsetti renosi, all’apparenza innocui e facili da sgretolare ma in realtà veloci, persistenti e pericolosi perchè progettati con le tecniche della moderna ingegneria gossispiana che mira a edificare grattalingue resistenti ad ogni sorta di cataclisma, in sostanza un formicaio che da fuori sembra un guscetto inoffensivo ma se lo spacchi escon fuori una miriade di formichette con le loro parolette, si propagano a raggiera e in un battibaleno ti invadono e ti si appiccicano addosso a mo’ di sanguisughe che ti fanno rabbrividire dal disgusto, poi ci metti un sacco di tempo a ripulirti. Come le terricole le ciarle non sai dove crescono, come si sviluppano, e neanche perchè si infiltrano nei posti che più ti recan danno e se tenti di difenderti ti fan marameo!! La specie peggiore di terricola è quella che rivola in filze dietro al primo treno d’alta velocità che passa, s’infila di prepotenza nei meandri più disparati, cerca di acciuffare i granellini di rena tra la melma pur di costruire un nidietto, pone domandine e domandone come test attitudinale per scoprire strani marchingegni che gli permettono di abilitare legioni di altre formiche, soprattutto le zuccaiole, a scorrazzare su e giù per i vagoni con granelli di rena automatizzati,  farcisce canali e canaletti da mattina a sera con sputacchi di ramanzine e fiumi d’infida melassa, astutamente sposta la tua attenzione con strattagemmi di illusionismo da far invidia al miglior maghetto, si contorce come un vermicello partoriente per farti scattare la molla del pietismo e accorrere a raccattare la placenta.

Le cavallette, grazie al suggerimento di un blogger, le ho debellate affittando un gatto. Per  le terricole ho letto e riletto ma  al momento devo sorbirle. Il rimedio per farle sparire esiste, si tratta di trovare il predatore specializzato il ” chepalotus follicularis”ma dove lo trovo? Temo che fin quando non arriva una “gelata” che le stecchisce come baccalà facendole desistere dal passeggiare su e giù per i canaletti delle mie tende, seguiteranno impavide ad ammucchiar granellini di renella. Proprio ieri sera mentre mi godevo il fresco, seduta nel mio salottino di vimini, sul terrazzo deliziata dal profumo di gelsomino abbarbicato alla ringhiera,  ho adocchiato una filetta agguerrita di terricole ibridi, ballettavano una danza  per infinocchiarmi,  volevano farmi credere di non avere fini reconditi, di essere cicale disinteressate. Le poverine non sapevano che ero munita d’un canoscropio, un gioiellino di cannocchiale con incorporato un  microscopio, regalatomi  da mia sorella micro-biologa. Osservandole attentamente  ho capito che con la loro faccetta peciastra cercavano di far  leva sul mio sentimento estetico che aborrisce anche la più piccola macchiolina, così non mi sarei precipitata a cercare qualcosa per farle sparire, anzi le avrei assecondate e loro alla velocità della luce avrebbero  raggiunto la meta, non sono caduta nell’inganno, le ho fatte ballare lungo i canaletti premendo il telecomando. Ma non ho risolto il problema, domani tornano all’attacco. Forse se riesco a togliere l’ingrediente che gli serve da mattoncino si spostano, vanno a nidificare in altri recinti, magari si  infileranno nei tubi di quelli che si divertono a guardarle, mentre a me  fanno rizzare i capelli. Domani provo. A pensarci bene in qualche modo anche loro hanno diritto di sfamarsi, probabilmente son state istruite seguendo modelli e criteri che scorrazzando in canali e canaletti dai dai  qualcosa si rimedia sempre, non si rimane  a pancia vuota. A volte con questa tecnica rischiano di prendere la salmonella o d’incappare in un boccone velenoso e….Meglio adottare il sistema vivi e lascia  vivere, ossia fingere che non esistono…

ITALIA; ATTENTO A QUEI DUE !

La motivazione che mi ha spinto ad aprire il blog è venuta dal desiderio di trovare risposta ad una  incognita che mi tormenta, un incognita che in determinati momenti mi extrapola dalla realtà per inserirmi non so bene in quale realtà se parallela o d’un mondo surreale caduco che la mia volontà manifesta non cerca e non vuole, poichè la recepisce come una violazione intima. In parte ho già accennato in post precedenti  che dentro la mia “capoccia” frullano notizie  di avvenimenti che poi trovano riscontro concreto, sarei veramente felice se qualcuno potesse spiegarmi se può accadere, in che modo e per quale ragione. Anzi sarei pronta a sottopormi a esperimenti che mi diano una risposta razionale a quanto d’irrazionale mi accade senza che mi prendano per un’aliena o peggio! Tutta questa premessa per arrivare al dunque, ai fatti odierni collegati al G20 in corso a Londra. Cosa c’entra?  C’entra con le informazioni d’una mia “trasvolata” irrazionale che risale a 20 anni fa e che di seguito riporto in forma abbreviata per non essere indigesta.

…”Ci sarà una crisi mondiale irreversibile, modificherà gli equilibri codificati dei sistemi socio-politico-economico imperanti, le supremazie di certi stati saranno affossate, dovranno sorbirsi un lungo periodo traumatico, oscuro e rischioso per tante vite umane. Stati negletti acquisiranno un potere impensabile oggi. In Europa Italia, Francia e Germania avranno molti incontri per arginare i danni della crisi nei propri e altrui paesi. Francia e Germania vorranno essere gli stati guida, tollereranno l’Italia per la sua dislocazione geografica ma non saranno leali. All’inizio l’Inghilterra convocherà alcuni stati con l’intento di approdare a soluzioni che impediscono rischi di rivolte interne e salvino le economie dei paesi travolti da un marasma con origini intrigate e difficilmente chiaribili. L’intenzione sarà buona, i patti stabiliti appariranno solutivi. Ma non sarà così per fatti imprevisti e per interventi sotterranei di alcuni stati ostili a ristabilire il potere precedente. La Francia vorrà avere un ruolo principale col sostegno della Germania. insieme metteranno in atto una serie di strategie mirate ad assumere un potere forte al quale gli altri stati dovranno sottostare. L’Italia si darà un gran da fare con tanti incontri importanti che torneranno utili in seguito. Sembrerà che Francia e Germania siano sintonizzate e agiscono in armonia, invece sarà una lotta per accaparrarsi una supremazia di merito nel dettare regole e condizioni a vari livelli, prima la spunterà la Francia ma alla fine sarà la Germania con un colpo di mano appoggiato da alleanze con stati dell’est, ( Russia?)gli riuscirà perchè nel frattempo avrà messo in atto una serie di misure interne capaci di surclassare tutti gli altri stati comunitari, la Francia rimarrà in un ruolo subordinato, tuttavia il suo potere non sarà d’egemonia assoluta ma impedirà agli altri stati di agire liberamente sulla scena politica e nelle iniziative interne. Ci saranno sommosse in tanti stati e poi rischi di guerra fomentati da dissidi (Arabia, Africa, Iran?)nell’area medio-orientale. L’Europa dovrà mettere in  piedi un  esercito comunitario per mandare un messaggio di forza istituzionale facendo capire che è pronta a fronteggiare azioni violente. La Germania vorrà essere in testa per controllarle e dare le direttive. L’Inghilterra sarà abbandonata al suo destino e alle lotte interne per tirarsi fuori dalle difficoltà sarà costretta a ripiegare su se stessa. Verrà considerata un pericolo che impedisce all’Europa di riprendersi  una supremazia nella scena mondiale. L’Italia per virtù della sua diplomazia, l’area geografica che occupa sarà l’unica a tener testa a Germania e Francia. Solo l’unità delle forze politiche gli permetterà di non crollare e di mantenere e rafforzare il suo potere. Contribuirà ad un processo di pace fra stati extraeuropei, diventerà il “PONTE” di dialogo e d’incontro diplomatico fra stati africani, alcune aree asiatiche alleate fra loro e pericolose, stati americani ed Europa. Questo “ponte” diplomatico sarà l’unica scappatoia al rischio di conflitto armato. E’ affidato all’Italia il ruolo di perno sul quale ruotano  i destini di tanti, è attraverso di essa che in extremis si potrà raggiungere un alleanza che resisterà ponendo fine a diatribe vecchie.”

Attento Italia a quei due, non ti fidare, collabora ma vigila, vigila a 360°!!! Hai compreso il messaggio!!

Sarà vero?  ho sognato? Sta di fatto che ieri nel sentire che Francia e Germania erano in dissidio con il G20 ho trovato il coraggio di scrivere mettendomi alla berlina del blog. Arriveranno  le cose che ho scritto come messaggio d’avvertimento? O ..sono matta? Chi può dirlo!

Il mio vicino

Attraverso i mezzi d’informazione ho sentito dire all’on. W. Veltroni che l’attuale maggioranza sta ” portando l’Italia allo sfascio”

Da modesta cittadina vorrei farle sapere che a ciò non ci crede più quasi nessuno, nemmeno il mio vicino che da Sempre ha votato a sinistra e fino a qualche mese fa era un accanito anti Berlusconi e prendeva per ” oro ” colato qualunque cosa venisse detta da esponenti di partito che oggi sono confluiti nel PD.

Me ne sono accorta, con grande stupore, una mattina mentre sbrigando i nostri lavori nell’orto chiacchieravamo di figli e famiglia quando ad un certo punto gli ho sentito dire: ” la vita è diventata dura, non si riesce più ad andare avanti, solo Berlusconi se prende in mano la questione la risolve, gli “altri”  ormai parlano, parlano ma non ci capisco più nulla, mi sono tanto stufato che quest’anno non sono corso a lavorare sotto il sole per mettere su la “festa”, che ci andassero loro invece di parlare e non concludere niente di utile.”

Un ragionamento del genere due anni fa ero pronta a sostenere che mai lo avrei sentito dal mio vicino tanta era la fede e l’ammirazione per il partito ed i suoi esponenti. Quindi se lui si è convinto che Berlusconi è in grado di fare cose concrete figurarsi quelli dubbiosi!!!!

Penso sia venuto il momento che l’on. Veltroni passi Oltre se vuole recuperare la fiducia di tanti e guadagnare nuovi consensi,  inizi a considerare i sondaggi di gradimento, abbandoni la vecchia strada di dare addosso alla maggioranza senza fare proposte alternative, lasci le “marce” a Di Pietro, avvii una opposizione senza livore che dia ai cittadini il senso del confronto e non dello scontro a priori obbligando la maggioranza ad interessarsi ai problemi reali,  quelli  che stanno a cuore alla “gente” a chi tutti i giorni è costretto a saltare i pasti ed a mettere in atto rocambolesche strategie anti consumo per arrivare al giorno dopo!!!!

Insomma adoperi la sua esperienza, intelligenza ed energia da Vero leader, lasciando perdere la retorica che fino ad oggi non ha fatto altro che alimentare dissenso e creare confusione d’identità partitica.

Se si ostina a rimanere nel Recinto del solito ingranaggio credo che sparirà l’anti berlusconiano e avanzeranno i fanatici.